SERRA
. La serra è un edificio destinato alla coltivazione e alla conservazione delle piante fuori del loro ambiente naturale: tale edificio quindi deve artificialmente creare, raccogliere e mantenere intorno a esse le condizioni di vita più favorevoli caratteristiche dei paesi di origine proprî delle piante stesse. Siccome la luce solare e il condizionamento della temperatura sono elementi indispensabili alla vita vegetale, così le serre sfruttano i principî diatermici e ate mici del vetro approfittando delle sue qualità e segnatamente della sua trasparenza alla luce: perciò le pareti e la copertura delle serre sono costituite da grandi superficie vetrate.
Il progresso tecnico e architettonico delle serre è legato a quello delle strutture metalliche da un lato e a quello della produzione industriale del vetro in lastre dall'altro: ed è perciò che queste costruzioni hanno una qualche importanza solo dalla prima metà dello scorso secolo in poi.
La forma e la struttura delle serre variano a seconda della loro funzione, la quale può essere o la sola conservazione delle piante, oppure anche la loro coltivazione (riproduzione).
Queste varie funzioni richiedono anche varie temperature: perciò sotto questo aspetto le serre possono essere divise in tre grandi categorie: serre fredde, temperate e calde.
Sono calde quelle la cui temperatura si mantiene generalmente al disopra dei 22° C.: qui si coltivano molte piante tropicali (delle regioni non elevate), come la maggior parte delle Orchidee, le piante carnivore esotiche (Nepenthes, Sarracenia), una parte delle Palme e delle Felci. Generalmente in queste serre deve esservi una notevole umidità, per riprodurre l'ambiente delle regioni tropicali.
Le serre temperate sono simili a quelle calde, ne differiscono solo per il fatto che la temperatura non supera mai i 20° C. e scende anche fino a 10° C. Servono per la coltivazione delle piante tropicali di regioni elevate o di territorî a temperatura non equatoriale: a questa categoria appartengono anche le serre speciali per la forzatura delle rose, il cui pavimento è un'aiuola di buona terra lavorata dove si mettono direttamente le piante.
Le serre fredde sono generalmente scaldate solo di notte nella stagione fredda, in modo che la temperatura non scenda mai a 0° C.: queste si chiamano anche serre olandesi, e qui si coltivano le piante da fiore (tulipani, narcisi, giacinti, ciclamini, cinerarie, azalee, ecc.) e da fogliame per appartamenti: anche talune Orchidee, Felci e Palme che vivono in regioni tropicali alquanto elevate si si tengono in tali serre.
Il tepidario è una serra fredda dove non esistono apparecchi da riscaldamento: è piuttosto un luogo di conservazione delle piante che non luogo di coltivazione: vi devono essere molti sportelli da aprirsi durante le belle giornate autunno-invernali per aerare bene il locale. Simile a questo è l'arancera, dove si ricoverano i grandi vasi nei quali si coltivano gli agrumi, per sottrarli al freddo invernale. Tanto nell'arancera quanto nel tepidario non vi sono serbatoi o depositi d'acqua per inaffiamento (che si trovano invece nelle serre precedenti) bastando solo una presa d'acqua con rubinetto.
Vi sono poi serre-bacini che servono per la coltivazione di piante acquatiche tropicali (come quelle, ad es., in cui in molti orti botanici si alleva la bellissima Ninfeacea Victoria regia; serre asciutte o secche per le piante grasse e serre fredde speciali per Orchidee montane. In questi particolari ambienti vi devono essere i requisiti che sono richiesti dall'ecologia delle piante da coltivarsi.
Nelle serre soggette a riscaldamento artificiale è necessaria una accurata sorveglianza per regolare adeguatamente la temperatura a seconda delle stagioni, delle ore della giornata e il grado di umidità, per cui è opportuno siano munite di termometro a massima e minima e d'igrometro.
