Mattarella, Sergio. - Uomo politico italiano (n. Palermo 1941). Figlio di Bernardo, uomo politico democristiano, più volte ministro negli anni Cinquanta e Sessanta, si è laureato in giurisprudenza presso l’università “La Sapienza” di Roma ed è stato docente di Diritto costituzionale presso l’università di Palermo, dopo essere stato prima assistente e poi professore associato di Diritto parlamentare nello stesso ateneo. Ha militato nell’Azione cattolica e nella Federazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI). Dopo l’uccisione nel 1980 da parte della mafia del fratello Piersanti, Presidente della Regione Sicilia, ha intrapreso la carriera politica con la Democrazia cristiana e nel 1983 è stato eletto per la prima volta alla Camera dei Deputati, dove è stato rieletto anche nelle legislature successive fino al 2008. Dopo la frammentazione della DC (1994) è stato tra i promotori del Partito popolare italiano (PPI), e successivamente ha militato nelle fila prima della Margherita e poi dell’Ulivo. Ha assunto la prima carica ministeriale nel 1987, nominato ministro dei Rapporti con il Parlamento nel governo Goria e nel governo De Mita. Nel 1989 Ministro della Pubblica istruzione nel sesto governo Andreotti, si è dimesso l’anno successivo in dissenso rispetto alla legge sulle emittenze televisive, la cosiddetta “legge Mammì”, che di fatto legittimava il duopolio televisivo con la Rai e le televisioni commerciali di S. Berlusconi. Nel 1993 è stato relatore delle leggi di riforma del sistema elettorale della Camera e del Senato, la legge elettorale che porta il suo nome e che di fatto ha traghettato il Paese dal sistema proporzionale a quello maggioritario: la legge prevedeva il 75% dei seggi da assegnare con il sistema maggioritario uninominale e il 25% con il proporzionale. La legge a cui il politologo G. Sartori ha dato l’appellativo di Mattarellum, e che ancora oggi viene così chiamata, è stata impiegata nelle elezioni politiche del 1994, 1996 e 2001. È stato nominato vicepresidente del Consiglio del primo governo D'Alema (1998-99) e ministro della Difesa del secondo governo D'Alema e del governo Amato (2000-01). Durante quest’ultimo incarico è stata approvata la legge di riforma delle Forze Armate che di fatto aboliva il servizio di leva obbligatorio e M. ha seguito la partecipazione dell'Italia all'operazione Allied Force, con la quale la NATO era intervenuta nella guerra del Kosovo. Dal 2002 al 2003 è stato presidente del Comitato per la legislazione. Nel 2011 è stato nominato, dal Parlamento in seduta comune, Giudice della Corte Costituzionale, in cui è stato relatore di 63 pronunce. Il 31 gennaio 2015 è stato eletto dodicesimo presidente della Repubblica con la maggioranza assoluta, 665 voti su 995 dei votanti, al quarto scrutinio, rieletto il 29 gennaio 2022, ricevendo un secondo mandato con la maggioranza assoluta, 759 voti su 983 dei votanti, all'ottavo scrutinio.