inflazione, tassa da (o inflazione, imposta da)
inflazione, tassa da (o inflazione, imposta da) Perdita di valore dello stock di moneta che viene a generarsi quando un governo finanzia la propria spesa creando nuova moneta e, dunque, inflazione. Per comprendere i presupposti della tassa da i. occorre fare riferimento all’equazione su cui poggia la moderna teoria quantitativa della moneta (➔ monetarismo). Tale equazione, nota come equazione degli scambi, esprime la seguente uguaglianza: M×V=P×Y, dove M rappresenta la quantità di moneta disponibile in un’economia; V esprime la velocità con cui una unità di moneta circola da un soggetto all’altro in un dato lasso di tempo; P indica il livello generale dei prezzi;Y il complesso degli scambi (quantità che si presuppone pari all’insieme dei beni prodotti all’interno di quella stessa economia). La spesa totale in termini nominali (M×V) sarà uguale al valore nominale di tutti i beni scambiati in una data economia (P×Y). Si supponga che uno Stato decida di finanziarsi semplicemente battendo nuova moneta, anziché ricorrere all’emissione di titoli di debito, o attraverso una manovra fiscale. Assunta costante la velocità di circolazione della moneta, se la quantità di moneta, M, aumenta, si ha un incremento del termine di sinistra della equazione degli scambi (M×V) a cui dovrà corrispondere una crescita di eguale intensità del termine di destra (P×Y). Dato che la quantità di moneta non influenza la quantità degli scambi (che si presumono uguali alla quantità prodotta all’interno di quell’economia e quindi influenzati da altri fattori, quali la tecnologia, o dall’offerta di fattori di produzione), essa rimarrà costante e ad aumentare sarà il livello dei prezzi. Tale mezzo di finanziamento è noto come signoraggio (➔). La riduzione del valore degli stock monetari in termini di potere d’acquisto, realizzato dall’i., si chiama tassa da i. (e i cittadini si trovano loro malgrado a pagarla per finanziare lo Stato). In altre parole, in presenza di signoraggio, il governo compra beni e servizi, o salda i suoi debiti, pagando con moneta svalutata, ovvero riducendo il valore reale di ciò che dà in cambio. Tale svalutazione assume i contorni di una vera e propria imposta sostenuta dai cittadini, sebbene come tale non venga di norma percepita (➔ illusione finanziaria).