Scrittore giapponese (Tokyo 1923 - ivi 1996). Per volere della madre fu battezzato e questa scelta costituì uno degli elementi fondamentali della sua attività di saggista e narratore, tesa a individuare una possibile conciliazione tra la religione cattolica, rigidamente monoteistica, e la spiritualità giapponese, permeata da una visione panteistica del mondo.Dopo alcuni saggi (Kamigami to kami "Dei e Dio"; Katorikku sakka "Scrittori cattolici", entrambi del 1947), passò alla narrativa, segnalandosi con Shiroi hito ("Uomo bianco", 1955). Il romanzo che lo rese famoso anche in Occidente fu Chinmoku (1966; trad.it. Silenzio, 1973), ambientato nel Giappone del 17º sec., al tempo delle persecuzioni contro i cristiani: in esso, pur dovendo riconoscere l'estraneità del cattolicesimo alla cultura e alla sensibilità giapponesi, l'autore non rinuncia a proporre l'immagine di un Dio che da padre severo si trasforma in materna divinità compassionevole. In questa luce si muove anche Iesu no shōgai (1973; trad.it. Vita di Gesù, 1977), mentre Samurai (1980; trad.it. 1983) riprende il tema di due diverse realtà che si fronteggiano. Autore di numerosi racconti di più immediata presa sul grande pubblico, E. ha consolidato la sua fama con Sukiyandaru (1986; trad.it. Scandalo, 1989), che si svolge nella Tokyo dei nostri giorni, e Fukai kawa ("Fiume profondo", 1993), ambientato in India, vista come terra d'elezione per coloro che sono in cerca di salvezza spirituale.