superuomo
Traduzione letterale del termine ted. Übermensch, che si trova già usato nella seconda metà del Seicento da Heinrich Müller, e che è più volte adoperato, nel secolo successivo, da Herder, da [...] pensiero di Nietzsche (rispetto al quale si è affermata di recente la tendenza a sostituirlo con l’espressione «oltreuomo»), in cui acquista notevole rilievo. Più che ricollegarsi alla concezione romantica dell’eroe, Nietzsche sottolinea un aspetto ...
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Cosi parlo Zarathustra, un libro per tutti e per nessuno
Così parlò Zarathustra, un libro per tutti e per nessuno
(Also sprach Zarathustra, ein Buch für Alle und Keine) Una delle maggiori opere di [...] il «superuomo», ossia la necessità di superare l’uomo quale è venuto determinandosi storicamente per produrre l’«oltreuomo» (Übermensch), e l’«eterno ritorno dell’uguale», negazione del significato storico-lineare degli eventi. Zarathustra critica e ...
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Scrittore austriaco (Klagenfurt 1880 - Ginevra 1942). Dopo essersi lasciato alle spalle un'insostenibile situazione familiare e la frequentazione di collegi e accademie militari, si diplomò in ingegneria [...] di soggetto, la sua identità e la sua unità in un'anarchia di atomi; mentre il suo Übermensch, l'"oltreuomo", indicava un nuovo stadio antropologico, proiettato oltre i tradizionali confini dell'io umanistico, era una pluralità di nuclei psichici ...
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postumanismo
(post-umanismo), s. m. Fase storica che tende al superamento della centralità dell’uomo.
• Il post-umanismo si fonda sulla convinzione che, un giorno, l’uomo potrà finalmente farla finita [...] Sloterdijk, quando riflette su quella che chiama l’antropotecnica del postumanismo. Abbiamo ereditato dal Novecento la figura dell’oltreuomo, la spinta a sfidare i vincoli fisici, a superare ogni limite. Siamo tutti acrobati. (Donatella Di Cesare ...
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POSTMODERNO
Giorgio Patrizi
Maria Anita Stefanelli
Stefano Chiodi
Ada Francesca Marcianò
Letteratura. - L'uso del termine p. è già rinvenibile negli anni Trenta, allorché il compilatore di una Antologia [...] del soggetto affermata da Nietzsche (per cui Vattimo legge l'Uebermensch non più come "superuomo" ma come "oltreuomo", prospettando un fondamento ''debole'' per il nuovo individuo che annulli ogni valenza metafisica nella "volontà di potenza ...
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volonta
volontà
La facoltà del volere; potere insito nell’uomo di scegliere e realizzare un comportamento idoneo al raggiungimento di fini determinati, o, più genericamente, disposizione a fare qualche [...] , e culminerà nell’idea della v. di potenza quale esaltazione massima dell’energia vitale, con cui l’oltreuomo impone fini e valori che superano la morale corrente, fuoriuscendo dalla tradizione metafisica. Nel pensiero posthegeliano e nella ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Francesco Stella
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Secolo ricchissimo di esperienze e intuizioni filosofiche, il Novecento vede confrontarsi [...] , termine dapprima maldestramente tradotto con superuomo e, solo dopo la metà del secolo, restituito al suo originale valore di oltreuomo, da intendersi come uomo al di là dell’uomo, del bene e del male, incarnazione della volontà di potenza ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Ermeneutica e pensiero debole
Costantino Esposito
La prima filosofia ermeneutica in Italia
Nella sua versione più diffusa a livello mondiale, l’ermeneutica è una tendenza di pensiero che parla soprattutto [...] di emancipazione» (G. Vattimo, La società trasparente, 1989, p. 11). Anche qui, l’annuncio nietzschiano dell’oltreuomo resta secondo Vattimo il paradigma della possibilità di vivere, senza nevrosi, «l’oscillazione tra appartenenza e spaesamento» (p ...
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