Tenendo presente che col sole la temperatura può aumentare di 4° a 6°, le temperature più alte devono essere moderate e regolate con la ventilazione, con la bagnatura a spruzzo o a nebbia e con l'ombreggiatura.
Nei riguardi della forma le serre possono essere di vario tipo. Le serre a 1 versante sono quelle che hanno la sezione a triangolo rettangolo con la superficie vetrata sull'ipotenusa. Servono per la coltivazione, p. es., dei rododendri, delle azalee, degli aloe, delle mimosa, ecc. Consentendo la luce costantemente da un solo lato non si prestano che per piante di piccole dimensioni, giacché la pianta corre il pericolo di crescere deforme.
Le serre a 2 versanti (serre olandesi) hanno il tetto vetrato a capanna e si prestano per piante di medie dimensioni (p. es., pelargonî, cinerarie, calceolarie, fucsie, ecc.). Sono migliori di quelle a un versante perché consentono un'illuminazione completa e costante.
Vi sono inoltre serre coperte a vòlta a botte, a copertura poligonale, con sola illuminazione dall'alto, ecc.
Per alcune piante di notevoli dimensioni si richiedono serre speciali che consentono di aumentare lo spazio in altezza sollevando la copertura a mano a mano che la pianta cresce.
Se il tipo di coltivazione della pianta consente l'uso di vasi o cassette, queste vengono tenute a una certa altezza dal suolo e disposte su gradinate pensili in muratura o in legname. In questo caso la parte vetrata della serra comincia solo all'altezza del primo gradino sostenuta da uno zoccolo in muratura. Quando invece la coltivazione avviene direttamente nella terra, allora anche la parete vetrata ha inizio direttamente dal livello del suolo.
Tipi speciali di serre sono quelle cosiddette "da forzatura" ossia per far fiorire o anche fruttificare le piante fuori della normale stagione. Altre serre s'usano per la "moltiplicazione": queste costituiscono il vero laboratorio del floricoltore o dell'orticoltore e si mantengono o vi si coltivano le prime semine e gli elementi da trapianto.
Nei riguardi dell'ombreggiatura, le serre sono generalmente dotate di varî sistemi atti a graduare la luce in penombra e ombra. Generalmente si adoperano sistemi interni (tende all'interno della serra) o sistemi esterni (tende rotolanti a stecche di legno distanti circa 1 cm. l'una dall'altra).
La ventilazione può essere ottenuta sia con il sistema ordinario delle aperture a "vasistas all'interno" o "vasistas all'esterno" o "a bilico"; sia con l'adozione d'impianti automatici a condizionamento d'aria. Le aperture di accesso delle serre calde sono sempre precedute da bussole a doppia porta o, meglio ancora, da camerette "di calma".
Gl'impianti di riscaldamento a termosifone (sia a vapore sia ad acqua) hanno completamente sostituito i vecchi sistemi a stufa o a calorifero, i quali, oltre che costosi, erano di difficile regolazione e di difficile controllo. Se la serra ha la caratteristica forma planimetrica a L, la centrale termica va collocata nel gomito dei due bracci di edificio: se la serra ha forma lineare semplice, la centrale va collocata nella metà del corpo di fabbrica. È sempre preferibile avere un impianto a due caldaie di piccola o media dimensione. Di solito le camere di "trapiantazione" vengono collocate sopra la camera della centrale termica. L'aria in molti casi deve essere perennemente umidificata. Servono a questo scopo spruzzatori automatici di acqua tiepida a funzionamento intermittente.
La bassa temperatura ha fatto sentire, specialmente nei paesi nordici, il bisogno della costruzione di serre: grandi impianti industriali sono stati appunto costruiti da tempo in Inghilterra, in Olanda, in Danimarca, in Germania e, in Italia, nella Lombardia, nel Piemonte e nel Veneto. Ma già nel giardino italiano sul finire del Rinascimento trovavano posto "letti caldi" padiglioni a stuoia, arancere e limonaie per la conservazione di piante rare o di pregio (v. Giardino).
