TERAMO (XXXIII, p. 539)
Teramo dista dal Mare Adriatico km. 22 in linea d'aria e km. 25 percorrendo la strada statale n. 80 del Gran Sasso d'Italia. Il Corso di Porta Reale è stato intitolato a Carlo De Michetti, le due circonvallazioni di Mezzogiorno e Portelle rispettivamente alle città di Spalato e Ragusa.
Ecco i dati della popolazione residente del comune di Teramo: cens. 1871, 19.906 ab.; 1881, 20.096; 1901, 24.091; 1911, 25.360; 1921, 30.340; 1931, 31.790 compresa la frazione di Valle S. Giovanni (854 ab.) aggregata a Teramo il 1° gennaio 1930;21 aprile 1936, 33.796 ab.
È quasi ultimato il progetto di massima del nuovo piano regolatore e di ampliamento che risponde ai seguenti concetti fondamentali:1. eliminare costruzioni antigieniche, allargando vie, costruendo piazze e zone di verde, con fontane ornamentali; 2. sistemare le comunicazioni interne, in rapporto a quelle esterne, in maniera da decentrare il traffico, avvalendosi, in particolare, delle strade periferiche e di circonvallazione, da migliorarsi ed a ampliarsi; 3. collegare la stazione ferroviaria con la città mediante separata arteria stradale, includendovi un nuovo ponte sul Vezzola; 4. isolare monumenti pregevoli (duomo, anfiteatro romano, ecc.) e restaurare edifici minori, romani e medievali; 5. studiare la opportunità di trasferire la residenza civica, oppure, la parziale demolizione e ricostruzione della attuale vecchia sede, da armonizzarsi con la parte monumentale e con gli antichi edifici circostanti; 6. studiare la migliore ubicazione per le case popolari, la Casa del fascio, le scuole elementari, le scuole industriali, la biblioteca, il polisportivo, le caserme, il campo di Marte, il campo di aviazione, il politeama, gli alberghi, il mercato coperto, i magazzini di deposito, le cantine sociali, i silo, ecc.; 7. coordinare lo studio del piano regolatore con eventuale prolungamento della ferrovia e nuova ubicazione della stazione; 8. ripartire la città in zone fabbricabili, attribuendo, a ciascuna, un diverso tipo edilizio; 9. sistemare e valorizzare la parte collinosa; formare un piano provinciale e regionale, che sappia dare ossatura organica ed economica alla provincia, con centro Teramo, collegando e facendo confluire alla città la vita di paesi sparsi e di centri lontani.
Intanto, dall'avvento del fascismo, sono state eseguite numerose e importanti opere pubbliche che riguardano, principalmente, costruzione o sistemazione di scuole, ospedali, strade, fognature, bonifiche, case popolari, cimiteri.
L'approvvigionamento idrico della città è garantito dal nuovo acquedotto del Ruzzo, che fornisce d'acqua potabile 31 comuni della provincia di Teramo, compreso il capoluogo, con la popolazione complessiva di circa 200.000 abitanti. L'acquedotto è alimentato dalle sorgenti del torrente Ruzzo sul versante adriatico del Gran Sasso d'Italia, ed ha la portata di 265 litri al minuto secondo.
Monumenti (p. 540). - L'amministrazione comunale il 5 agosto 1935 diede inizio all'isolamento della cattedrale, immiserita e soffocata, all'esterno, da una fungaia di botteghe, fatte costruire dai vescovi, fino a tutto l'Ottocento, a ridosso del monumento, a scopo utilitario. Restano a liberare il secondo tratto del lato di fronte all'episcopio e l'occidentale, entrambi della Chiesa arcioniana, ed una piccola parte del Tempio Guidiano.
Il teatro romano, che risale all'epoca di Adriano, sorgeva in corrispondenza della Piazza S. Bartolomeo, partecipando, con il vicino anfiteatro, a quella vasta zona che doveva costituire, oltre il foro, un complesso monumentale d'Interamnia. Dagli scavi eseguiti, nel 1919, da F. Savini sono stati messi in luce gli elementi della cavea e della scena.
A somiglianza di tutti i teatri romani, quello di Teramo sorge completamente in elevazione, ed è costituito, nella superficie apparente, da grossi blocchi di travertino squadrato. Undici fornici dell'emiciclo sono stati completamente liberati e mostrano i pilastri e le arcate, quasi integri.
