SUITE
. Nella terminologia musicale questa voce designa una sorta di composizione strumentale a più tempi, ognuno di essi nel quadro d'una danza aulica più o meno idealizzata. Per eccezione, del resto non infrequente, si vede comparire nella Suite, tra l'una e l'altra danza o al principio o alla fine, o al posto di una delle danze più abituali, un'altra forma componistica (specialmente un'Aria, o una Fuga, un Preludio, ecc.) contrassegnata non sempre dal suo proprio nome, ma talvolta anche dalla sola indicazione di movimento (Adagio, Allegro, ecc.). Come avviene in tutti i generi strumentali a più tempi, anche nella Suite il criterio che domina la successione dei tempi stessi è quello d'alternare tempi in movimento lento e tempi in movimento rapido. Nella suite tale criterio è anzi più saldamente connaturato, trattandosi d'un seguito di danze e cioè di pezzi non soltanto d'indole prevalentemente ritmica, in cui il senso del movimento è più che altrove accurato e quindi bisognoso di contrasti, ma anche derivati più o meno strettamente da veri e proprî ballabili, nei quali l'alternanza suaccennata rispondeva a esigenze pratiche.
E infatti già prima d'entrare - idealizzate o meno - nel quadro della Suite, le danze erano di solito accoppiate; una lenta a una rapida e viceversa: Pavana-Gagliarda, p. es., come avviene specie in Francia; Passamezzo-Saltarello, come in Italia, in cui il movimento in Allegro tien dietro a quello in Adagio.
Quivi i primi accenni, e i primi nuclei insieme, della Suite; i quali si dànno dal sec. XVI al primo XVII in Francia, in Italia e in Inghilterra specialmente, presso i liutisti e in genere i trascrittori di musiche dall'originale per voci alla pratica per strumenti. E già in questi primi nuclei vediamo affermata l'esigenza d'un nesso tonale tra l'una e l'altra delle danze, che poi nella Suite rigorosa trova forza di legge.
Tra gli esempî più notevoli, per data e per caratterizzazione formale, di tali antecedenti citiamo la riunione Pavana-Saltarello-Piva nell'Intavolatura di liuto pubblicata nel 1508 da O. Petrucci.
Più le danze e in genere i pezzi riuniti insieme vanno aumentando di numero, più si avverte il bisogno di forti nessi tra l'uno e l'altro: al nesso tonale s'aggiunge assai presto, già in documenti del mezzo Cinquecento (cfr. il Libro di liuo dato fuori da A. Rotta nel 1546), il nesso tematico: i varî pezzi hanno elementi tematici in comune.
A mezzo Seicento per impulso specialmente italiano (C. B. Buonamente, ecc.) la Suite si può vedere in piena efficienza storica in tutta Europa (specie in Germania, Francia e Inghilterra) coi caratteri già intravveduti e ora ufficialmente affermati. Tipo più frequente, la Suite di Allemanda-Corrente-Sarabanda-Giga, che dai secentisti (importante, a proposito della prima diffusione della Suite in Germania e in Francia, l'allievo di G. Frescobaldi, J. J. Froberger) passa come base comune ai settecenteschi fino a J. S. Bach e G. F. Haendel. I pezzi non previsti nello schema ufficiale sono di solito: come esordio, un Preludio (Ouverture, Toccata ecc.); tra la Sarabanda e la Giga, un'altra danza qualunque (Gavotta, Minuetto, Bourrée, ecc.); come conclusione, la Ciaccona, la Passacaglia o altre forme basate anch'esse sulla variazione, o un Rondò.
Per gli autori e per gli sviluppi interni della produzione in questo genere, v. anche clavicembalisti.