SETA (XXXI, p. 506; App. I, p. 1000; II, 11, p. 813)
Negli ultimi anni lo sviluppo vertiginoso della produzione delle fibre tessili artificiali ha ridotto allo zero la percentuale della s. nel complesso di tutte le fibre naturali (cotone, lana) e artificiali, anche se non l'ha potuta eliminare del tutto; si deve risalire al 1942 per trovare per l'ultima volta la quota parte della s. uguale all'1%. Nel decennio 1950-59, la bachisericoltura risulta già in ripresa, nonostante che, in qualche paese come l'Italia, essa sia ostacolata dalla mancanza di manodopera.
Produzione mondiale dei bozzoli da seta e della seta greggia. - Dalla prima parte della tab. 1, riguardante la produzione mondiale dei bozzoli di Bombyx mori, risulta che essa è aumentata del 36,9% e del 29,6% dalla media 1948-52 agli anni 1958 e 1959, rispettivamente. Tutti i continenti hanno contribuito a questo notevole aumento, eccetto l'Europa, che tra la media 1948-52 e l'anno 1959 ha diminuito la produzione di bozzoli di ben 32,1%, principalmente per la notevole riduzione verificatasi in Italia dove la produzione di bozzoli è discesa da 13.046 t nella media 1948-52 a sole 7.000 t nel 1959, con una riduzione cioè di ben il 46,4%; si tenga presente che la massima produzione raggiunta negli ultimi 50 anni (1924), era di 57.000 t e che la media prebellica 1934-38 era ancora di 26.100 t, contro le sole 7.000 t del 1959.
Nell'URSS - che è il terzo produttore mondiale di bozzoli (dopo il Giappone e la Cina continentale) - la serie delle cifre della produzione (soltanto stime) sempre crescenti dal 1954 al 1959 (22.000 t nel 1954 e 27.200 t nel 1959) mostra chiaramente che in questo paese si dà una grande attenzione alla bachisericoltura. I genetisti sovietici conducono attive indagini per il miglioramento della gelsicoltura; nel 1958 ha avuto inizio un piano settennale avente per scopo di aumentare la produzione di s. greggia in modo da coprire tutto il fabbisogno interno.
Nelle Americhe, l'unico rappresentante della sericoltura è il Brasile, con una produzione di bozzoli di poco superiore alle mille t, e una produzione di seta di circa 180 t.
Ma la vera patria della bachisericoltura è l'Asia. La produzione di bozzoli del continente asiatico (senza la Cina) è stata in continuo aumento dalla media 1948-52 fino al 1957 (+ 40,6%) ma da questo anno in poi è diminuita leggermente fino al 1959, quando il suo aumento sulla media era sceso al 31%. Questo andamento è parallelo a quello del Giappone, che è il più grande produttore di bozzoli dell'Asia e di tutto il mondo. Infatti, tra la media 1948-52 e il 1957 la produzione giapponese è aumentata del 48,2%, per diminuire fino al 1959, restando tuttavia ancora superiore alla media del 37,5%. La ripresa della bachisericoltura giapponese dopo l'ultima guerra ha del prodigioso. Prima della guerra, la sericoltura rappresentava per il paese una delle più importanti fonti del reddito nazionale; durante la guerra si ebbe un vero crollo della struttura di questa industria: le coltivazioni dei gelsi furono distrutte per dar posto a colture alimentari e la manodopera decimata. La superficie a gelsi, che nella media 1933-35 era di 610.065 ha, si era ridotta a soli 173.356 ha nel 1952-54; una lenta ripresa si accenna nella campagna 1955-56, con una superficie di gelsi di 189.164 ha. Anche l'esportazione giapponese di s. greggia aveva subito una riduzione di ben 83,7% tra il 1934 e il 1947. L'industria bachisericola giapponese era pericolosamente minacciata anche dall'enorme sviluppo delle fibre artificiali negli S. U. A., sbocco principale dell'esportazione sericola giapponese; ma oggi la bachisericoltura giapponese è di nuovo fiorente. Nel piano settennale riveduto (1960-66) si prevede un aumento della produzione dei bozzoli da 110.854 t nel 1959 a 211.000 nel 1966.
