CANEVAZZI, Silvio
Nato a Saliceto San Giuliano (Modena) il 16 marzo 1852 da Alessandro e Carolina Bertolani, s'iscrisse nel 1868 alla facoltà di matematica dell'università di Modena. Alla fine del biennio, nel 1870 si trasferì a Milano presso l'istituto tecnico superiore, dove nel 1873 conseguì la laurea in ingegneria civile. Nominato assistente lo stesso anno alla cattedra di meccanica applicata alle costruzioni dell'università di Roma, poi anche assistente presso la cattedra di ponti e strade, nel 1875 vinse un concorso per allievo ingegnere nel corpo reale delle miniere e fu inviato, dal ministero dell'Agricoltura, a perfezionarsi presso la scuola mineraria di Liegi, dove nel 1877 conseguiva il diploma di ingegnere delle miniere ed industrie. Lo stesso anno, su invito del Razzaboni che stava organizzando a Bologna la scuola d'applicazione per ingegneri, il C. ebbe l'incarico di meccanica applicata alle costruzioni. Nel 1880 vinse il concorso per la cattedra di ponti e costruzioni idrauliche, che tenne sino alla morte, insieme all'insegnamento di meccanica applicata alle costruzioni. Nel 1889 era nominato direttore del gabinetto di costruzioni annesso ai suoi due insegnamenti. Nel 1911, prima di fatto e poi con nomina ufficiale, divenne direttore della scuola d'applicazione.
Morì a Bologna il 13 marzo 1918.
All'attività organizzativa del C. si deve lo ampliamento della sede della scuola d'applicazione, l'istituzione di una sezione industriale efficiente, e quella della scuola superiore di chimica industriale. Il merito, più importante fu però l'istituzione del laboratorio sperimentale per le prove sulla resistenza dei materiali, che nel 1907 era dal ministero dei Lavori Pubblici riconosciuto ufficialmente laboratorio per le esperienze del corpo del genio civile. Al laboratorio fecero ben presto ricorso i ministeri interessati e le aziende private per la certificazione di collaudo. Nel 1916 il laboratorio veniva dichiarato stabilimento ausiliario per scopi militari, e vi fu affiancata una sezione sperimentale per le protesi degli arti, alla cui istituzione partecipò attivamente, oltre al C., anche il prof. Putti, direttore dell'Istituto ortopedico Rizzoli, che ne aveva avuto la prima idea.
Con la memoria Sull'equilibrio molecolare (Bologna 1878) il C. sostenne che, isolando un elemento materiale dagli elementi superficiali che lo limitano, e supponendo applicate delle forze rappresentanti l'effetto dei punti vicini, tali forze devono essere uguali alle risultanti delle azioni esercitate dalle rimanenti molecole del corpo attraverso le stesse superfici elementari. Il C. suppose poi il corpo diviso in elementi infinitesimi parallelepipedi o tetraedrici e, applicando i metodi della statica grafica, studiò gli equilibri molecolari. Si occupò anche dell'applicazione del teorema di Menabrea, o principio del minimo lavoro, alle deformazioni dei corpi elastici (in particolare nell'opera Sulla teoria della resistenza dei materiali, Milano 1888; e nella Meccanica applicata alle costruzioni, Torino 1890). Una serie di pubblicazioni del C. riguarda le esperienze e gli studi sul cemento armato; tra queste si ricorda Siderocemento. Formule di resistenza e di elasticità (Bologna 1911). Le prescrizioni del C. in materia (Prescrizioni generali per le opere in ferrocemento, Torino 1904) vennero trasformate, nel 1907, dal ministero dei Lavori Pubblici in norme regolamentari per le costruzioni eseguite per conto dello Stato.
Altre pubblicazioni riguardano studi ed esperienze sulle costruzioni antisismiche (Note di edilizia antisismica, Bologna 1913). Il C. ideò un metodo abbreviato di calcolo di simili costruzioni, basato sul concetto che l'azione sismica si può paragonare ad una sollecitazione statica proporzionale ai pesi delle varie parti di un edificio; tale sollecitazione sarebbe diretta verticalmente per i terremoti sussultori ed orizzontalmente per quelli ondulatori. Il metodo, esposto nell'opera Metodo abbreviato di calcolazione delle costruzioni stabili alle azioni sismiche (Roma 1913), fu tenuto presente nell'emanazione delle norme edilizie per le zone sismiche. Da segnalare sono anche gli studi che il C., in collaborazione con il prof. Ghillini, dedicò alle condizioni statiche dello scheletro umano e del femore. I risultati più significativi, condotti anche su basi sperimentali, relativi alle protesi degli arti, sono raccolti nell'opera Considerazioni sulle condizioni statiche dello scheletro umano (Roma 1901) e Sulle condizioni statiche del femore (Roma 1902). Interessante è la sua invenzione di un apparecchio per la misura delle deformazioni elastiche dei recipienti a gas (Sulle formule pel calcolo dello spessore dei cilindri cavi internamente compressi, Bologna 1910).
Tra gli scritti principali, oltre a quelli già menzionati: Sopra alcune formule della resistenza dei materiali, Bologna 1880; Monografia del Gabinetto di meccanica applicata alle costruzioni e di ponti della R. Scuola di applicazione per gli ingegneri di Bologna, Bologna 1881; Sulla teoria delle travature, Bologna 1886; Teoria generale della resistenza dei materiali - Meccanica applicata alle costruzioni, I, 1, Torino 1891; Statica delle costruzioni - Meccanica applicata alle costruzioni, II, 1, Torino 1892; Sugli sforzi latenti del siderocemento, Bologna 1901; Ferrocemento - Formule di elasticità e resistenza, Torino 1904; Sulla determinazione dell'asse neutro o di rotazione nelle sezioni trasversali di un solido in muratura, Bologna 1905; Metodo abbreviato di calcolo per le travi quadrangolate ad asse rettilineo e ad altezza costante o variabile, Bologna 1916; Archi elastici ribassati - Metodo abbreviato di calcolo, Bologna 1917; Sulle linee di influenza nella scienza delle costruzioni, Bologna 1918.
Bibl.:F. Cavani, Commemorazione letta nell'adunanza del 14 apr. 1918 [d. R. Accad. d. scienze dell'Ist. di Bologna], estr., Bologna 1918;G. Albenga, Atti dell'Associaz. italiana per lo studio dei materiali da costruzione, Pisa 1919, p. 725;L. Simeoni, Storia dell'Univers. di Bologna, II, L'età moderna (1500-1885), Bologna 1940, p. 221.