spammare
v. tr. e intr. Inviare messaggi non richiesti, dal contenuto perlopiù pubblicitario, servendosi della posta elettronica.
• Poi è spuntato [Massimiliano] Allegri. Parlata cantilenante, lineamenti da [Piero] Fassino e permalosite cronica (quando è stata citata l’autobiografia di [Zlatan] Ibra[himović], ha reagito come se gli avessero appena spammato lo smartphone con le foto nude di [Andrea] Pirlo. (Andrea Scanzi, Fatto Quotidiano, 8 novembre 2011, p. 14, Sport) • In attesa del confronto con [Pier Luigi] Bersani, previsto per domani, [Beppe] Grillo si scatena sul suo blog contro i presunti intrusi, i «trolls» («orchi» nel linguaggio di Internet) e i «fake» (nomi falsi) che scrivono migliaia di commenti al giorno, poi ripresi da giornali e tg. Cosa c’è di male nei suddetti commenti? Che sono fuori linea, non beatificano Grillo e il suo guru [Gianroberto] Casaleggio e anzi, talvolta, si permettono di criticare la linea dei 5 stelle. «Qualcuno evidentemente li paga per spammare dalla mattina alla sera», scrive il comico, sempre meno divertente. (Andrea Carugati, Unità, 25 marzo 2013, p. 4, Politica) • Amazon […] ingaggia una battaglia contro quello che gli statunitensi chiamano astroturfing, autentiche fabbriche di recensioni che in cambio di denaro creano falsi profili che spammano cinque stelle ai prodotti dei propri clienti. (Alessio Lana, Sole 24 Ore, 12 luglio 2015, p. 12, Nòva24).
- Derivato dal s. ingl. spam con l’aggiunta del suffisso -are1.
- Già attestato nella Repubblica del 19 novembre 2007, Affari & Finanza, p. 37 (Claudio Gerino).