TAMARINDO (lat. scient. Tamarindus indica L.; fr. tamarinier; sp. tamarindo; ted. Tamarind; ingl. tamarind tree)
È una pianta della famiglia Leguminose-Cesalpinioidee; è un albero di notevoli dimensioni, che supera anche i 30 m. d' altezza e di portamento maestoso. Le foglie sono sparse, pennato-composte, con numerose paia di foglioline ovali-lanceolate, quasi sessili; i fiori sono disposti in grappoli terminali ai rami e accompagnati da una brattea caduca colorata e da due bratteole laterali, che da principio ravvolgono il bottone fiorale. Il calice presenta quattro sepali, ma il posteriore di essi è costituito dalla saldatura di due, la corolla è ridotta ai tre petali posteriori, porporini con screziature gialle e rosse; gli stami sono nove, monadelfi, ma di questi solo tre sono fertili; il pistillo è munito di uno stilo arcuato con apice stimmatifero leggermente rigonfio.
Il frutto è un legume indeiscente, dritto o leggermente arcuato, cilindrico o lievemente compresso, talora con strozzature fra i semi: a maturità è di color bruno rossastro con parete crostosa, fragile, nell'interno vi è una polpa bruna più o meno scura percorsa da fasci vascolari e in essa vi sono tante loggette o cavità, entro le quali si trovano i semi obovati, compressi, duri.
È pianta originaria dell'Africa tropicale, fra il 12° lat. N. e il 18° lat. S.: si trova nel bacino dell'alto Nilo, nell'Etiopia, nel Sennar, nel Kordofan, spingendosi, nell'Africa orientale, fino allo Zambesi. È stata diffusa da tempi molto antichi in Arabia, nelle Indie, in Cocincina, a Giava e perfino in Australia. È stata introdotta anche nell'America tropicale fin dal sec. XVI, specialmente alle Antille, dove si distingue una forma a frutti corti oligospermi chiamata T. occidentalis per distinguerla dalla forma a frutti lunghi, che vive in Africa e in Asia, detta T. orientalis.
Di questa pianta si adopera la polpa dei frutti, che si presenta bruna oscura, quasi nera (tamarindo bruno o nero), oppure bruna rossastra (tamarindo rosso o biondo). La polpa si dice greggia o depurata a seconda che contiene, o no, avanzi del frutto, semi, pezzi di rami, foglie, ecc.; essa rappresenta in media il 30% del frutto.
La polpa contiene acido malico, citrico e tartarico e loro sali, zuccheri, pectina.
Il frutto è iscritto nella Farmacopea ufficiale italiana (5a ed.) e se ne preparano la conserva, l'infuso e la polpa depurata.