PROTIĆ, Stojan
Uomo di stato serbo nato a Kruševac il 16 gennaio 1857, morto a Belgrado il 28 ottobre 1923. Compiuti gli studî alla facoltà storico-filosofica di Belgrado, esordì quale docente liceale; ma per le sue idee troppo liberali diede presto le dimissioni e si dedicò al giornalismo. Fu redattore della Samouprava, fondatore e collaboratore del Srpski Odjek, del Delo, del Radikal (pseudonimi: Balcanicus, Veritas, Janus). Polemista di prim'ordine, eletto nel 1887 deputato, radicale, appartenne alla Skupština per più di 7 lustri. Fu coinvolto in tutte le congiure e negli attentati che turbarono il regno degli Obrenović. Fu più volte in carcere per ragioni politiche o per reati di stampa. Nel 1899, dopo l'attentato contro re Milan, fu condannato a 20 anni di carcere; ne scontò due, poi fu graziato. Soppressi gli Obrenović nel 1903, fece parte del triumvirato radicale con N. Pašić e con Paču. Esperto di amministrazione interna e di finanze, divenne ministro dell'Interno nel 1903 e delle Finanze nel 1908. Dal 1903 al 1918 fu l'anima di tutti i governi radicali serbi. Nel 1914 compilò la risposta all'ultimatum dell'Austria e nel 1917 la "Dichiarazione di Corfù". Il 7 dicembre formò il primo ministero del nuovo regno dei S. H. S. Emulo di Pašić, dissentì da lui sull'ordinamento costituzionale da dare al nuovo stato. P. avrebbe fatto concessioni ai Croati. Si disgustò col partito e formò un gruppo radicale indipendente. Cessò di essere ministro nel 1920; fu pensionato nel 1921; nelle elezioni del marzo 1923 rimase soccombente. Si ritirò a vita privata, rattristato e deluso, continuando a polemizzare sui giornali.
Scrisse anche libri e opuscoli su argomenti politici dei Balcani: Macedonia, Albania, Bulgaria, Serbi e Croati, conflitto austro-serbo, costituzione serba e iugoslava. Lasciò incompleta una storia della Serbia dal 1899 in poi.