TARANTASIA (fr. Tarentaise o Tarantaise; A.T., 35-36)
Regione alpina della Francia sud-orientale comprendente l'alto bacino dell'Isère, affluente di sinistra del Rodano. Mentre ben definiti sono i confini con il Faucigny a N., la Moriana a S. e a O., incerto è invece il limite a NO., che, secondo le antiche circoscrizioni del ducato di Savoia, giunge fin presso Roignais. Secondo l'uso locale, la valle si distingue in Alta Tarantasia, dalla linea di cresta della catena alpina a Bourg-Saint-Maurice, Media da Bourg-Saint-Maurice a Moûtiers e Bassa da quest'ultimo centro a Roignais, e tale denominazione corrisponde in realtà a tre diversi aspetti della valle. L'Alta Tarantasia, tutta compresa nella regione dei grandi massicci cristallini, è un seguito di piccoli bacini, separati da gole e strozzature, dalle sorgenti dell'Isère, vicino al ghiacciaio della Galise, fin presso Bourg-Saint-Maurice; dominata dalle vette della Tsantelenia (3605 metri) e della Grande Sassière (3746 m.), l'alta valle dell'Isère, che in questo tratto accoglie le acque provenienti da numerosi ghiacciai (Col Pers, Bassagne, Rhêmes), presenta un aspetto ridente, verde di prati e di boschi e ricca di numerosi villaggi, distribuiti nei bacini e allo sbocco delle valli laterali. A Bourg-Saint-Maurice, dove ha inizio la Media Tarantasia, l'Isère, mutando direzione, piega con brusco gomito verso SO., e si apre il varco nelle rocce facilmente erodibili della zona carbonifera; la valle, alquanto stretta, mostra una spiccata diversità dei due fianchi, dei quali quello esposto a nord si presenta nudo e desolato, mentre l'altro, che accoglie i varî centri, è ricco di boschi e di colture. Da Moütiers, dove l'Isère è raggiunto dal Doron, fino a Roignais si stende la Bassa Tarantasia; la valle muta nuovamente di direzione piegando a NO. ed è intensamente coltivata.
A base dell'economia sta l'allevamento del bestiame, favorito da buoni pascoli naturali, che coprono il 41% della superficie; si allevano soprattutto bovini (assai nota è la razza tarine), ma anche ovini; questi in gran parte transumanti. All'economia pastorale si unisce l'agricola, favorita dal clima piuttosto secco (da 800 a 1000 mm. annui di precipitazioni); colture principali sono i cereali, le patate, la vite (che si spinge fin verso i 1000 m.), gli alberi da frutta, gli ortaggi. Il sottosuolo è ricco di numerosi minerali (ferro spatico, piombo argentifero, rame, carbone), poco sfruttati però per l'esiguità dei giacimenti e la difficile estrazione; numerose le cave di ardesia, marmo e altre pietre da costruzione.
La popolazione vive soprattutto accentrata; capoluogo e centro principale è Moûtiers (2560 ab.), l'antica Tarantasia; seguono i minori Bourg-Saint-Maurice e Roignais.
L'importanza della Tarantasia deriva dall'essere su una delle due grandi vie di comunicazione tra la Pianura Padana e la valle del Rodano; infatti il Passo del Piccolo S. Bernardo, seguito dall'antica via romana, unisce la Tarantasia alla Val d'Aosta, cui comunica anche per mezzo del Colle della Golette; numerosi valichi fanno inoltre comunicare la Tarantasia con le prossime valli dell'Are (passi di Iseran e della Vanoise) e dell'Arly (Col du Bonhomme, Cornet Arèches, ecc.).
Storia. - La regione era abitata al tempo dei Romani dal popolo dei Ceutroni, detti malamente per molto tempo Centroni, col quale nome si credette avesse rapporto il villaggio di Centron situato fra Aime e Moûtiers. Iscrizioni scoperte in tempi relativamente recenti eliminano ogni dubbio sulla grafia del nome. Questo popolo fa la sua prima comparsa nella storia al tempo di Annibale, ch'esso accolse dapprima favorevolmente, tentando in seguito di contrastargli il cammino. Cercarono pure di sbarrare la via a Giulio Cesare, ma furono ripetutamente battuti. Nel 74 d. C. i loro confini con i popoli circostanti furono ufficialmente delimitati.
