sonno
Dormire è necessario
Proprio come mangiare e bere, dormire è una necessità comune agli uomini e a tutti gli altri animali. Anche se la scienza non ha ancora del tutto chiarito perché si dorme, è riuscita a investigare a fondo che cosa succede al cervello nelle ore di sonno e ha capito che non è vero... che chi dorme non piglia pesci!
Thomas Edison, uno dei più grandi inventori di tutti i tempi, pensava che dormire fosse una perdita di tempo (forse inventò la lampadina proprio per rimanere sveglio!). Aveva però torto: la scienza ci ha rivelato che il riposo notturno è importante quanto mangiare o bere. Lo conferma il fatto che gli uomini e tutti gli altri animali hanno bisogno di dormire.
La scienza non è ancora riuscita a capire perché si dorme. Per molto tempo si è pensato che il sonno permettesse all’organismo di recuperare le energie. Tuttavia, i nostri organi non smettono di funzionare quando dormiamo, e la quantità di energia che si risparmia in otto ore di sonno è inferiore a quella contenuta in una normale merendina.
Dormire però svolge un ruolo chiave per il buon funzionamento della nostra mente. È stato ipotizzato che serva a ‘ripulire’ il cervello dalle sostanze tossiche (i radicali liberi) che si generano durante l’attività diurna per effetto del metabolismo: sarebbe questo il motivo per cui, in generale, animali con una attività metabolica elevata come i pipistrelli hanno bisogno di dormire più a lungo. Altri studi invece hanno dimostrato che dormire rafforza la memoria e ‘aguzza l’ingegno’: avvalendosi di tecniche che registrano ‘in diretta’ l’attività del cervello, i neuroscienziati hanno osservato che durante il sonno si attivano le stesse aree che di giorno sono impegnate per ricordare le nozioni scritte su un libro di testo, o per imparare una lingua straniera.
Il sonno rende più forti le connessioni fra neuroni (le cosiddette sinapsi) e ci permette di non dimenticare ciò che abbiamo studiato.
Infine, il sonno è importante nello sviluppo: nei neonati, che trascorrono dormendo più della metà del loro tempo, aiuta la maturazione del cervello. E nei bambini piccoli facilita l’apprendimento del linguaggio.
Si è iniziato a capire qualcosa in più del sonno attorno agli anni Cinquanta del 20° secolo, quando il pediatra russo Nathaniel Kleitman scoprì che questo fenomeno presenta fasi distinte: una fase, detta REM, che costituisce il 20÷25% del sonno totale nell’adulto e il 50% nel neonato, e una fase definita non-REM, durante la quale il cervello svolge un’attività lenta e regolare e il sonno è più profondo.
La sigla REM, che sta per Rapid eye movements («movimenti rapidi degli occhi»), indica che durante questa fase i globi oculari si muovono rapidamente. Inoltre, i ritmi cardiaco e respiratorio, rallentati durante le fasi precedenti, accelerano; la muscolatura del volto e delle estremità degli arti si contrae, mentre il resto del corpo si rilassa. L’aspetto più affascinante del sonno rem risiede però nell’attività del cervello: in questo periodo, infatti, si attivano le aree collegate alle emozioni e, molto più debolmente, quelle che immagazzinano il ricordo di esperienze vissute. Quando questo accade, significa che stiamo sognando (sogno). Le registrazioni dell’attività elettrica del cervello, eseguite con l’elettroencefalogramma, hanno permesso di stabilire che un ciclo completo di sonno (REM+non-REM) dura circa 90 minuti; nelle ore che precedono il risveglio però il tempo trascorso nella fase REM è maggiore: per questo, ci sembra di sognare di più al mattino!
Alcune aree cerebrali sono responsabili della regolazione del ritmo sonno-veglia. Tra queste, la sostanza reticolare del mesencefalo, che ci mantiene svegli, e alcuni neuroni dell’ipotalamo, la cui attività ci fa venire sonno quando arriva la sera. Lo squilibrio fra il sistema che induce la veglia e quello che ci accompagna al riposo provoca l’insonnia, che rovina le notti a 14 italiani su 100, ma la cifra raddoppia se si considera anche chi ne soffre soltanto per brevi periodi.
un pipistrello: 20 ore
un pitone: 18 ore
un bimbo neonato: 16 ore
un gatto: 12,1 ore
un cane: 10,5 ore
uno scimpanzé: 9,7 ore
un uomo adulto: 8 ore
un uomo anziano: 5,5 ore
un asinello: 3 ore
una giraffa: 1,9 ore