Durante i lavori per l'isolamento del duomo, nel 1936, sul fianco sinistro, è stata accertata l'esistenza di un anfiteatro romano. Le ricerche, eseguite dalla Sovrintendenza alle antichità di Ancona, hanno permesso di affermare che, nella zona compresa fra la nave sinistra del duomo, le fabbriche delle vie Vittorio Veneto, Ciotti e Teatro Antico, si sviluppava il ciclopico muro di recinzione, largo circa due metri e lungo 208 metri. L'ellisse, di cui si vedono i tre quarti della curva totale, occupa un'area di mq. 3150; l'asse maggiore - orientato da N. a S. - misura m. 73,93 e il minore - orientato da E. a O. - misura m. 56,16. Risultano identificati, fra l'altro, anche gl'ingressi interni. Il Ministero dell'educazione nazionale (dicembre 1937) ha deciso la esplorazione dell'area interna dell'ellisse dell'Anfiteatro.
Istituti di istruzione e di cultura. - Teramo è sede di un ginnasio, di un liceo classico, di un istituto tecnico commerciale e per geometri, di un istituto magistrale, di una scuola industriale con annesse scuole di avviamento al lavoro a tipo industriale e a tipo agrario, e di un liceo musicale. Tutti gli istituti scolastici hanno sedi moderne, ampie e decorose.
Ricordiamo anche la Civica Pinacoteca e il Civico Museo, la Biblioteca M. Delfico, l'Istituto di cultura fascista, il Comitato provinciale della Dante Alighieri, il Comitato provinciale del R. Istituto per la storia del Risorgimento italiano, il R. Archivio provinciale di stato, con un'interessante sezione storica.
È in corso l'istituzione di una sezione della Reale deputazione di storia patria per gli Abruzzi.
A 4 km. da Teramo, su una collina, sorge la R. Specola di Collurania, fondata dall'astronomo Vincenzo Cerulli, che la donò allo stato. La specola è conosciuta, in particolare, per gli studî su Marte e per l'attività ehe svolge in uno dei campi più moderni dell'astrofisica: la fotometria fotoelettrica.
Istituti ospedalieri e di assistenza. - Esistono: ospedale civile, ospedale psichiatrico, ospedale sanatoriale; dispensario antitubercolare, dispensario antivenereo, brefotrofio, ricovero di mendicità, orfanotrofio maschile, orfanotrofio fernminile, asilo materno, Istituto Gualandi. Hanno tutti edifici capaci, con attrezzatura moderna.
La provincia (p. 540). - Nella provincia non esiste una vera e grande industria, ma non per questo l'attività produttiva è meno diffusa. La bachicoltura ha una importanza speciale, per la qualità dei bozzoli prodotti, impiegati nella produzione del seme bachi. Tradizionale e degna di rilievo, è l'industria delle maioliche e terracotte. Castelli è rinomata per prodotti di gran pregio artistico, mentre prodotti di più largo consumo si hanno ad Atri, Campli, Roseto, ecc. Caratteristica industria è quella dell'estrazione del succo delle radici di liquirizia effettuata in sei stabilimenti (Atri, Pineto, Silvi, Teramo). Numerose ed accreditate sono le fabbriche di paste alimentari di Teramo, Giulianova, Pineto, Tortoreto, ecc.; le fabbriche di confetti di S. Egidio alla Vibrata, il biscottificio e la fabbrica di liquori di Giulianova, gli stabilimenti di filatura e tessitura della lana e delle fibre vegetali di Nereto, Teramo, Tortoreto, Montorio al Vomano, ecc. Prosperano in provincia numerose fabbriche di laterizî; sviluppata è la lavorazione del legno, con diversi mobilifici in Teramo, Giulianova, Roseto degli Abruzzi; largamente praticata è la lavorazione del rame per la confezione degli utensili domestici. Specializzata può dirsi la lavorazione delle fisarmoniche, strumenti d'uso locale e di esportazione (Teramo, Campli, Giulianova). Tradizionale è la lavorazione del corallo in Giulianova.
La natalità è sensibilmente superiore a quella delle consorelle di Abruzzo ed a quella media del regno, mentre la mortalità è inferiore. Nel 1935, la provincia di Teramo, nella graduatoria relativa all'incremento naturale della popolazione, occupava l'ottavo posto, con una eccedenza dei nati vivi sui morti (esclusi i nati morti), per 1000 abitanti, di 16,0, preceduta dalle provincie di Littoria (19,1). Rovigo (18,2), Cosenza (16,8), Avellino (16,4), Potenza (16,3), Foggia (16,1) e Lecce (16,1). L'indice generale del regno era di 9,4. La composizione media delle famiglie, secondo il censimento del 1931, era di persone 5,2, cioè alquanto superiore a quella dell'Abruzzo e Molise (4,4) ed a quella del regno (4,2).
Bibl.: L. Savorini, Introduzione storico-artistica agli studi del piano regolatore della città di Teramo, Teramo 1934.