SIMONE di SAINT ALBANS
(o Simon Master)
Miniatore attivo nella seconda metà del sec. 12° presso l'abbazia di St Albans al tempo dell'abate Simon (1167-1183). Artista prolifico e influente, non se ne conosce con certezza la provenienza né esattamente l'ambito della formazione.I Gesta abbatum monasterii S. Albani redatti da Thomas di Walsingham sottolineano l'amore dell'abate Simon per i libri, particolarmente per le Scritture, e il suo interesse per l'erudizione; essi inoltre affermano che l'abate stesso restaurò lo scriptorium dell'abbazia e ne aumentò le risorse, mantenendo inoltre due o tre scribi di prim'ordine nella propria stanza. Egli scrisse inoltre a Richard, priore dell'abbazia di Saint-Victor a Parigi, chiedendogli di aiutarlo a procurarsi copie delle opere di Ugo di San Vittore (Hunt, 1978, p. 253). Importante risulta, in relazione a S., il legame diretto tra Parigi - dove sembra che tali manoscritti siano stati eseguiti - e St Albans, dove pervennero, dal momento che il channel style di S. derivò dalla produzione libraria parigina intorno alla metà del sec. 12° (de Hamel, 1984); in effetti, S. sembra aver lavorato sia in Francia sia in Inghilterra ed è possibile che si sia formato a Parigi.Sette manoscritti superstiti di St Albans recano scritte che li attribuiscono alla committenza dell'abate Simon o che li qualificano come suoi doni. La mano dello stesso S. è stata identificata in tre di essi: un codice delle Homiliae in Ezechielem di Gregorio Magno (Oxford, Stonyhurst College, 7), una copia glossata delle Epistulae Pauli (Cambridge, Trinity College, O.5.8) e una del Super Leviticum di Radulphus Flaviacensis, composto nel 1150 ca. (Cambridge, Trinity Hall, 2). La maggior parte degli altri codici mostra uno stile strettamente correlato, con un'analoga padronanza delle iniziali e dei motivi decorativi.La mano di S., o di suoi strettissimi seguaci, ricorre inoltre in altri sei manoscritti provenienti da St Albans e probabilmente pertinenti all'abbaziato di Simon, sebbene non presentino il suo ex dono. Essi sembrano suggerire che la bottega abbia prodotto libri per committenti diversi, dal momento che uno di questi manoscritti (Oxford, Bodl. Lib., Finch e. 25) venne eseguito per il vicepriore Fabian di St Albans, un altro (Cambridge, St John's College, 68) per Matilda, badessa di Wherwell, e un terzo (Dublino, Trinity College, 51, già A.2.2) apparentemente per la casa dei Premostratensi a West Dereham (Thomson, 1982, pp. 54-62).Oltre a questi, altri sedici manoscritti - tutti di provenienza sconosciuta o incerta - sono stati ricondotti allo stile di S.; essi presentano per la maggioranza scrittura di mano inglese e furono probabilmente eseguiti per committenti inglesi. Il più lussuoso, la Bibbia dei Cappuccini (Parigi, BN, lat. 16743-6), fu quasi certamente prodotto in Francia: il testo è in lingua francese e vi compare la mano di un altro artista (Kauffmann, 1975, pp. 13-14; Thomson, 1982, p. 128).L'opera di S. e della sua bottega fu largamente apprezzata nel tardo sec. 12°: segnando una svolta evidente rispetto alla produzione inglese della metà del secolo, essa ben si adattò alle esigenze del nuovo e più compatto libro glossato, diffuso tra gli eruditi dell'epoca; contribuì inoltre alla diffusione in Inghilterra e in Francia del channel style, caratterizzato da una decorazione limitata alle iniziali, eseguite in colori vivaci, spesso su sfondo dorato e sistemate all'interno di un una riquadratura che funge da cornice. La decorazione vegetale è generalmente una versione ridotta degli esuberanti motivi della metà del secolo, frequentemente limitata a strette spirali con foglie ricurve abitate da piccoli leoni bianchi. Iniziali più grandi erano qualche volta interamente o parzialmente costituite da forme molto allungate di figure - i c.d. giganti blu - o da creature simili a dragoni o cani. Particolarmente caratterizzanti sono le figure di S., che mostrano proporzioni e panneggio naturalistici e volti sereni, questi ultimi ombreggiati in grigio-verde, secondo una maniera molto vicina a modi bizantini. La caratteristica più inconsueta consiste nell'uso, ricorrente in diversi manoscritti, di legare il ritratto dell'autore al testo per mezzo di una striscia bianca o di una voluta di velum.
Bibl.:
Fonti. - Thomas of Walsingham, Gesta abbatum monasterii S. Albani, a cura di H.T. Riley, in Rer. Brit. MAe. SS, XXVIII, 4, 1, 1867, pp. 184-192.
Letteratura critica. - L.M. Ayres, A Tanner MS. in the Bodleian Library, JWCI 32, 1969, pp. 40-49; W. Cahn, St Albans and the Channel Style in England, in The Year 1200: a Symposium, "The Metropolitan Museum of Art, New York 1970", New York 1975, pp. 187-223; C.M. Kauffmann, Romanesque Manuscripts, 1066-1190 (A Survey of Manuscript Illuminated in the British Isles, 3), London 1975; P. Stirnemann, The Copenhagen Psalter (tesi), Columbia Univ. 1976; R.W. Hunt, The Library of St Albans Abbey, in Medieval Scribes, Manuscripts and Libraries. Essays presented to N.R. Ker, a cura di M.B. Parkes, A.G. Watson, London 1978, pp. 251-277; R.M. Thomson, Manuscripts from St Albans Abbey, 1066-1235, Woodbridge 1982; C. de Hamel, The Production and Circulation of Glossed Books of the Bible in the 12th and 13th Centuries, London 1984.