Un altro notevole produttore di bozzoli dell'Asia è l'India, la cui sericoltura pure è in pieno sviluppo. La produzione di bozzoli di Bombyx mori, di 15.772 t nella media 1948-52, aumentò anno per anno fino al 1957 (+ 37,9%) per declinare poi fino al 1959 e fermarsi al livello di 20.010 t (superiore ancora del 26,9% alla media). L'India, come la Cina, produce anche sete selvatiche tussah (ossia non di Bombyx mori), ma in quantità molto minori.
In quanto alla Cina, i dati statistici indicano un rapido sviluppo della produzione dei bozzoli, che passa da 43.300 t nella media a quasi il doppio di questa (84.500 t), raggiunto nel 1958, per declinare a 75.000 t nel 1959 con un aumento sulla media 1948-52 di ben 73,2%. Allo stato attuale, la produzione sericola cinese è di molto inferiore a quella giapponese, sia dal punto di vista tecnologico, sia da quello quantitativo. Tuttavia, anno per anno i Cinesi hanno fatto progressi sensibili in tutti i rami della sericoltura.
L'andamento della produzione della seta risulta naturalmente parallelo a quello della produzione dei bozzoli come appare chiaramente dall'esame della 2ª parte della tab. 1. Calcolando i rendimenti dei bozzoli in s. greggia, ossia il numero di kg di s. prodotti da 100 kg di bozzoli, avremo degl'indicatori, anno per anno, paese per paese o continente per continente, dell'andamento della bachisericoltura. Si hanno i seguenti dati: Giappone: nella media 1948-52 un rendimento di 7 kg, nel 1959 uno di 17,25 kg; Italia: 11,13 nella media e 13,27 per il 1959; Cina: nella media 1948-52 un rendimento di 7 kg, nel 1959 uno di 8,30 kg; India: 5,83 nella media e 5,75 kg per il 1959; URSS: 8,64 kg nel 1954 e 8,34 kg nel 1959.
La produzione mondiale della s. greggia è aumentata incessantemente dalla media 1948-52, in cui ammontava a 21.600 t, fino al 1958, anno in cui essa raggiunse 32.300 t, con un aumento del 49,5%. Nel 1959, la produzione mondiale scese a 31.400 t, con un aumento sulla media di ancora 45,4%. Considerando la produzione mondiale del 1959, ecco in ordine decrescente la quota parte dei sette maggiori produttori: Giappone, 60,9%; Cina, 19,8%; URSS, 7,2%; India, 3,7%; Italia, 3%, Corea meridionale, 1,8%; Turchia, 0,8% e altri paesi, 2,8%.
Commercio mondiale della seta greggia. - Sia l'esportazione sia l'importazione mondiale hanno subìto una grandissima riduzione rispetto alla media prebellica 1934-38. Infatti, escluse l'URSS e la Cina continentale, l'esportazione mondiale di s. è passata da 36.100 t nella media 1934-38 a sole 5.577 t nella media 1948-52, ciò che rappresenta una riduzione di ben l'84,6%. Negli anni 1954-59, l'esportazione mondiale di s. ha oscillato intorno a 5.441 t, con un minimo di 3.293 t nel 1958 e un massimo di 6.277 t nel 1955.
Mentre per la media prebellica v'erano nel mondo quattro paesi grandi esportatori: il Giappone, la Cina, l'Italia e la Corea, nel 1959 gli esportatori notevoli si sono ridotti a tre: Giappone, Cina continentale e URSS. L'Italia e la Corea meridionale hanno di molto diminuito le loro esportazioni, riducendole nel 1959 a sole 78 t la prima, e a 124 t la seconda. Gl'invii sovietici di s. sono diretti maggiormente verso l'Italia, la Svizzera e gli S. U. A.
