SPORT.
– Il doping. Lo sport in Italia. Altri sport nei primi anni del 21° secolo. Rugby. Tennis
Il doping. – Uno dei principali e più scottanti temi riguardanti lo s. continua a essere il problema del doping. I casi che destano il maggior clamore mediatico, come quello del ciclista Lance Armstrong (v. ciclismo) o del marciatore Alex Schwazer (v. atletica e olimpiadi), rappresentano con ogni probabilità la punta di un iceberg. L’aspetto messo a fuoco più di recente non riguarda tanto le pratiche illecite, quanto, su un piano più generale, la cultura della ‘scorciatoia’. Infatti, il ricorso al farmaco (anche giuridicamente consentito), a sostanze attive a esso assimilabili o a determinate pratiche mediche rappresenta quasi un problema di psicologia sociale, secondo una forma di ‘medicalizzazione dello sport’ con forti rischi per la salute. Negli ultimi anni del secolo in corso le attività di antidoping si sono evolute e perfezionate. Dopo l’istituzione, nel 1999, della WADA (World Anti-Doping Agency) da parte del CIO (Comité International Olympique), tale organismo ha adottato un codice, entrato in vigore il 1° gennaio 2004, che fissa le regole e i principi dell’antidoping, valevoli per il CIO e per le federazioni, e stabilisce standard internazionali uguali per tutti i laboratori, relativamente alle modalità di controllo e alle sostanze a fine terapeutico soggette a restrizione. Il codice WADA, autentico punto di riferimento nella lotta al doping, viene periodicamente aggiornato con variazioni e precisazioni: l’ultima sua versione è stata approvata nel corso della IV Conferenza mondiale sul doping nello sport, svoltasi dal 12 al 15 novembre 2013 a Johannesburg, ed è entrata in vigore il 1° gennaio 2015.
Lo sport in Italia. – Come e più di altri ‘momenti sociali’, attraverso lo s. è possibile effettuare un’analisi della realtà e offrire uno spaccato del nostro Paese di grande interesse, soprattutto se si considerano le molte, differenti valenze che lo caratterizzano, da quella sociodemografica in senso stretto, a quella economica, a quella medico-sanitaria. Se è vero che le cifre ufficiali diffuse dal CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) riguardanti tesserati e prati-canti sono considerevoli, più complesso è il discorso sullo s. inteso in senso non solo agonistico, ma come cultura sportiva e quindi come momento quotidiano dell’esistenza e possibile termometro, oltre che strumento, della crescita collettiva e dell’inclusione (si pensi al valore aggregativo promosso dall’associazionismo sportivo). In tal senso la pratica dell’attività fisica, prima ancora che aprire una prospettiva di livello professionale, garantisce una migliore qualità della vita (si pensi alle ricadute benefiche per l’età avanzata e per le disabilità).
In Italia, secondo i dati ufficiali forniti dal CONI relativi al 2014, gli atleti tesserati sono 4.500.327, gli operatori sportivi 1.016.598, le società sportive 65.829, le federazioni sportive nazionali 45 e le discipline associate 19. Nel decennio 2003-13 il numero degli atleti è cresciuto del 31,8%, quello degli operatori dell’1,6% e quello delle società del 3,6%. Tra le singole federazioni nazionali, la FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio) è stata la prima per numero di tesserati (1.098.450), seconda è risultata la FIPAV (Federazione Italiana Pallavolo) con 365.732 atleti. La distribuzione geografica degli atleti ha visto il 30% di essi al Nord-Ovest, il 24% al Nord-Est, il 21% al Centro, il 16% al Sud e il 9% nelle Isole. Per quanto riguarda gli indici di densità di atleti per regione, i primi quattro posti sono stati occupati da Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Marche, mentre gli ultimi quattro da Puglia, Calabria, Sicilia e Campania. Sempre secondo tali dati, 17.715.000 persone (30%) hanno dichiarato di praticare almeno uno s., 16.326.000 (28%) hanno svolto qualche attività fisica, pur non inquadrabile in una disciplina sportiva, e 24.766.000 (42%) si sono invece dichiarate completamente sedentarie. Interessante, infine, è il dato sociodemografico relativo al rapporto tra pratica sportiva e livello di istruzione: il 44,6% dei laureati ha praticato s.; tra tutti coloro che hanno conseguito al massimo la licenza media i praticanti sono stati il 24%, mentre il 54% della popolazione che ha conseguito soltanto la licenza elementare è stata sedentaria.
Altri sport nei primi anni del 21° secolo. – Nell’ambito delle discipline più importanti, per impegno organizzativo e seguito popolare, si darà qui conto degli eventi principali degli anni recenti del 21° sec. riguardanti rugby e tennis (per le altre discipline v. le singole voci).
