SISSIZÎ (συσσίτια)
Nome letterario dei pasti comuni dei cittadini di pieno diritto a Sparta e a Creta: ma il nome tecnico a Sparta era fidizî (ϕειδίτια) e a Creta andreia (ἀνδρεῖα; in Gortina però ἑταιρίαι). Si tratta evidentemente di un istituto già proprio delle tribù doriche prima dell'immigrazione dei Dori in Creta: esso ha analogia con istituzioni di molte tribù primitive. Il legame è di carattere militare-sacrale e non presuppone un'economia comunista. Sebbene sia verosimile che esso sia sorto in un periodo di uniformità economica relativa entro le tribù, l'esempio di Creta dimostra che ne era possibile la conservazione in tempo di forti disparità patrimoniali.
A Sparta come a Creta la partecipazione ai sissizî era presupposto e riconoscimento del pieno diritto di cittadinanza. In entrambi i luoghi la partecipazione ai sissizî sopravviveva al periodo di convivenza totale dei giovani, e ne rappresentava dunque una forma ridotta. A Sparta si partecipava ai sissizî dall'età di 30 anni; ogni sissizio costituiva gruppo chiuso, all'incirca di 15 uomini, in cui si entrava per cooptazione; i membri del sissizio combattevano in guerra insieme nell'enomotia.
Tutti i sissizî avevano sedi separate sulla Strada iacintia. Ogni membro portava un contributo mensile in derrate, più dieci oboli eginetici. Salvo eccezioni, la partecipazione ai sissizî era obbligatoria. Se i due re pranzavano insieme ne erano liberati, non il re solo.
A Creta l'organizzazione era diversa. Si entrava negli andreia o eterie uscendo dalle agele, associazioni giovanili di carattere militare costituite intorno a un figlio di un aristocratico potente: dunque anche gli andreia dovevano conservare un carattere analogo. Tutti gli andreioi pranzavano insieme in una sede comune, l'andreion. I figli non ancora entrati nelle agele pranzavano accanto ai padri: anche i membri della famiglia rimasti a casa (moglie, figlie, schiavi) avevano un contributo al nutrimento dagli andreia. I quali potevano farlo in quanto si erano trasformati in associazioni con contributo statale, godevano inoltre del provento di una capitazione di uno statere per servo della gleba e infine erano per il resto mantenuti con contributi di partecipanti proporzionali alle entrate nella misura della decima dei campi. Il capo della eteria (ἀρχός) era un aristocratico, che aveva una posizione privilegiata; ma l'ordinamento era ormai democratico.
Bibl.: U. Kahrstedt, Griechisches Staatsrecht, I, Gottinga 1922, pp. 40 seg., 351 segg.; M. P. Nillson, Die Grundlagen des spartanischen Lebens, in Klio, XII (1912), p. 308 segg.; R. v. Pöhlmann, Gesch. d. sozialen Frage und des Sozialismus in der antiken Welt, 3ª ed., Monaco 1925, p. 61 segg.; G. Busolt e H. Swoboda, Griech. Staatskunde, 2ª ed., ivi 1926, pp. 594 segg. e 751 segg.