Per ciò che riguarda l'importazione di s., nella media 1934-38, il primo posto era occupato dagli S. U. A. con 26.988 t, che nella media 1948-52 si erano ridotte a 2.071 t, per mantenersi sul livello medio di 3.400 t nei tre anni dal 1954 al 1956 e declinare ulteriormente a 3.000 t nel 1959. Il secondo posto nelle importazioni era tenuto dalla Francia, con 3.055 t nella media 1934-38. In seguito, le importazioni francesi si erano di molto ridotte, pur restando sempre notevoli, e nel 1959 esse ammontavano a 914 t. Le importazioni italiane di s. presentano un andamento irregolare e, nel 1959, registrano un forte aumento ammontando a 1.042 t. La Germania Occ., la Svizzera e il Regno Unito, avendo notevoli industrie sericole, sono permanenti importatori di s. da tutti i paesi esportatori. Infine, l'URSS, che nel 1934-38 importava modesti quantitativi di s., dal 1955 in poi figura con notevoli importazioni, in massima parte dalla Cina.
Prezzi della seta greggia. - L'andamento del prezzo mondiale della s. greggia dal 1950 al 1960 si può studiare sulla scorta dei prezzi a Milano, a Yokohama e a New York. Dal 1950 al 1960, in nessuno di questi tre mercati si sono avute fluttuazioni. La differenza tra i prezzi a New York e quelli a Yokohama oscilla tra il minimo di 0,23 dollari al kg (1951) e il massimo di 0,92 dollari al kg (1952), ciò che significa che gli S. U. A. importano quasi tutto il loro fabbisogno dal Giappone. I prezzi a Milano oscillano di più da un anno all'altro, indice questo della maggiore varietà di mercati d'esportazione e specialmente d'importazione dell'Italia. Le medie undecennali dei prezzi a Milano, New York e Yokohama sono di 11,59, 9,38 e 10,05 dollari al kg, rispettivamente.
Italia. - Sia il seme-bachi da filanda, sia quello da riproduzione (cfr. tab. 4, colonne 4 e 5) presentano una diminuzione di una regolarità impressionante per tutto il periodo dal 1952 al 1958. In quanto al colore del seme-bachi allevato e dei bozzoli prodotti si osserverà la grande prevalenza, tra il 1952 e il 1956 incluso, dei bozzoli da filanda di colore giallo su quelli di colore bianco; col 1957 comincia l'affermarsi dei bozzoli bianchi che quasi uguagliarono quelli gialli; nel 1959 oramai si ha una fortissima prevalenza dei bozzoli bianchi, come sicuro indice dell'introduzione, in grandi proporzioni, del seme-bachi giapponese che produce bozzoli bianchi.
Anche la produzione della foglia di gelso presenta una riduzione continua dal 1952 al 1957, per riprendersi alquanto nel 1958. Meritano attenzione le colonne nn. 6 e 7 della tab. 4, che riproducono la resa in bozzoli (gialli e bianchi) per oncia di seme-bachi. Queste rese in media settennale di 82 kg per i bozzoli gialli e di 81 per i bianchi sono da considerarsi come elevate rispetto a quelle di altri paesi, eccetto il Giappone. Per ciò che riguarda la produzione della foglia di gelso si osserverà che per tutta l'Italia, nel 1960, sono state raccolte solo 8.200 t di foglia da coltivazioni specializzate (con 36,3 q per ha), mentre il grosso del raccolto di 545.100 t proviene da coltivazioni promiscue con un rendimento basso di 9,0 q per ha. Il Veneto è la regione che ha avuto la massima produzione di foglia di gelso nel 1960 (214.530 t), e in questa regione è la provincia di Treviso che primeggia. La stessa tendenza al declino che si rivela nella fase agricola della bachisericoltura italiana si rivela anche nella fase industriale (trattura. filatura e tessitura). Negli ultimi 47 anni (1913-1959) il massimo della seta tratta cruda si è avuto nel 1924 e fu di 5.592 t; la media prebellica 1934-38 ammontava ancora a 2.643 t. Dopo il 1942 essa si abbassò sotto le 2.000 t e dopo il 1955 addirittura sotto le 1.000 t, per finire nel 1959 a 929 t.
Il numero del macchinario nell'industria della s. ha variato come segue tra il 1955 e il 1959: bacinelle, 12.000 installate al 31 dic. 1955, ridotte a 6.000 al 31 dic. 1959; fusi di torcitura, 1.112.000 ridotti a 1.090.000; telai, 24.000 nel 1955 e nel 1959. Inoltre non tutto il materiale installato al 31 dic. è rimasto in attività. Così per il 1959, di 6.000 bacinelle installate al 31 dic., solo 3.000 in media annua sono state in attività, di 1.090.000 fusi di torcitura, solo 877.000, e di 24.000 telai, solo 19.000.
