SIMONE da Cascina
SIMONE da Cascina. – Figlio di maestro Filippo, nacque a Cascina (Pisa) verso la metà del XIV secolo.
Frate domenicano, svolse i suoi studi tra Siena, Firenze, Perugia e Pisa, lasciando abbondante traccia del suo operato soprattutto nel convento di S. Caterina a Pisa. Ivi trascorse la maggior parte della vita (1380-1420 circa), alternando l’attività di predicatore e magister theologie nello Studium domenicano pisano (e nella chiesa di S. Michele a Pisa), alla reggenza dello Studium di S. Maria Novella a Firenze (1388). Fu vicario dell’arcivescovo Lotto Gambacorti dal 1381 al 1387, e ripetutamente priore del convento (1381, 1399-1402, 1412-17); inoltre, diffinitore ai capitoli provinciali e generali (per esempio, al capitolo di Lucca del 1402); partecipò in Germania al capitolo generale di Erfurt nel 1403, al Concilio di Pisa nel 1409, nel 1414 al Capitolo provinciale di S. Miniato e al capitolo generale di Firenze. L’ultima data che lo attesti vivo è il 1418.
Gli Annali di S. Caterina lo ricordano come «vir non vulgaris» e scrittore fecondo di opere latine e volgari («multa scripsit latina et pisana lingua»), in parte perdute (F. Bonaini, Chronica antiqua Conventus..., 1845, p. 599). In realtà, fino a pochi decenni fa Simone era noto solo come continuatore della Chronica antiqua Conventus S. Caterinae (Pisa, Biblioteca Cateriniana, ms. 78, cc. 39r-40v); F. Bonaini, Chronica antiqua Conventus..., cit., pp. 582-593), che cominciò a redigere dopo la morte di Domenico da Peccioli nel 1411 (provvedendo a biografare sinteticamente otto confratelli: Chronica antiqua, cit., nn. 268-275).
In anni recenti tuttavia altre opere di Simone sono state scoperte e valorizzate: in primo luogo il Colloquio spirituale (Firenze, Biblioteca Riccardiana, cod. 1346, cc. 1r-78r), unico suo scritto edito integralmente (Simone Da Cascina, Colloquio spirituale, a cura di F. Dalla Riva, Firenze 1982; Colloquio spirituale: la s. Messa viatico salvifico nella storia della Chiesa. Testo volgare del secolo XIV perfezionato e trascritto da Benedetto Carderi O.P., Teramo 2006).
Quest’opera mistica in volgare pisano, composta nel 1392 per comunità religiose e per pie donne (secondo la consuetudine dei padri spirituali e dei predicatori tardomedievali), costituisce l’espressione principale della dottrina spirituale di Simone. Si tratta di un dialogo, nel quale quattro personaggi, con funzioni precise, discutono il De sacro altaris mysterio di Innocenzo III: a Simone stesso è affidata la trattazione dottrinale, mentre la discepola Caterina stimola la discussione, un «fraticello» dotato di «bella fantazia» propone utili insegnamenti mediante allegorie e simbolismi, e infine una «monachetta» fa la parte della mistica. L’intento didattico è confermato dall’acrostico che collega le lettere iniziali dei 35 capitoli (Obediente et fidele sii al tuo sposo Iesu); alla comunità religiosa femminile destinataria è dunque spiegata la liturgia della Messa, con riferimento alla spiritualità e ai testi di Benedetto, Agostino, Bernardo di Chiaravalle, Tommaso d’Aquino.
Altre opere di Simone sono inedite. È il caso di Li secte salmi penitentiali in rima (Firenze, Biblioteca nazionale, Pal. Lat. 74, cc. 121r-131v; trascritti on-line da Emilio Panella, 2009), un volgarizzamento versificato, con endecasillabi in terza rima o a rime incatenate, dei sette salmi tradizionalmente recitati in Quaresima. E soprattutto è il caso della voluminosa raccolta delle prediche latine (Fratris Simonis de Cascina Sermones varii), a lungo erroneamente assegnata al ben più noto mistico agostiniano Simone Fidati da Cascia e rivendicata a Simone da Cascina grazie a Thomas Kaeppeli (La raccolta di discorsi..., 1942), che individuò l’errata attribuzione sulla base del Barberiniano latino 710 (ove la raccolta si trova alle cc. 1-234v).
