POLCASTRO, Sigismondo
POLCASTRO, Sigismondo. – Figlio di Girolamo, giurisperito, di antica schiatta vicentina (‘de Porcastris’), e Maddalena Volpe, padovana, nacque forse a Vicenza nel 1384, ma ancora fanciullo si trasferì a Padova, dove il padre trapiantò la famiglia entrando nell’élite cittadina.
Sigismondo contrasse due matrimoni: dal primo con Margherita Savonarola, avvenuto non dopo il 1430, ebbe almeno due figli, Girolamo Antonio, morto giovane, e Maddalena; dal secondo, che nel 1444 lo unì in età matura alla veneziana Giacoma Boton (morta nel 1485) ebbe sei figli, tre femmine e tre maschi: Girolamo (morto nel 1503-04), Antonio (morto nel 1485) e Francesco (morto nel 1481).
Il patrimonio dei Polcastro, che si mantenne fino all’estinzione con Girolamo (1763-1839), si deve agli oculati investimenti di Sigismondo realizzati attraverso un’incessante attività di compravendita immobiliare durata tutta la vita. Grazie ai finanziamenti avuti dallo zio Giacomo Volpe, sin dalle prime operazioni del 1417 Sigismondo organizzò un complesso fondiario i cui nuclei principali erano dislocati in tre zone del distretto padovano: Toleo-Tremignon presso Piazzola sul Brenta, a ridosso del distretto vicentino; Loreggia, verso il confine con Treviso; e a sud di Monselice, tra le località della Stortola (San Cosma di Monselice), Pozzonovo e la riva sinistra dell’Adige, dove si estendevano ampie ‘valli’ di acqua dolce, nelle quali si praticavano la raccolta del canneto, il pascolo, ma soprattutto la pesca.
L’affermazione sociale di Sigismondo Polcastro e della sua famiglia, entrata nel giro di pochi anni nel ceto dirigente cittadino di cui era espressione il Consiglio civico di Padova, fu raggiunta non solo attraverso la costruzione di una solida rendita immobiliare, ma anche attraverso una brillante carriera accademica nello Studio cittadino. Seguendo il consueto percorso di studi dell’università artistica e medica, il 13 ottobre 1412 Sigismondo si laureò in arti; almeno dal 1422 al 1426 ricoprì la cattedra di filosofia naturale ordinaria con lo stipendio iniziale di 60 ducati. La laurea in medicina, conseguita prima del 1424, gli consentì nel giro di pochi mesi di lasciare l’insegnamento della filosofia naturale per la più rinomata cattedra di medicina teorica straordinaria, che tenne dal 1426-27 al 1439, quando passò ad altro insegnamento. All’inizio dell’anno accademico 1439-40, infatti, non essendo ancora stato ingaggiato un docente, che si voleva forestiero e famoso, sulla cattedra di medicina teorica ordinaria, questa fu assegnata provvisoriamente a Polcastro. Grazie forse al successo riscosso tra gli studenti e presso il governo veneziano, tre anni dopo egli divenne lettore dello stesso insegnamento con lo stipendio non trascurabile di 190 ducati. Forse allettato da ingaggi in altre università, che mai però si concretizzarono, nel 1448 ottenne dal Dominio il permesso di abbandonare Padova per visitare altre Studi. Questa tardiva peregrinatio, di cui, tuttavia, non rimane traccia in resoconti o altra documentazione successiva, non lo distolse dalla docenza a Padova, che invece praticò fino a tarda età, con il privilegio, concesso dal Dominio a pochi altri suoi colleghi, di non essere soggetto alla ballottazione di conferma da parte degli studenti e di potersi avvalere di un supplente, pur rimanendo nel corpo docente con uno stipendio di 300 ducati l’anno.
Grazie alla sua indubbia influenza e al credito di cui godeva presso la Signoria di Venezia, anche come valente medico della nobiltà lagunare, Polcastro si diede da fare per agevolare la carriera accademica dei due figli Girolamo e Antonio. A favore del primo, che ripeteva il nome del figlio di primo letto e fu l’unico superstite dei Polcastro nelle epidemie del 1483-87, gli sforzi andarono a buon fine. Al giovane studente di arti e medicina fu assegnato nel 1470 uno dei terzi luoghi (le cattedre minori riservate ai cittadini), quello di filosofia: fu il primo passo per una carriera che si concluse nel 1492 con la docenza sulla stessa cattedra occupata dal padre, del quale non raggiunse, tuttavia, il prestigio. Il fratello Antonio non svolse docenza tranne nel breve periodo in cui, ancora studente, ebbe nel 1471 dal Dominio la docenza sulla cattedra minore di istituzioni, revocata il 25 agosto 1475 con sentenza della Quarantia Criminale di Venezia su querela degli studenti. I due fratelli si laurearono nello stesso giorno, il 30 agosto 1472, con inconsueta solennità, alla presenza del padre, del vescovo e dei rettori veneziani di Padova.
Sigismondo Polcastro morì assai anziano nel 1473 e fu sepolto nella tomba familiare sita nella chiesa degli eremitani, senza aver fatto testamento. Questo fece sorgere una lite tra i figli Girolamo e Antonio sulla presunta volontà paterna di lasciare l’eredità indivisa come fedecommesso a favore di Girolamo.
Polcastro compose alcune opere di medicina, che conobbero una qualche diffusione. Sono tramandate alcune Questiones (De actuatione medicinarum, De extremis temperantie, De corporum reductione, De appropinquatione ad equalitatem ponderalem, De restauratione humidi substantifici); si ha notizia di due commentari ad autori fondamentali della medicina medievale (Commentarii in Galienum, Commentari in Aphorismos Hippocratis) e di due trattati (De febribus libri duo, De venenis et eorum cognitione libri duo).
Fonti e Bibl.: T. Pesenti, Professori e promotori di medicina nello Studio di Padova dal 1405 al 1509. Repertorio bio-bibliografico, Trieste 1984 (con la bibliografia anteriore); L. Böninger, Il privilegio dottorale «in artibus liberalibus» di Girolamo Polcastro (1470), in Quaderni per la storia dell’Università di Padova, XXVIII (1995), pp. 177-181; R. Marconato, La famiglia Polcastro (sec. XV-XIX). Personaggi, vicende e luoghi di storia padovana, Camposampiero 1999; F. Bottaro, Un figlio d’arte e una cattedra d’arti: due documenti per G. P. (1470-1477), in Quaderni per la storia dell’Università di Padova, XXXVI (2003), pp. 179-189; Id., Pesca di valle e commercio ittico a Padova nel Quattrocento, Padova 2004; Id., La «contabilità devota» del dottor Girolamo Polcastro: legami di famiglia e suffragi a Padova nel tardo Quattrocento, in Arbor Ramosa. Studi per Antonio Rigon da allievi, amici, colleghi, a cura di L. Bertazzo et al., Padova 2011, pp. 705-720; Id., Interventi della Quarantia Criminale di Venezia sullo Studio di Padova (1475-1477), in Quaderni per la storia dell’Università di Padova, XLIII (2013), pp. 149-172.