SEMIOTICA
Termine con cui si indica la teoria o scienza generale dei segni. Essa è stata elaborata da Charles Morris, che ha sottoposto ad analisi il comportamento segnico (semiosi), che si trova alla base di ogni comunicazione linguistica. La s. comprende tre branche principali: la sintassi, che studia le relazioni dei segni fra loro, la semantica, che studia le relazioni dei segni con ciò che essi designano, e la pragmatica, che li studia in rapporto a chi li usa (cioè a colui che li produce, o li riceve e li comprende).
L'esigenza del Morris è sempre quella, comune del resto a tutti gli analisti del linguaggio, di "migliorare la nostra comprensione di tutti i problemi contemporanei: intellettuali, letterarî, culturali, individuali e sociali"; per questo scopo, non basta limitarsi all'analisi logica (com'è stata sviluppata dai neopositivisti), ma occorre partire da una concezione più organica e funzionale del linguaggio, che dia adeguato rilievo anche alla dimensione pragmatica.
L'interesse di una siffatta scienza generale dei segni, che il Morris ritiene di poter sviluppare su base biologica, da un punto di vista behavioristico, supera in questo modo lo stretto ambito metodologico, per manifestarsi anche nel campo psicologico e sociologico.
Bibl.: Ch. Morris, Foundations of the theory of signs, Chicago 1938 (trad. it., Torino 1954); id., Signs, language and behavior, New York 1946 (trad. it., Milano 1949); F. Rossi-Landi, Charles Morris, Milano 1953.