Movimento filosofico (anche detto positivismo logico, neoempirismo, empirismo logico) sorto, sviluppatosi ed esauritosi tra il terzo e il sesto decennio del 20° secolo.
I primi sviluppi
La data di nascita [...] sviluppo del movimento, unito agli attacchi sempre più pressanti provenienti dall’esterno, portò a un progressivo sfaldamento del neopositivismo. Il criterio empirico di significanza finì col perdere la sua ragion d’essere non appena ci si rese conto ...
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HEMPEL, Carl Gustav
Eugenio Lecaldano
Filosofo della scienza, nato a Oranienburg l'8 gennaio 1905. Partecipò alle riunioni dei neopositivisti del gruppo di Berlino; lasciata la Germania (1934), si stabilì [...] Stati Uniti, insegnando dapprima a Yale e poi dal 1955 a Princeton. Contro il riduzionismo dei primi neopositivisti ha proposto un'interpretazione liberalizzata del criterio di significanza che ammette la sensatezza dei termini teorici pur negandone ...
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In filosofia il criterio proposto da K. Popper per distinguere la scienza empirica dalla non-scienza. Erroneamente individuato dai neopositivisti nella ‘verificabilità’ degli asserti, consisterebbe invece [...] secondo Popper, sul piano logico, nella ‘falsificabilità’ delle teorie (ossia nel loro essere suscettibili di una falsificazione in seguito alla scoperta di fatti empirici che contraddicano le conclusioni ...
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Grelling
Grelling Kurt (Berlino 1886 - Auschwitz 1942) matematico, logico e filosofo tedesco. Fu tra i promotori del gruppo di filosofi neopositivisti noto come Circolo di Berlino. Il suo nome è legato [...] al paradosso dell’eterologicità o paradosso di Grelling-Nelson, così denominato perché da lui formulato nel 1908 insieme al connazionale filosofo L. Nelson (1882-1927), con il quale aveva cominciato a ...
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Godel
Gödel Kurt (Brno, Moravia, 1906 - Princeton, New Jersey, 1978) logico statunitense di origine austriaca. Studiò a Vienna, inizialmente con l’intento di laurearsi in fisica; ma, in seguito alla [...] frequentazione del circolo di Vienna dei neopositivisti, di cui tuttavia non condivise mai le idee filosofiche, i suoi interessi si spostarono sempre più verso la matematica e la logica. Nel 1930 conseguì la laurea e diede la dimostrazione della ...
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Filosofo statunitense (Denver, Colorado, 1901 - Gainesville, Florida, 1979); ha recato sul terreno del pragmatismo e del behaviorismo americani le istanze più vive delle indagini neopositivistiche europee [...] e J. Dewey e in particolare riprese alcune impostazioni del pragmatismo di G. H. Mead. All'influsso degli studiosi neopositivisti si deve invece far risalire il particolare interesse di M. per il linguaggio e il comportamento segnico.
Opere. Alla ...
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Schlick, Moritz
Filosofo tedesco (Berlino 1882 - Vienna 1936). Conseguì il dottorato con Planck a Berlino nel 1904. Insegnò poi nelle univv. di Rostock (1911-17) e di Kiel (1921) e nel 1922 ottenne la [...] , Circolo di), centro di diffusione della nuova filosofia scientifica neopositivistica. Diresse con Philipp Frank la collezione di studi neopositivisti in cui apparve il suo saggio Fragen der Ethik (1930; trad. it. Problemi di etica e Aforismi). Fu ...
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verificazione
verificazióne [Der. del part. pass. verificatus di verificare (→ verifica)] [LSF] Atto ed effetto del verificare; l'effetto è propr. la verifica, ma questo termine è oggi inteso come sinon. [...] in atto per verificarlo (v. epistemologia: II 435 f). La formulazione di tale principio è dovuta ai filosofi neopositivisti del Circolo di Vienna, che cercarono di fissare un criterio di significatività che distinguesse gli enunciati scientifici ...
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legge scientifica
Benché risalga al pensiero greco l’idea che il mondo naturale, in analogia con quello umano, è governato da leggi, è tuttavia soltanto nell’epoca moderna che nasce il concetto di l. [...] natura di relazioni simboliche né vere né false ma solo più o meno adeguate a esprimere i dati sperimentali (Duhem), è col neopositivismo (in partic., Hempel e Nagel) che si hanno i tentativi più articolati di spiegare ciò in cui una l. s. consiste ...
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QUINE, Willard Van Orman
Eugenio Lecaldano
Filosofo americano, nato ad Akron (Ohio) il 25 giugno 1928. Dopo avere studiato ad Harvard con C.I. Lewis e A.N. Whitehead, v'insegna dal 1936. Partito dalla [...] di questo simbolismo.
Gli sforzi di Q. sono stati principalmente rivolti a criticare due assunzioni fondamentali dei neopositivisti, cioè che tutte le asserzioni empiriche fossero riducibili a dati osservativi e che esistessero verità puramente ...
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neopositivismo
neopoṡitivismo s. m. [comp. di neo- e positivismo]. – Corrente filosofica, detta anche positivismo logico, costituitasi prima come «Circolo di Vienna» intorno al filosofo della scienza M. Schlick, poi, dopo il manifesto del...
neopositivista
neopoṡitivista s. m. e f. e agg. [comp. di neo- e positivista] (pl. m. -i). – Esponente, fautore, seguace del neopositivismo: le concezioni, la dottrina dei n.; e come agg.: i filosofi n.; il movimento neopositivista.