Edita solo in minima parte (da Kaeppeli stesso, Marina Soriani Innocenti e Panella), la silloge contiene ben 390 sermoni. È preceduta da una dedicatoria al generale dell’Ordine, Tommaso Paccaroni da Fermo; ivi Simone dichiara di aver radunato egli stesso la massa delle prediche scritte nel corso della vita («sermones usque huc a me compositos ac conlationes in unum volumen ordinatas vestre paterne correctioni transmittam») ed enuncia la partizione interna dell’opera, in tre distinctiones: «sermones et conlationes statuum diversorum» (cc. 1ra-78vb), «principales actus scolastici» (cc. 79ra-118vb), «sermones dierum solemnium et festivorum» (cc. 119ra-234vb).
La prima sezione raccoglie i cosiddetti sermoni d’occasione, scritti per le circostanze più varie: per i capitoli provinciali dell’Ordine, per rendere onore ad autorità civili, militari, ecclesiastiche, per l’insediamento di nuove signorie in Pisa (come quella di Giangaleazzo Visconti), per la morte dei confratelli domenicani (tra i quali il cronista Domenico da Peccioli) o per i signori di Pisa defunti (Iacopo da Appiano, Pietro Gambacorta). Si evidenzia qui il fatto che i cittadini pisani, consapevoli dell’abilità del magister nel costruire sermoni, gli commissionavano allocuzioni, che egli componeva anche per conto terzi secondo le regole della retorica medievale, nel rispetto delle esigenze di chi si improvvisava oratore estemporaneo. Esce per esempio dalla penna di fra Simone il discorso pronunciato da un notaio dopo l’iscrizione nel collegio dei notai.
La seconda sezione della silloge, gli Actus scholastici disposti in successione cronologica, permette di ricostruire il curriculum studiorum e il relativo cursus honorum di Simone, scanditi nelle varie tappe percorse per il raggiungimento del sommo grado di magister theologiae: il sermo letto in aula quando accepit birretum e divenne completus magister, la lezione inaugurale e la relativa collatio tenuta a Firenze, in S. Maria Novella, nel 1388 quando fu eletto magister regens dello Studio (sino al 1392), i discorsi tenuti – con perfetta padronanza degli artifici retorici delle artes praedicandi – nelle occasioni accademiche in Pisa, di fronte a ecclesiastici e cittadini, quando sino all’anno 1418 Simone, spesso in veste di vicario arcivescovile, concesse egli stesso il magistero in teologia. È possibile, sulla base di questa fonte autografa, colmare le gravi lacune documentarie relative allo Studium domenicano e alla storia del convento.
La terza distinctio, la più cospicua (124 sermoni), comprende fra l’altro la prima testimonianza della lunga carriera oratoria di Simone, un appassionato sermone in onore del fondatore dell’Ordine, collocato nei sermones per anni circulum e steso tre anni dopo il suo ingresso tra i domenicani.
Fonti e Bibl.: Città del Vaticano, Biblioteca Vaticana, Barberiniano latino 710, cc. 1-234v; Pisa, Biblioteca Cateriniana, Chronica antiqua conventus S. Caterinae, ms. 78 (XIV-XVs.), cc. 39r-40v; F. Bonaini, Chronica antiqua Conventus Sanctae Catharinae de Pisis, in Archivio storico italiano, VI (1845), pp. 582-593; R. Barsotti, I manoscritti della Cronica e degli Annales del convento domenicano di S. Caterina di Pisa, in Memorie domenicane, XLV (1928), pp. 211-219, 284-296, 368-374; A. Levasti, Mistici del Duecento e del Trecento, Milano 1935, pp. 939-495; Th. Kaeppeli, La raccolta di discorsi e di Atti scolastici di S. da C. O.P. (m. ca.1418), in Archivum Fratrum Praedicatorum, XII (1942), pp. 185-246; S. da C. Colloquio spirituale, a cura di F. Dalla Riva, Firenze 1982; Colloquio spirituale: la s. Messa viatico salvifico nella storia della Chiesa. Testo volgare del secolo XIV perfezionato e trascritto da Benedetto Carderi O.P., Teramo 2006.
