sinedrio Presso gli antichi Greci, la riunione dei rappresentanti di leghe sacrali o politiche nazionali. In particolare ad Atene, il collegio costituito da un magistrato (arconte eponimo; arconte re e polemarco) e i suoi assessori (πάρεδροι).
Supremo consiglio degli Ebrei al tempo dell’occupazione romana della Palestina. Appare nelle fonti solo in epoca romana, ma è probabile che il senato attestato con il nome di γερουσία fin dall’età ellenistica fosse in sostanza lo stesso organo. Il s. costituiva la suprema magistratura locale cui spettavano, nella direzione degli affari pubblici e nell’amministrazione della giustizia, quei compiti che l’autorità romana non avocava a sé. Nel 57 a.C. il proconsole Gabinio divise il territorio giudaico in 5 distretti governati ciascuno da un s., restringendo la giurisdizione del s. di Gerusalemme; nel 47 a.C. Cesare ripristinò l’assetto precedente; esiliato da Gerusalemme al momento della sua distruzione (70 d.C.), il s. non vi fece più ritorno. Dal 325 si insediò a Tiberiade e continuò a esistere fino al 425, con funzioni di rappresentanza politica, amministrazione interna e guida religiosa.