Per ovviare al grave e continuo declino già da tempo verificatosi nella bachisericoltura italiana, è stata approvata la legge n. 94 del 20 febbraio 1956 con la quale "è autorizzato lo stanziamento di lire 300 milioni per gli esercizî 1955-56,1956-57 e 1957-58, ai fini di conseguire un miglioramento della produzione bacologica nazionale attraverso una razionale organizzazione della produzione e dell'impiego del seme, con particolare riguardo alle nuove razze ed ai relativi incroci". La legge precedente è stata prorogata per altre tre campagne fino al 1960-61, con la legge n. 283 del 23 aprile 1959.
Commercio italiano di seta greggia. - Per la s. greggia, le importazioni italiane sono più cospicue e sono passate da 804 t nel 1957 a 1227 t nel 1960, mentre i rispettivi valori, da 4,9 miliardi di lire a 7.2. Il primo incontrastato fornitore dell'Italia è il Giappone, le cui esportazioni verso l'Italia hanno raggiunto nel 1960 ben 747 t per un valore di 4,5 miliardi di lire. Notevoli sono anche le importazioni dalla Cina continentale e dalla Svizzera. Le esportazioni italiane di s. greggia sono insignificanti.
Per ultimo consideriamo il commercio dei cascami di s., in massa. Le importazioni italiane di questa voce ammontano a quantità più elevate di quelle della s. greggia. Infatti, il volume delle importazioni di cascami, che nel 1957 era di 1.590 t, salì a 1.691 t nel 1960, con 2.068 e 1.196 milioni di lire, rispettivamente. I valori totali delle importazioni di cascame sono invece inferiori a quelle della s. greggia in ragione del molto minore valore unitario dei cascami rispetto alla seta. Nello specchietto accanto confrontiamo i valori unitarî delle importazioni di s. e di cascame di s. in milioni di lire per t:
Il più importante fornitore di cascame di s., in massa, è il Giappone, che nel 1958 ha inviato in Italia 407 t di cascame per un valore di 377 milioni di lire. Il secondo e terzo posto sono occupati dall'URSS e dall'India; notevoli fornitori sono anche la Cina continentale e la Turchia. L'esportazione italiana di cascame di s. in massa è di poca importanza (168 t per un valore di 138 milioni di lire nel 1960).
Bibl.: FAO, Production Yearbooks e Trade Yearbooks, 1958, 1959 e 1960, Roma 1959, 1960 e 1961, rispettivamente: Monthly Bulletin of Agricultural Economics and Statistics, voll. VIII, IX, X (1961); Association internationale de la soie, Bulletin de l'Ass. Int. de la Soie, Lyon, public. trimestr., annate 1959, 1960 e 1961; Commission Séricole internationale, Revue du vers à soie (Bombix mori L.) vol. X, XI e XII (1960), Alès (Gard, France); Japan FAO Association, Agriculture in Japan, Tokyo 1958; Toyo Spinning Co., Ltd., Institute for economic research, Osaka, Japan, Statistical Digest of Japanese Textile Industry, rivista mensile, annate 1958, 1959 e 1960; Japan Public Relations Association of Silk Industry, Japan, Silk Digest, pubbl. mensile, annate 1959 e 1960; Ente Nazionale Serico, Bollettino di informazioni seriche, settimanale, annate 30, 31, 32 e 33 (1960), Milano; Istituto nazionale di economia agraria, Annuario dell'Agricoltura Italiana, vol. XI (1957); vol. XII (1958); vol. XIII (1959), Roma, Milano 1958, 1959 e 1960, rispettivamente; Commissione tecnico-organizzativa paritetica permanente, Ufficio nazionale seme-bachi, Milano, e Associaz. naz. bachicoltori, Treviso, Attività svolta nel V anno di applicazione della legge n. 94 del 20 febbraio 1956 prorogata con legge n. 283 del 23 aprile 1959 per la riconversione della sericoltura italiana, campagna 1959-60, Milano 1960; Istituto centrale di statistica, Annuario di statistiche industriali, Roma 1960.