Talmud
La guida della vita ebraica
Il Talmud è un corpus di testi, ma è molto più di un grande libro. È infatti un codice di leggi e una raccolta di storie, un contenitore di nozioni diverse, ma anche un immenso verbale di discussioni aperte, di pareri contrastanti. È stato, ed è tuttora, la guida della vita ebraica tradizionale e, al tempo stesso, una miniera di conoscenze e di spunti di riflessione. Per tutto questo, i figli d’Israele lo chiamano confidenzialmente mare
Talmud è una parola ebraica che significa letteralmente «studio»; ma indica, in sostanza, un grande libro: la raccolta di commenti e pareri alle norme etiche, giuridiche e rituali del popolo ebraico (giudaismo). Questo corpus di testi ha una natura – per così dire – aperta. Il Talmud va infatti immaginato come il lunghissimo verbale, o la trascrizione, di discussioni fra maestri.
Esso è composto di due parti: la prima è la Mishnah (che significa «ripetizione»), un antico codice di leggi ebraiche redatto intorno al 2°-5° secolo d.C., cui si è aggiunta in seguito, a titolo di commento e ampliamento, la Ghemarah (cioè, più o meno, «completamento»). L’insieme di questi due testi compone il Talmud, che fu messo per iscritto in un periodo compreso fra il 6° e il 7° secolo.
Esistono due Talmud: uno detto di Gerusalemme e l’altro – il Talmud per antonomasia, perché più vasto – di Babilonia, che fu infatti preparato nelle accademie di studi ebraici che fiorivano in quell’epoca nell’attuale Iraq.
Il Talmud è suddiviso in ordini e questi a loro volta in trattati. È un testo estremamente vario, in cui si passa disinvoltamente da notizie sulle stagioni agricole a considerazioni etiche sul ruolo della donna, dalla biologia alla teologia, dalla storia alla regolamentazione del lavoro subalterno. Come dicono gli Ebrei, si tratta di un vero ‘mare’ di sapere, in cui il lettore naviga proprio come si fa oggigiorno su Internet: non in direzione lineare, bensì spaziando fra le opinioni dei maestri, i commenti, i commenti ai commenti e i riferimenti ad altri testi (che oggi chiameremmo links). Ogni pagina del Talmud è infatti corredata di richiami e spiegazioni a margine, e ogni passo del libro è carico di richiami: niente di più facile che perdere il filo.
La trattazione procede normalmente così: un maestro enuncia un detto; un altro interviene, per dichiarare la propria opinione in merito; altre voci si fanno sentire nel testo, suggerendo spunti di riflessione. Spesso non si arriva a una conclusione, e la questione viene lasciata aperta. È insomma un libro fortemente pluralista, che esamina la realtà non per trovare delle leggi universali che la regolano, bensì con una costante attenzione al caso particolare.
Il Talmud ha rappresentato per secoli e millenni la guida della vita ebraica: esso infatti interpreta la legge della Bibbia – che secondo la fede è stata data da Dio all’uomo, attraverso la rivelazione – e la inserisce direttamente dentro la vita di uomini e donne. Il Talmud in sostanza è un’immensa spiegazione e adattamento della Torah, cioè della legge biblica. Infatti, se quest’ultima viene chiamata Torah scritta, il Talmud è definito anche Torah orale (pur essendo un grande libro!), in quanto trascrizione dell’interpretazione orale dei maestri.
Il Talmud è infatti ambientato nelle scuole, nelle accademie di studio di Babilonia, dove i maestri dialogavano fra loro e con i discepoli.
Le due parti fondamentali in cui il Talmud si divide sono la cosiddetta halakah («norma»), cioè il materiale che riguarda la legge biblica e la sua applicazione nella vita degli ebrei, e la haggadah (parola che viene da una radice che significa «raccontare», «dire»), che comprende invece i materiali narrativi: aneddoti, rivisitazioni dei racconti biblici, storie di rabbini e di uomini comuni, notizie più o meno generali.
Le due componenti si incontrano e si incrociano spesso nel testo.
Il Talmud è scritto in parte in ebraico e in parte in aramaico, una sorta di ebraico più ‘popolare’, usato nella vita di tutti i giorni (Gesù, per esempio, parlava in aramaico). Le due lingue sono comunque molto simili fra loro e si servono del medesimo alfabeto.
Il Talmud, nella sua natura di ‘mare’ da navigare e di testo di riferimento, ha accompagnato la vita degli Ebrei per secoli e millenni, e li ha guidati in ogni ambito dell’esistenza, non soltanto in quello strettamente religioso.