La Tarantasia facendo capo al Piccolo S. Bernardo, ed essendo percorsa da una strada rotabile, servì di passaggio agli eserciti e al traffico dei prodotti locali. Prese il nome dalla città di Darantasia ricordata da Strabone e da Tolomeo e segnata negli antichi itinerarî; distrutta in tempi imprecisati. Ne prese il posto, come capoluogo della regione, Moûtiers, il cui nome si crede derivato da qualche monastero fondatovi dagli antichi vescovi, primo dei quali è indicato S. Giacomo, d'origine assira, nel principio del sec. V; nella seconda metà del sec. VIII ebbe inizio la serie degli arcivescovi, tra i quali salì ad alta fama S. Pietro II, morto nel 1175. La Tarantasia fu comitato franco al tempo dei Carolingi. Secondo la tradizione, che si appoggia a un diploma del 996, di dubbia autenticità almeno nella forma attuale, il re Rodolfo III di Borgogna avrebbe donato all'arcivescovo Aimone I o Amizone il comitato della Tarantasia, che sarebbe poi pervenuto, secondo un'altra tradizione di cui si fanno eco le cronache di Savoia, nella casa sabauda solo al tempo di Umberto II (morto nel 1103), in seguito a una guerra vittoriosa contro un signore di Briançon che angariava la contrada e che fu costretto a riconoscere da allora in poi la signoria del conte di Savoia. In realtà, il diploma originale, che fu poi confermato da un altro di Federico Barbarossa, doveva riconoscere, come quest'ultimo, all'arcivescovo, solo il possesso di Moûtiers e di altri feudi, non dell'autorità comitale; più tardi fu rimaneggiato per impugnare i diritti dei conti di Savoia, che i documenti ci mostrano padroni in tutto o in parte della Tarantasia, forse già dal tempo di Umberto I, certo dal tempo del figlio Oddone che vi esercitò l'autorità comitale. L' autorità temporale però, effettivamente esercitata dagli arcivescovi nei loro feudi, i quali vescovi la riconoscevano dai conti di Savoia, provocò frequenti attriti fra queste due supreme autorità e fra i loro rappresentanti: sotto Aimone gli attriti si risolsero in guerra aperta, alla fine della quale Moûtiers fu presa d'assalto e smantellata nel 1335. Solo Amedeo VIII poté fare il suo ingresso trionfale in Moûtiers sotto un baldacchino sorretto dai canonici. Poco più tardi gli agenti ducali vi ebbero residenza stabile, rimanendo riservata agli arcivescovi, come agli altri signori locali, la sovranità diretta sugli uomini dei loro feudi; al conte, poi duca di Savoia, l'alta sovranità; ma ancora nel 1489 i sudditi della Tarantasia lamentavano le interferenze fra l'autorità arcivescovile e la ducale nell'amministrazione della giustizia.
Dal 1536 al 1559 fu occupata dai Francesi che la restituirono, unitamente al resto della Savoia e del Piemonte, con il trattato di Cateau-Cambrésis. La peste del 1630 fece strage tra gli abitanti, che dovettero dare sepoltura ai cadaveri nel letto dell'Isère.
Cadde di nuovo sotto la Francia durante la rivoluzione, facendo parte del dipartimento del Monte Bianco, e ritornò con gli altri stati ai Sabaudi col trattato di Vienna. Il plebiscito del 22 aprile 1860 la unì alla Francia.
Bibl.: M. Zucchi, Bibliografia storica degli stati della monarchia, s. v. Moûtiers; L. Renier, Sur une inscription romaine découverte dans les environs des bains de Saint-Gervais en Savoie et sur le véritable nom des anciens habitants de la Tarentaise, in Revue Archéologique, 1857; G. Casalis, Dizionario geografico-storico-statistico degli stati della monarchia di Savoia, XI; E. Désjardin, Géographie historique et administrative de la Gaule Romaine, Parigi 1876-93; G. Oberziner, Le guerre di Augusto contro i popoli alpini, Roma 1900; B. Baudi di Vesme, Sulle origini della Casa di Savoia. La pace di Dio nel Viennese e i conti di Vienna, in Boll. stor. bibliogr. subalpino, XIX (1914); G. Pérouse, La Savoie d'autrefois. Études et tableaux, Chambéry 1933.