SERGEEV-CENSKIJ, Sergej Nikolaevič
Scrittore russo, nato nel villaggio di Preobraženskoe, nel governatorato di Tambov, il 18 (v. s.) settembre 1875 e morto ad Alušta, in Crimea, il 3 dicembre 1958. Maestro elementare di professione, come scrittore iniziò, sotto l'influenza del decadentismo, con il volume di poesie Dumy e grëzy ("Meditazioni e sogni", 1901) e i racconti Tundra (1903) e skuka ("Tedio", 1903), ma si è affermato, poco prima della rivoluzione, come uno dei migliori e più tipici rappresentanti del neorealismo con il romanzo Valja che si segnala per la sua arte nel rievocare luoghi e personaggi da lui conosciuti. Dopo la rivoluzione mantenne una personale e dignitosa linea di condotta, che, pur essendo legata alle tradizioni letterarie russe del passato, è apparsa ben accetta anche ai rappresentanti del realismo socialista. Nel 1943 è stato nominato accademico.
Dopo il romanzo Babaev (1907), ancora vicino al decadentismo, ma in cui è già evidente lo sforzo di raggiungere l'obiettività mantenendosi fuori da ogni influenza letteraria o ideologica, con il romanzo Valja (scritto nel 1914), pubblicato (1923) da Gor′kij, S.-C. dà inizio alla sua prima grande epopea: Preobraženie Rossii ("La trasfigurazione della Russia", 1934-43). In essa l'autore ricostruisce in una serie di quadri ciclici, il cui reciproco legame non è molto chiaro, le vicende e lo sviluppo spirituale della Russia, e in particolar modo dell'intelligencija russa, dall'anteguerra fino alla rivoluzione e dopo di essa. Tuttavia la vera grande epopea scritta da S.-C., e nello stesso tempo anche la sua opera migliore, è Sevastopol′skaja strada ("I giorni difficili di Sebastopoli", 3 voll., 1939-40; premio Stalin 1941), che vuol ricostruire, sul modello di Guerra e pace di Tolstoj, e il paragone con quest'opera gli ha nociuto, la guerra di Crimea del 1854-55 nelle sue battaglie di terra e di mare, ma anche e soprattutto la vita russa dell'epoca, le impressioni e le reazioni del popolo alla guerra stessa. Circa nello stesso periodo S.-C. si è dedicato alla rievocazione della vita, o di singoli periodi della vita, dei maggiori scrittori russi, nei romanzi Michel′ Lermontov, Gogol′ uchodit v noč ("Gogol′ scompare nella notte", sulla crisi religiosa di Gogol′) e Nevesta Puškina ("La fidanzata di Puškin", 1934)
Durante la seconda guerra mondiale S.-C. scrisse una serie di racconti patriottici col titolo Nastojaščie ljudi ("Uomini veri", 1943) e soprattutto, sotto l'impressione della nuova guerra con la Germania, un'altra serie di tre romanzi, ispirati alla prima guerra mondiale: Brusilovskij proryv ("Lo sfondamento di Brusilov". 1943), Puški vydvigajut ("I cannoni avanzano", 1944) e Puški zagovorili ("I cannoni hanno parlato", 1945). Questa nuova epopea, da un punto di vista storico più libera di quella dedicata a Sebastopoli, ebbe grande successo durante la guerra, ma è stata poi accusata dalla critica sovietica di eccessiva simpatia per una guerra voluta dagli zar e condannata da Lenin e Stalin. Un'edizione completa delle opere in 10 voll. è uscita a Mosca nel 1955
Bibl.: V. Ščerbina, S.-C., in Novyj Mir, 1943, n. 10-11; E. Usievič, Dva romana Sergeeva-Censkogo, nel vol. Knigi i žizn′, Mosca 1949; E. Popovkin, Mogučij, ne starejušči russkij talant, in Oktjabr′, 1955, n. 9.