SETTA
Il lat. secta va ricollegato a sequor, non a secare; il concetto fondamentale non è dunque quello della divisione, ma dell'adesione data a una dete minata dottrina; e il termine appare infatti nei testi classici come l'equivalente del greco αἵρεσις, di cui ha seguito la sorte ulteriore, in quanto anch'esso è venuto a designare il dissenso in seno a una comunità religiosa e la manifestazione esteriore di esso, cioè il formarsi di una nuova e minore comunità, in contrasto con quella entro cui è sorta. Pertanto, il concetto storico-religioso di setta implica quello di chiesa: non soltanto per gli elementi che sono comuni all'uno e all'altro (cioè l'essere una comunità su base religiosa, il possedere una confessione di fede e un rituale, ecc.) ma più ancora perché ogni setta implica una particolare interpretazione del credo, o del rito, o di principî morali, ecc., di una chiesa più vasta, entro la quale essa si afferma, serbando sempre i segni delle proprie origini, anche quando cresca, si diffonda e si organizzi tanto da poter essere considerata a sua volta come una nuova chiesa. Perciò non si può parlare di sette nell'ambito delle religioni propriamente nazionali, né alle sette buddhistiche, cristiane, ecc., si possono paragonare utilmente le società segrete dei popoli di civiltà inferiore. È piuttosto da tener presente il fatto che la produzione di sette si ha nelle religioni che hanno un fondatore storico e che a loro volta si presentano come movimenti riformatori d'una religione preesistente; religioni dunque, all'inizio, di tipo nettamente profetico, e che solo nel corso della loro storia vengono più o meno rapidamente elaborando un canone di scritture sacre, un'ortodossia, un'organizzazione ecclesiastica e cultuale. Sicché le sette rappresentano, nella maggior parte dei casi, un fenomeno di reviviscenza dell'elemento mistico-profetico, un tentativo di ritorno all'antico, alle condizioni cioè dell'originaria predicazione entusiastica del fondatore, che vengono contrapposte a quelle presenti, considerate come un segno di decadimento e di abbandono dell'ideale primitivo.
Tutti questi fenomeni, tra cui importanti le manifestazioni entusiastico-mistiche (estasi, glossolalia, profetismo e predicazione libera, apocalittismo, ecc.) appaiono con particolare chiarezza nelle sette cristiane, le quali si distinguono dalle grandi comunità anche per altre caratteristiche di struttura sociale, organizzazione, modo di pensare, per cui si è potuto (E. Troeltsch) parlare, soprattutto a proposito delle sette o "denominazioni" nate direttamente dalla Riforma, addirittura di un tipo speciale di cristianesimo. In genere tutti questi elementi si possono ricondurre all'individualismo religioso, che spinge a ricercare la salvezza oltremondana individuale, induce a distaccarsi dalla comunità dei credenti, persuade anche molti che la perfezione della vita religiosa non possa essere realizzata se non da singoli individui o, al più, da piccoli gruppi separati. Ma il fenomeno della formazione di sette non è - come si è detto - esclusivo del cristianesimo. A parte la formazione delle grandi scuole, numerose sono le sette sorte nell'ambito del buddhismo, o largamente influenzate da questo, in Cina (dove le sette religiose hanno assunto spesso un colorito politico, e reciprocamente le società segrete politiche aspetti religiosi; per es., il "Loto bianco" Pai-lieu, e gli "Otto diagrammi", Pah-kwa) e nel Giappone (p. es., Daihon); ma anche nell'induismo (p. es., Brahma Samaj), nello zoroastrismo (p. es., mazdakismo), nell'Islām, ecc. Notevole è anche il fatto che molte sette, sorte in un determinato ambiente religioso, hanno spesso assunto uno spiccato carattere sincretistico. Il fatto è frequente nell'epoca contemporanea, ma non ignoto anche all'antichità; e basterà citare un solo esempio, quello dello gnosticismo (v.).
Bibl.: Hastings, Encyclopaedia of Religion and Ethics, s. v. Sects, Edimburgo 1920; Die Religion in Geschichte und Gegenwart, V, s. v. Sekten, Tubinga 1931. Per un chiarimento di alcuni concetti, v. altresì intolleranza; ortodossia; profeta e profetismo; riforma; rivelazione. Per le sette principali delle varie grandi religioni, v. alle singole voci.