Rugby. – Nell’edizione del Sei Nazioni del 2008 si impose il Galles, che conquistò anche lo Slam (circostanza che si verifica quando una squadra, oltre a trovarsi in testa alla classifica finale, ha vinto tutti gli incontri effettuati); all’Italia toccò il temuto ‘cucchiaio di legno’, l’ironico riconoscimento che spetta a chi arriva ultimo nel girone, da non confondere con il Whitewash, destinato invece a chi perde tutte le gare previste e che toccò all’Italia l’anno successivo, in cui si impose l’Irlanda, anche stavolta acquisendo lo Slam. Nel 2010 si aggiudicò la competizione la Francia (con lo Slam) e cucchiaio di legno per l’Italia, così come nel 2011, quando vinse l’Inghilterra. Nel 2012 altra vittoria e altro Slam per il Galles, mentre è toccato alla Scozia il Whitewash. Il Galles ha vinto di nuovo nel 2013, quando il cucchiaio di legno è andato alla Francia e l’Italia è stata quarta nel girone. Nel 2014 ha vinto Irlanda e il Whitewash è andato all’Italia; nel 2015, infine, di nuovo l’Irlanda vincitrice e Whitewash per la Scozia. Nelle edizioni della Coppa del mondo disputatesi nel 2007 e nel 2011 a prevalere sono state, rispettivamente, la Repubblica Sudafricana e la Nuova Zelanda (vincitrice in finale sulla Francia).
Tennis. – Gli eventi che maggiormente hanno attratto l’attenzione del pubblico sono stati i quattro tornei internazionali appartenenti al cosiddetto circuito del Grande slam (gli Open d’Australia, gli Internazionali di Francia, Wimbledon e gli Open degli Stati Uniti) e il torneo Masters di fine anno; per quel che concerne le nazionali, rilevante la Coppa Davis e, in minor misura, la Federation Cup femminile.
In ambito maschile il torneo Masters, conclusivo della stagione, è stato vinto nel 2007 dallo svizzero Roger Federer, nel 2008 dal serbo Novak Đoković, nel 2009 dal russo Nikolay Davydenko, nel 2010 e nel 2011 ancora da Federer e nel 2012, 2013 e 2014 ancora da Đoković. Gli Australian Open stati vinti nel 2007 da Federer, nel 2008 da Đoković, nel 2009 dallo spagnolo Rafael Nadal, nel 2010 da Federer, nel 2011, 2012 e 2013 da Đoković, nel 2014 dallo svizzero Stan Wawrinka e nel 2015 ancora da Đoković. Gli Internazionali di Francia sono stati vinti dal 2007 al 2014 ininterrottamente, con la sola eccezione del 2009 (quando si impose Federer), da Nadal, mentre nel 2015 ha trionfato Wawrinka. Il torneo di Wimbledon è stato vinto nel 2007 da Federer, nel 2008 da Nadal, nel 2009 ancora da Federer e nel 2010 ancora da Nadal; nel 2011 si è imposto Đoković, nel 2012 Federer, nel 2013 lo scozzese Andy Murray, nel 2014 e nel 2015 ancora Đoković. Gli US Open, infine, sono stati vinti nel 2007 e nel 2008 da Federer, nel 2009 dall’argentino Juan M. Del Potro, nel 2010 da Nadal, nel 2011 da Đoković, nel 2012 da Murray, nel 2013 da Nadal e nel 2014 dal croato Marin Čilić.
In ambito femminile le giocatrici di miglior livello, spesso avvicendatesi negli albi d’oro dei maggiori tornei, sono state le sorelle statunitensi Serena e Venus Williams, la belga Kim Clijsters, la russa Maria Sharapova. Vittorie delle italiane Francesca Schiavone agli Internazionali di Francia del 2010 e di Flavia Pennetta agli US Open del 2015, in finale con la connazionale Roberta Vinci.
La Coppa Davis ha visto nel 2007 la vittoria degli Stati Uniti, nel 2008 e del 2009 quella della Spagna, nel 2010 della Serbia, nel 2011 ancora della Spagna, nel 2012 e nel 2013 della Repubblica Ceca, nel 2014 della Svizzera. La Fed Cup, una sorta di equivalente femminile della Coppa Davis, è stata conquistata nel 2007 e nel 2008 dalla Russia, nel 2009 e nel 2010 dall’Italia, nel 2011 e nel 2012 dalla Repubblica Ceca, nel 2013 ancora dall’Italia, e nel 2014 e nel 2015 ancora dalla Repubblica Ceca.