Resistore il cui valore, a differenza di quanto accade per i resistori normali, varia sensibilmente con la temperatura. Generalmente la resistenza diminuisce con l’aumentare della temperatura: da qui la sigla NTC (negative temperature coefficient), con cui anche sono indicati. È costituito da una miscela semiconduttrice di ossidi metallici (di cromo, manganese, ferro, cobalto), la cui resistività è caratterizzata da un forte coefficiente negativo di temperatura.
I t. sono classificabili in due distinte categorie a seconda che la corrente riscaldante attraversi il mezzo resistivo stesso (t. a riscaldamento diretto) ovvero un sottile avvolgimento opportunamente disposto intorno al corpo della miscela. Sono usati come elementi termometrici a resistenza consentendo sensibilità molto elevate (fino a 0,0005 °C), alle più basse temperature di impiego; trovano inoltre importanti applicazioni come elementi regolatori di tensione. Se un t. è percorso da corrente, si ha infatti in esso un riscaldamento per effetto Joule e quindi una diminuzione di resistenza; nei resistori normali accade il contrario, cioè la resistenza aumenta con l’aumentare dell’intensità di corrente, sicché combinando opportunamente un t. con un resistore si può ottenere che la resistenza totale ai capi del circuito rimanga pressoché costante al variare, entro certi limiti anche piuttosto ampi, dell’intensità di corrente. In contrapposizione agli NTC, sono indicati con la sigla PTC (positive temperature coefficient) i t. a coefficiente positivo di temperatura, volutamente molto elevato entro una determinata gamma termica.