TELL el-ḤESI
Località 25 km a NE di Gaza, scavata per la prima volta nel 1890 da Sir F. Petrie e nel 1891-1893 da F. J. Bliss. Gli scavi più recenti, finanziati da diverse università nordamericane e dall'American School of Oriental Research, sono stati diretti dal 1970 al 1973 da J. E. Worrell e dal 1975 al 1981 da D. G. Rose, con l'assistenza di numerosi archeologi.
A parte alcuni resti del Paleolitico Medio, la prima occupazione del sito risale al Calcolitico (IV millennio a.C.): resti di abitazioni costruite in mattoni crudi sono stati rinvenuti negli strati più profondi raggiunti dagli scavi. Dopo un abbandono nel corso delle prime fasi del Bronzo Antico, il sito fu rioccupato nel corso del Bronzo Antico III, verso il 2600 a.C., quando raggiunse la sua massima espansione (oltre 10 ha di superficie); nelle epoche successive, infatti, l'occupazione si limitò alla parte più elevata del tell (l'«Acropoli»). Pochi resti di abitazioni e tracce delle fortificazioni del Bronzo Antico III sono note dagli scavi. L'assenza di chiari segni di distruzione è da attribuire all'abbandono dell'insediamento verso la fine del periodo, forse a causa di un mutamento climatico o ambientale nella zona. Il tell fu rioccupato fra la fine del Bronzo Medio e il Bronzo Tardo: alcuni tratti delle fortificazioni e tombe pertinenti a questi periodi furono rinvenuti da Petrie e Bliss nel corso dei loro scavi.
L'attività archeologica della missione americana negli anni '70 si è concentrata sugli strati databili fra l'Età del Ferro e quella moderna, sull'«Acropoli». Questa era circondata da possenti fortificazioni fra il X e il IX sec. a.C.: le mura superavano i sette metri di spessore ed erano difese da grandi torri semicircolari. Verso il VII sec. a.C. il lato meridionale del tell fu rafforzato con la costruzione di un grande muro alle cui spalle furono realizzati dei terrazzamenti e riempimenti successivi, tali che la superficie dell «Acropoli» in questo punto risultò innalzata di c.a 2,5 m ed estesa di oltre 6 m verso S. A questo periodo appartengono diversi edifici, fra i quali il c.d. Pilaster Building, una massiccia struttura a pianta quadrata, simmetrica nella disposizione dei vani, nella quale sono stati rinvenuti dei pilastri di tipo proto-eolico.
La distruzione a opera dei Babilonesi fu seguita dalla ricostruzione e dal riuso delle fortificazioni in periodo persiano. Numerosi silos scavati nel terreno e rivestiti di argilla o mattoni appartengono a questo periodo. Dell'occupazione ellenistica non restano molte tracce, a causa della presenza di un cimitero medievale e moderno che ha disturbato gli strati archeologici. La quantità di ceramica ellenistica rinvenuta, sia di produzione locale che importata, testimonia tuttavia che l'insediamento fu fiorente fra il II e il I sec. a.C.
Gli scavi più recenti hanno anche analizzato centinaia di tombe del cimitero islamico, traendone soprattutto dati di tipo antropologico ed etnografico.
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