G. Barone, L’Ordine dei predicatori e le città. Teologia e politica nel pensiero e nell’azione dei predicatori, in Les ordres mendiants et la ville en Italie centrale (v. 1220-v. 1350), in Mélanges de l’Ecole française de Rome. Moyen Age-Temps modernes, LXXXIX (1977), pp. 609-618; Th. Kaeppeli, Scriptores Ordinis Praedicatorum Medii Aevi, III, Romae 1980, n. 3593, p. 344; L. Bolzoni, Il Colloquio spirituale di S. da C. Note su allegoria e immagini della memoria, in Rivista di letteratura italiana, III (1985), 1, pp. 9-65; E. Panella, La Cronaca di santa Caterina usa lo stile pisano?, in Memorie domenicane, XVI (1985), pp. 325-334; O. Banti, La biblioteca e il Convento di S. Caterina in Pisa tra il XII e il XIV secolo. Attraverso la testimonianza della Chronica antiqua, in Bollettino storico pisano, LVIII (1989), pp. 174, 185; A. Maierù, Gli Atti scolastici nelle università italiane, in Luoghi e metodi di insegnamento nell’Italia medioevale (secoli XII-XIV), a cura di L. Gargan - O. Limone, Galatina 1989, pp. 252-255, 280; E. Panella, S. da C., in Dictionnaire de spiritualité, XIV, 2, Paris 1989, coll. 871-873; M. Soriani Innocenti, Un sermone goliardico in onore di Pietro Gambacorta, signore di Pisa (1370-1392), in Bollettino storico pisano, LX (1991), pp. 311-322, 363 s.; G. Fioravanti, La filosofia e la medicina (1343-1543), in Storia dell’Università di Pisa, I, 1343-1737, Ospedaletto 1993, pp. 262-266; M. Soriani Innocenti, La prédication à Pise: le cas du frère dominicain Simone de Cascina (1345-1420 env.), in De l’homélie au sermon. Histoire de la prédication médiévale, Louvain-La-Neuve 1993, pp. 263-278; M. Tangheroni, L’età della Repubblica (dalle origini al 1406), in Storia dell’Università di Pisa, I, 1343-1737, Ospedaletto 1993, pp. 5-32 (in partic. p. 24); E. Panella, Alla ricerca di Ubaldo da Lucca, in Archivum fratrum praedicatorum, LXIV (1994), pp. 23 s., 33-38; M. Soriani Innocenti, Per la storia dell’Università di Pisa: ricerche e documenti, in Bollettino storico pisano, LXIII (1994), pp. 207-217; E. Panella, Chronica di santa Caterina in Pisa: copisti autori modelli, in Memorie domenicane, XXVII (1996), pp. 211-291; J. Davis, The Studio Pisano under Florentine domination, 1406-1472, in History of Universities, XVI (2000), pp. 197-235; L. Bolzoni, La rete delle immagini. Predicazione in volgare dalle origini a Bernardino da Siena, Torino 2002, pp. 3-46; Ead., Educare lo sguardo, controllare l’interiorità: uso delle immagini nella predicazione volgare del Tre e Quattrocento, in Arti e storia nel Medioevo, III, Del vedere: pubblici, forme e funzioni, a cura di E. Castelnuovo - G. Sergi, Torino 2004, pp. 519-549; M. Soriani Innocenti, S. da C., predicatore domenicano, in Cascina. Segni d’arte e cultura in un Centro della Pianura pisana, II, a cura di G. Formichi, Cascina 2004, pp. 23-42; Ead., Il Duomo di Pisa: una maior ecclesia, que est Pisanorum oculus, in Bollettino storico pisano, LXXIV (2005), pp. 539-546; E. Panella, Ne le scuole de li religiosi e a le disputationi de li filosofanti (Dante Alighieri). Lectio, disputatio, predicatio, in Dal convento alla città. Filosofia e teologia in Francesco da Prato (XIV secolo), Firenze 2008, pp. 115-131; G. Fioravanti, Il convento e lo Studium domenicano di Santa Caterina, in Pisa, crocevia di uomini, lingue e culture. L’età medievale, a cura di L. Battaglia Ricci - R. Cella, Pisa 2009, pp. 96 s.; E. Panella, Simone di maestro Filippo da Càscina..., 2009, http://www.academia. edu/11144662 (18 giugno 2018); M. Soriani Innocenti, Santa Caterina d’Alessandria in un inedito sermone del domenicano S. da C. (1340-1420), in Societas et universitas. Miscellanea di scritti offerti a don Severino Dianich, a cura di M. Gronchi - M. Soriani Innocenti, Pisa 2012, pp. 300-318; Ead., Federico Frezzi ‘licentiatus et vesperiatus’ nello Studium di santa Caterina a Pisa, in Federico Frezzi e il Quadriregio nel Sesto Centenario della sua morte (1416-2016). Convegno internazionale..., Foligno-Perugia... 2017, in corso di stampa; G. Fioravanti, Tra Studium e Universitas: i sermones di S. da C., in Les savoirs dans les ordres mendiants en Italie, XIII-XV siècles. La production des savoirs, in corso di stampa.