SELGE
. Città di Pisidia, nell'alta valle dell'Eurimedonte, ossia sulle pendici meridionali della catena del Tauro. Tardi scrittori greci la dissero fondata da Calcante oppure colonia dei Lacedemoni, due cose ugualmente poco attendibili. Aveva come confinanti i territorî di Sagalassos ad ovest, Aspendos a sud, Kotenna a levante. Ha una sua coniazione di monete, delle quali le più antiche con leggenda in dialetto panfilio si pensa possano risalire al sec. V a. C. Come gli altri abitatori delle zone montuose della Pisidia e dell'Isauria, i Selgensi non dovettero sentir troppo l'autorità del governo persiano. Quando, dopo la sottomissione della Caria e della Licia, Alessandro Magno, vincitore per ora soltanto al Granico, risalì verso la Frigia per continuare la sua marcia contro il re Dario, mentre le città di Termesso e di Sagalasso gli opposero resistenza, Selge, forse per inimicizia verso le due vicine, fu ad Alessandro favorevole. Sono ricordate lotte di Selge con l'altra città vicina, di non sicura identificazione, Pednelissos. La natura fiera e riottosa dei montanari di Selge fu provata anche da Acheo durante il suo effimero regno di Sardi (Polyb., V, 75) e dai re di Pergamo, e perfino in età molto più tarda dai Goti, alle cui incursioni essi resistettero con bravura (Zosim., V, 15). Le rovine dell'antica città presso l'attuale villaggio di Serük, accertate grazie al trovamento di epigrafi, mostrano resti della cinta di mura, di acquedotti, portici, teatro, agorà, e dell'acropoli che sappiamo essersi chiamata Kesbedion.
Bibl.: Ch. Lanckoronski, Städte Pamphyliens und Pisidiens, II, Vienna 1892, p. 174; F. Imhoof-Blumer, Kleinasiat. Münzen, pp. 309, 400; Catalogue of Greek Coins of the Brit. Mus., Lycia, pp. cxiii, 256.