Chimico tedesco (Wehen, Wiesbaden, 1825 - Aschaffenburg 1909). Studente di medicina all'univ. di Giessen (1845) decise di dedicarsi allo studio della chimica e divenne allievo di J. Liebig. Passò poi ad Heidelberg ove fu tra i primi studenti privati di A. Kekule. Fu professore ad Heidelberg (1863) e, quindi, al Politecnico di Monaco (1868-83). Si occupò soprattutto di chimica organica; in seguito alle ...
Leggi Tutto
ERLENMEYER, Pittore di
L. Banti
Ceramografo corinzio, chiamato così dal nome del proprietario di un alàbastron a Basilea. Il Benson ha riunito sotto questo nome quattro grandi alàbastra, due in possesso [...] ad ali spiegate), e uno a Heidelberg. La produzione del Pittore dei Leoni Alati (v.) sarebbe una tarda fase del Pittore di Erlenmeyer. Due alàbastra a Berkeley, California (8/3303) e a Leida (i, 1926/1.2) con un gallo gigantesco, e, forse, un terzo ...
Leggi Tutto
Medico e neurologo tedesco (n. Bendorf, Renania Palatinato, 1849 - m. 1926). Noto per aver raccomandato l'uso dello iodio nell'arteriosclerosi e del bromo nel trattamento di alcune malattie nervose (epilessia, insonnia). Tentò anche una sistemazione scientifica della grafologia, nella sua opera: Die Schrift: Grundzüge ihrer Physiologie und Pathologie, 1879 ...
Leggi Tutto
Chimico tedesco (Würzburg 1855 - Friburgo in Brisgovia 1945), allievo di E. Erlenmeyer, prof. a Friburgo; è noto per numerose ricerche di chimica organica (alcaloidi, acidi e ossiacidi, ecc.). In partic., [...] propose un metodo di sintesi dei carboidrati che svolse un notevole ruolo nella elucidazione della struttura del glucosio e di altri esosi ...
Leggi Tutto
Recipiente di vetro, sferico oppure conico, a fondo piano e a collo lungo, di diversa capacità, utilizzato nei laboratori di chimica (v. fig.). Per il m. conico, o beuta, ➔ Erlenmeyer, Emil. ...
Leggi Tutto
NAFTALINA
Gaetano CHARRIER
Alberico BENEDICENTI
. Questo idrocarburo aromatico biciclico, che ha la formula C10H8, si forma sempre quando sostanze organiche di varia natura (acetilene, etilene, acido [...] oggi con qualche modificazione, è dovuto a H. Vohl (1867).
Per la naftalina, oltre la formula I, più usata correntemente, di E. Erlenmeyer, derivante da quella dei benzolo di Kekulè, sono state proposte da E. Bamberger (1890) le formule II e III, che ...
Leggi Tutto
aromatici alternanti
Carlo Cavallotti
Composti aromatici nei quali è possibile marcare con un asterisco gli atomi di carbonio della molecola in modo tale che i primi vicini di ogni atomo di carbonio [...] una reazione. Il concetto di aromaticità fu introdotto per la prima volta da Friedrich A. Kekulé ed Emil Erlenmeyer nel 1860 per spiegare struttura e proprietà del benzene. I composti aromatici sono composti ciclici caratterizzati dalla presenza di ...
Leggi Tutto
Schizofrenia
Gaetano Benedetti
Maurizio Peciccia
Il termine schizofrenia (dal tedesco Schizophrenie) indica una psicosi dissociativa caratterizzata da un processo di disgregazione della personalità [...] National institute of mental health di Washington, è stato avviato, sotto la direzione di L. Erlenmeyer-Kimling, il New York high risk project (Erlenmeyer-Kimling 1976). Lo studio, condotto su 250 bambini ad alto rischio di schizofrenia, ha mostrato ...
Leggi Tutto
Fu scoperto nel 1825 da Faraday a Londra nelle seguenti circostanze. Nei primordî dell'illuminazione a gas, il gas d'olio che si fabbricava in quella città dalla Portable Gas Company, decomponendo in tubi [...] trovò la sua espressione principalmente in questi quattro modelli:
in quello già descritto di Collie, come anche in alcune osservazioni di Erlenmeyer (1911).
I primi tre furono proposti nel 1888, il I da Marsh, il II da Baeyer, il III da Sachse; il ...
Leggi Tutto
GIOCATTOLO
J. Dörig
Gli antichi promuovevano con molta serietà i giochi dei fanciulli. Platone (Leggi, i, 643; vii, 794) e Aristotele (Polit., vii, 15) assegnavano loro una grande importanza educatrice [...] gambe snodate o con le sole braccia mobili. Un pezzo di particolare bellezza si trova nella Collezione Erlenmeyer. Sono stati spesso ritrovati gli stessi tipi con articolazioni rigide, usati principalmente per suppellettile sepolcrale. Fiori, diademi ...
Leggi Tutto
beuta
bèuta (o bèvuta) s. f. [etimo incerto]. – Recipiente di vetro a forma tronco-conica con collo stretto e fondo piatto, usato nei laboratorî chimici per riscaldare liquidi; è detto anche matraccio di Erlenmeyer.