NERLI, Tanai
NERLI, Tanai (Jacopo, detto Tanichin). – Nacque a Firenze da Francesco di Filippo dei Nerli e da Dianora di Bernardo Marabottini il 18 aprile 1427.
Residente nel quartiere di S. Spirito e sposato a Giovanna di Gino di Neri Capponi, almeno dal 1446 quando ancora era accatastato con il padre, fu padre di dieci figli maschi (al primogenito Benedetto nato nel 1449 seguirono, a breve distanza l’uno dall’altro, tra il 1452 e il 1465, Giovanni, Francesco, Filippo, Bernardo, Neri, Jacopo, Bartolomeo, Piero e Simone) e sei femmine.
Ricoprì il primo regolare incarico come priore nel 1459. In seguito, oltre a rivestire cariche per le Arti, ottene spesso ruoli nell’esecutivo: dei Buonuomini nel 1465 e nel 1484, priore nel 1468 e poi nel 1476, gonfaloniere nel 1472. La sua partecipazione politica si intensificò sul finire del secolo, dopo la ‘mutatione dello Stato’: fu accoppiatore dal dicembre 1494 al maggio seguente, gonfaloniere nel 1495, degli Ottanta nel 1495 e 1497, e dei Dieci di libertà e Pace nel 1497. Dal maggio 1495 al maggio successivo fu inoltre tra gli operai di palazzo eletti dal Consiglio maggiore.
Il catasto del 1457 lo indica tra i contribuenti più ricchi della città: proprietario di numerosi poderi tra San Giusto a Signano e Settimo, associato in attività mercantili e bancarie a Lorenzo Corbinelli, Tommaso Biliotti e i figli di Pagnozzo Ridolfi. Membro dell’élite, ad accrescere il suo spessore sociale contribuirono anche le parentele strette dai suoi figli con alcune tra le famiglie più in vista dell’ambiente mediceo (Martelli, Frescobaldi, Sassetti, Lenzi, Pucci) e le nozze eccellenti che seppe combinare per le figlie: Vaggia con Lorenzo Morelli, Alessandra con Remigio Girolami, Caterina con Lorenzo di Bernadetto Medici, Ginevra con Pietro di Bertoldo Corsini, Dianora con messer Giovan Vittorio Soderini, e infine Marietta con Lorenzo Ridolfi. Il 10 aprile 1472, alle nozze tra Vaggia e Morelli (che da Tanai ricevette una dote di 2000 fiorini) vi era tra i mezzani anche Lorenzo il Magnifico.
Il 5 novembre 1494 venne scelto insieme con Savonarola, Pandolfo Rucellai, Piero Capponi e Giovanni Cavalcanti come ambasciatore presso il re di Francia Carlo VIII, allora disceso in Italia in rappresentanza di Firenze con il compito di mediare quella frettolosa cessione al re di alcune fortezze voluta da Piero de’ Medici, e nel febbraio 1495 fu inviato, con altri, a negoziare la medesima questione col cardinale francese Guglielmo Briconnet. Nonostante il legame stretto con l’ambiente laurenziano, la familiarità politica con la casa Medici subì una brusca interruzione proprio alla scomparsa del Magnifico, quando Tanai aderì alla fazione antimedicea fino ad assumere un ruolo primario nella cacciata di Piero e nel governo che ne seguì.
Pesa su Nerli il giudizio di Francesco Guicciardini (1931, pp. 115 s.) che nel rammentare il gonfalonierato offertogli dal nuovo regime, lo definì «uomo nobile, ricchissimo e potente pel numero de’ figliuoli […] ma che nelle cose dello stato valeva poco», aggiungendo che il fatto di essere stato già gonfaloniere al tempo di Lorenzo ne faceva un uomo «mosso solo dalla ambizione».
Negli ultimi anni di vita commissionò a Filippino Lippi la Pala Nerli, che lo raffigura insieme alla moglie, per l’altare della cappella di famiglia nella basilica fiorentina di S. Spirito, della cui Opera era membro.
Morì a Firenze il 27 luglio 1498, mentre era «potestà di Prato» (Parenti, 1994-2005, p. 193) e fu sepolto nella cappella Nerli della chiesa di S. Salvatore al Monte.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Firenze, Catasto, 394, cc. 488v ss.; Catasto, 648, c. 891-892; 788, cc. 255-264; Corporazioni religiose soppresse, 122, 67, c. 163; Decima republicana, 4, cc. 361-366; Deposito Gherardi Piccolomini d’Aragona, 137, cc. 164r-165r; 194, c. 125r); Operai di palazzo, 6, cc. 1-24v; c. 51 r.-52, Raccolta Sebregondi, 3802; Ufficio delle Tratte, 604, c. 96; 605, cc. 25, 83, 142; 606, cc. 19, 111, 224; 607, cc. 96, 109, Ufficiale poi magistrato della Grascia, 190 c. 274v; P. Parenti, Historia fiorentina, a cura di A. Matucci, II, Firenze 2005, p. 193; L. Landucci, Diario fiorentino dal 1450 al 1516 continuato da un anonimo fino al 1542, a cura di I. Del Badia, Firenze 1969, pp. 72 s.; G. Guidi, Ciò che accadde al tempo della Signoria di novembre-dicembre in Firenze l’anno 1494, Firenze 1988, pp. 26 s., 49, 66, 76, 111, 124, 176; F. Guicciardini, Storie fiorentine dal 1378 al 1509, a cura di R. Palmarocchi, Bari 1931, pp. 96, 99, 106, 109, 123, 133; R. De Roover, Il banco Medici dalle origini al declino, Firenze 1988, p. 44.