scoiare (iscoiare)
In If XXII 41, per " togliere il cuoio [v.], cioè la pelle ", " scorticare ", nell'incitamento che i maledetti diavoli gridano a Rubicante, affinché questi artigli e scortichi Ciampolo; scuoi è in rima (con puoi e suoi; nella trasmissione settentrionale schoi, poi e soi), mentre all'interno del verso il Petrocchi preferisce, in If VI 18, nella rappresentazione di Cerbero, la forma prostetica iscoia nel contrastato verso graffia li spirti ed iscoia ed isquatra, che la '21 tuttavia leggeva nella forma vulgata (graffia li spiriti, scuoia e disquatra; era iscoia, ma senza la congiunzione avanti, nel testo del Casella), e che parte della tradizione variava in ingoia: cfr. Petrocchi, Introduzione 172-173, e ad locum (ove il valore semantico del verbo non muta).