Nel sec. XVIII, con la passione per le piante esotiche e rare si generalizza e si estende l'uso delle serre propriamente dette, necessarie anche per la coltivazione e la conservazione dei vivai di piante di colore o fiorite per l'ornamentazione dei parterres allora di gran moda. La tecnica non consentiva in quel tempo le vaste superficie vetrate che caratterizzano oggi una serra modernamente e razionalmente intesa: ma le serre assumevano piuttosto l'aspetto di padiglioni monumentali o di lunghe gallerie porticate e vetrate nelle quali gli elementi architettonici portanti erano a colonne o a pilastri in muratura con la decorazione di statue, stemmi, cartigli, balaustre e festoni, propria all'architettura del secolo.
Serre, arancere, limonaie non erano allora semplici ricoveri caldi per le piante, ma rappresentavano elementi di vita della villa sontuosa settecentesca: vi si davano anche balli, feste e banchetti. La loro architettura quindi faceva parte di quella della casa o comunque arricchiva il giardino offrendo la possibilità di costruire ricchi e fastosi fondali ai viali, ai pratoni, ai parterres. Esempî sono tuttora conservati nei giardini delle ville del Piemonte, della Lombardia e del Veneto e in quelli delle residenze granducali e reali della Germania, dell'Austria e della Francia.
Il secolo scorso, come si è detto, ha potuto vedere, mercé il progresso tecnico, moltiplicarsi l'uso delle serre: ma, mentre il neoclassicismo della prima metà del secolo aveva saputo conservare alla serra una sua dignitosa veste architettonica, con la quale la villa e il giardino e le sue costruzioni accessorie si fondevano ancora in una concezione unitaria equilibrata, l'eclettismo architettonico, tipico verso la fine del secolo, ha perduto completamente questo equilibrio e la bella unità si è smarrita nelle più disparate e contrastanti fantasie allora di moda. L'uso del metallo nelle strutture portanti, il quale ancora non aveva trovato una sua propria e adatta espressione architettonica, ha decisamente contribuito a rendere più incerto il gusto pure portando un grande contributo tecnico.
Gabbie di ferro e vetro di stile gotico o cinese o arabo e bizzarri padiglioni a forma di châlet svizzero o di tempio indiano, hanno largamente risposto alla moda dell'epoca, la quale pure ha visto sorgere grandi "giardini d'inverno" e ardite "sale delle palme" come ornamento di ville o di sontuosi alberghi o di grandi esposizioni (Parigi, Bruxelles, Milano, Torino, ecc.). Ma se queste ultime grandi costruzioni metalliche, pur conservando il tipico nome di serra, erano piuttosto saloni per feste e convegni, i grandi orti botanici e i giardini sperimentali, invece, ebbero vere e proprie serre vastissime nelle quali i bisogni dei coltivatori e degli studiosi poterono valersi senz'altro di quanto la progredita tecnica delle costruzioni metalliche poteva offrire. Sorsero così le grandi serre metalliche degli orti botanici moderni nelle quali le necessità tecniche sole dettano legge alle masse, ai volumi, alle strutture.
L'architettura moderna, per le mutate condizioni di vita sociale, difficilmente può darci esempî di serre private e di arancere così grandiosi quanto quelli delle ville sontuose del Settecento o dell'Ottocento. Tuttavia, accanto alle piccole serre e ai "letti caldi" di carattere puramente utilitario, la villa moderna non solo accetta i cosiddetti "giardini d'inverno" ma fa di questi un importante elemento architettonico, organico anzi con l'architettura della casa.
L'insegnamento dei passati secoli, i quali ci hanno mostrato la possibilità d'inserire nella vita della villa tutti gli elementi della composizione del giardino con armonia e unità di concezione, è dunque raccolto e accettato come un canone fondamentale.
V. tavv. LXXV e LXXVI.