teleriscaldamento Riscaldamento, generalmente di edifici, ottenuto per mezzo di calore prodotto a notevole distanza dal luogo di utilizzazione e ivi trasportato da un fluido termovettore come acqua surriscaldata, vapore ecc. (➔ riscaldamento). Sviluppatosi nella seconda metà dell’Ottocento nei paesi dell’Europa del Nord e dell’America Settentrionale, in Italia il t. ha avuto fortuna limitata, soprattutto a causa del clima non molto rigido anche in condizioni invernali. A partire dagli anni 1980, principalmente nelle città del Nord, si è avuto un nuovo impulso allo sviluppo del t. anche in Italia, dovuto soprattutto al ridotto inquinamento che comporta l’utilizzo di questa tecnica.
Sotto l’aspetto impiantistico con il t. si passa da più centrali termiche di produzione del calore, situate nei singoli edifici, a una sola centrale di produzione a servizio di intere città. Dalla centrale, per mezzo di una rete di distribuzione primaria, il fluido termovettore trasporta il calore alle sottocentrali di edificio e alimenta il primario di uno scambiatore di calore, il cui secondario è connesso alla rete di edificio fino alle singole apparecchiature terminali di utilizzazione.
I vantaggi dell’adozione del t. sono: a) uso più razionale dell’energia, poiché i grandi generatori di calore presentano rendimenti maggiori, possono essere diversificate le fonti di energia e utilizzati anche i rifiuti solidi urbani; b) diminuzione, per il generatore di calore, della potenza massima installata; c) inquinamento atmosferico ridotto, soprattutto in sede locale; d) diminuzione del rischio di incendi, scoppi ecc. Gli svantaggi sono connessi soprattutto ai maggiori costi di impianto per l’adozione della rete primaria (realizzazione della sede, tubi e accessori, organi di intercettazione e regolazione, compensatori di dilatazione, isolamento termico, posa in opera delle condotte, connessioni agli utenti nella sottocentrale, pompe di circolazione e relativi motori elettrici) e di esercizio (energia per la circolazione del fluido termovettore nella rete primaria, perdita di calore nella rete primaria stessa ecc.). La convenienza economica dipende in particolare dalle caratteristiche e dall’estensione della rete di distribuzione, dalla densità abitativa dell’area servita, dal tempo di utilizzazione.
Le reti di t. adoperano spesso il calore recuperato nelle grandi centrali di produzione dell’energia elettrica: nelle centrali termoelettriche il rendimento di conversione dell’energia termica proveniente dal consumo del combustibile non supera il 40%, mentre il resto, sotto forma di calore, viene ceduto all’ambiente; il calore può essere recuperato a tempertura maggiore, riducendo l’energia elettrica prodotta (cogenerazione) e trasportato in una rete di teleriscaldamento.