Taddeo di Bartolo
Pittore senese (1362 circa - 1422); secondo il Vasari avrebbe lasciato a Monte Oliveto " un Inferno a fresco, nel quale seguì l'invenzione di D. quanto attiene alla divisione de' peccati e forma delle pene, ma nel sito o non seppe o non potette o non volle imitarlo ".
Un Giudizio, con l'Inferno e il Paradiso, fu affrescato invece da Taddeo nella Collegiata di San Gemignano. L'opera, per la quale è stata proposta da S. Symeonides una datazione più tarda (post 1406) di quella tradizionale (1393), non ha diretto rapporto con la Commedia, salvo che per la figura di Dite; la topografia dell'Inferno è indicata con una divisione in cinque scomparti e non in cerchi concentrici; Dite sovrasta i dannati corrispondendo simmetricamente all'Incoronazione della Vergine che sovrasta i beati.
Bibl. - Vasari, Le Vite, ediz. a c. di P. Barocchi, Testo II, Firenze 1967, 310 ss.; Commento II, ibid. 1969, 737; B. Berenson, Italien Pictures of the Renaissance. Centrai Italian and North Italian Schools, I, Londra 1968, 422; S. Symeonides, T. di Bartolo, Siena 1965, 153 ss., 233.