soblime [sublime nella '21 e nel Casella; v. Petrocchi, ad l. e Introduzione 433]
L'unica attestazione ricorre nel passo in cui Beatrice espone a D. l'ordinamento dei cori angelici che si muovono in circolo velocissimi intorno a Dio; i primi tra loro, cioè Serafini e Cherubini, assecondano con la rapidità del loro moto il vincolo d'amore che li lega a Dio, per somigliarsi al punto [alla divinità] quanto ponno; / e posson quanto a veder son soblimi, " quanto sono alti a vedere e cognoscere Iddio " (Buti, a Pd XXVIII 102).
Tanto più possono, cioè, farsi simili al creatore, rispetto alle altre creature create, quanto più di ogni altra creatura si elevano nella contemplazione e nella conoscenza di Dio. L'aggettivo quindi allude contemporaneamente all'altezza della visione di cui godono i due cori angelici e alla loro eccellenza spirituale a paragone delle altre creature.