stradiotti Soldati di una cavalleria leggera che la Repubblica di Venezia organizzò per controbattere le incursioni della cavalleria leggera turca (15° sec.). In Italia furono adoperati per la prima volta durante la guerra di Ferrara del 1482. Non recavano armature difensive, ma molti tenevano un piccolo scudo, erano armati di lancia, mazza e daga al fianco. Si mostrarono sempre devotissimi alla Repubblica di Venezia; lo sviluppo della fanteria, dell’artiglieria e delle fortificazioni da campo li fece poco a poco scomparire (16°-17° sec.). Letteratura stradiottesca Particolare produzione letteraria che si espresse a Venezia nel 16° sec. in un linguaggio ibrido, in cui al dialetto veneziano si mescolano elementi fonetici istriani e dalmati ed elementi fonetici e lessicali del greco moderno. Alla letteratura stradiottesca propriamente detta appartengono alcuni poemetti che ricordano (per lo più in tono burlesco ed eroicomico) le imprese degli s. in lotta contro i Turchi, e le parti di alcune commedie plurilingui dove agiscono questi soldati. Il più considerevole documento di tale letteratura è il poema burlesco I fatti e le prodezze di Manoli Blessi strathioto (1561), di A. da Molino, autore anche di alcune barzellette sulla battaglia di Lepanto. Furono inoltre dette canzoni stradiottesche quelle composizioni in versi di carattere popolare che narravano le imprese degli esuli greci e le loro peregrinazioni attraverso lontane regioni.