primitive, società Le prime società umane e le loro usanze. Per estensione, le società e le istituzioni contemporanee ferme a uno stadio primordiale di sviluppo.
Il termine s.p. fu introdotto nella seconda metà dell'Ottocento dagli antropologi evoluzionisti. Esso implicava l'idea che tutte le popolazioni e le società umane fossero partite da una condizione originaria comune e che alcune di esse fossero rimaste 'primitive', ovvero non progredite in misura significativa rispetto a tale punto di partenza comune. Tuttavia, le nostre conoscenze sull'organizzazione delle primissime società umane sono molto scarse, e vi sono valide ragioni per ritenere infondata l'equiparazione di una qualsiasi società contemporanea a quella dei primordi dell'umanità. Testimonianze attendibili a questo riguardo esistono solo per epoche molto più tarde, e per di più per un numero assai limitato di società, con la comparsa di fonti scritte. Si trattava con tutta probabilità di comunità di piccole dimensioni di cacciatori-raccoglitori, ma non è chiaro se fossero organizzate in gruppi parentali, se praticassero la poliginia o la poliandria, se adorassero totem, se avessero dei capi, se la vita economica fosse basata sulla divisione del lavoro tra uomini e donne.
Se si cerca di delineare un quadro generale della storia universale, si può dimostrare che certe istituzioni (sviluppo tecnologico, crescita demografica ecc.) appaiono in sequenza nelle testimonianze archeologiche: lo sviluppo dell'agricoltura, la nascita delle città, l'invenzione della scrittura, la formazione del capitalismo, le rivoluzioni industriali e scientifiche, e via dicendo. Molti autori si sono limitati ad associare uno o più di questi sviluppi alla 'civiltà', qualificando come 'primitive' quelle società che non hanno sperimentato queste svolte cruciali. Tuttavia questo approccio fa permanere alcuni problemi cruciali: per es. se si tratta di popolazioni intrinsecamente 'primitive', o se è la loro tecnologia a essere tale. Alcune società considerate primitive sono vissute per generazioni a stretto contatto, e spesso intrattenendo rapporti di scambio più o meno ineguali con gruppi giudicati più progrediti, o addirittura 'civilizzati'. Ma da ciò non è certo di poter far conseguire che la condizione di popoli 'primitivi' sia una conseguenza della loro associazione con vicini più potenti, o che questi popoli diventerebbero 'civilizzati' non appena imparassero a leggere e a scrivere, o a far funzionare macchine elettriche. Da questo punto di vista è più corretto parlare di volta in volta, a seconda della situazione, di società preletterate, o basate sulla raccolta, o di adattamenti a un'economia di raccolta all'interno di strutture politiche ed economiche più ampie, oppure di regioni prive di mezzi di trasporto ecc.