SCIRONE (Σκίρων)
Eroe greco, eponimo di un'altura nel territorio di Megara. Figlio, secondo alcuni autori, di Posidone e secondo altri di Pelope, fu considerato dai Megaresi come un buon condottiero ed un benefattore della sua terra. Gli Ateniesi, invece, lo presentano nel loro mito come un brigante che, installatosi nei pressi di Megara, costringeva quelli che passavano vicino alla sua dimora a lavargli i piedi ed approfittava di questa loro momentanea occupazione per derubarli e precipitarli poi, dall'alto della rupe, in mare in pasto alle tartarughe. Sempre secondo la versione ateniese Teseo, diretto verso Trezene, passò presso Megara ed uccise, precipitandolo a sua volta dalla rupe, il malefico gigante.
Nella scultura greca il mito è raffigurato più volte: l'iconografia è sempre la stessa: il corpo gigantesco di S. appare già atterrato dalla forza di Teseo, che gli incombe, armato. Sicura rappresentazione del mito si ha su una delle metope del lato meridionale del Tesoro degli Ateniesi a Delfi, su una del lato S del cosiddetto Theseion di Atene, su una porzione di quel fregio dello heròon di GölbaŞi-Trysa che narra i fatti di Teseo e, forse, anche in una lastra frammentaria dal Mausoleo di Alicarnasso.
La pittura vascolare conosce e rappresenta assai spesso il mito, ispirandosi a diversi filoni iconografici, che fanno capo ciascuno ad un "momento" dell'azione valorosa con la quale Teseo atterrò il mostro. Giova a questo proposito mantenere la divisione proposta dal Waser, in quattro classi. Un primo gruppo di vasi presenta Teseo nell'atto di lanciare il brigante S. dalla rupe, e raffigura quest'ultimo che già precipita nel vuoto. L'iconografia del secondo gruppo riguarda invece Teseo che, con tutte le forze, strappa S. dal suo luogo di osservazione e di rapina, sulla roccia a picco sul mare. Al terzo insieme di monumenti appartiene la versione più elaborata della storia: Teseo ha afferrato il recipiente nel quale S. obbligava i viandanti a lavargli i piedi, e lo scaglia, servendosene come arma, contro il mostro. Infine un altro gruppo di vasi presenta l'incontro di Teseo e S., prima dell'inizio della lotta: S. tenta di ingannare Teseo come tutti gli altri passanti, mentre Teseo attende già il momento adatto per muovere all'assalto.
Monumenti considerati. - Delfi, thesauròs degli Ateniesi: G. Lippold, Handb., Berlino 1950, p. 83; Atene c. d. Theseion: id., ibid., p. 158 S. Fregio di GyölbaŞi-Trysa: id., ibid., p. 209 s. Mausoleo di Alicarnasso: vaso di Kakrylion, Firenze, Museo Arch.: J. D. Beazley, Vasenm. rotfig., p. 50, n. 9; id., Red-fig., p. 82. Pelike di Eutymides o del Pittore di Vienna, Firenze, Museo Arch.: id., Red-fig., p. 28, 2. Vaso di Douris, Londra, British Museum: id., ibid., p. 283, 46. Vaso di Brygos, Firenze, Museo Arch.: id., ibid., 249. Vaso di Parigi, Bibl. Nationale: C.V.A., Paris, Bibl. Nat., p. 26, tav. 39. Oxỳbaphon del Museo Naz. di Napoli: H. Heydemann, Die Vasensammi. d. Nat. Mus. zu Neapel, Berlino 1872, p. 404, n. 2850. Coppa del Pittore di Aison, a Madrid: G. Leroux, Vasesgrecs..., Parigi 1912, p. 109; J. D. Beazley, Red-fig., p. 141; p. 800, n. 20. Vaso di Douris, Berlino, Musei: L. A. Stella, op. cit. in bibl., p. 534.
Bibl.: O. Waser, in Roscher, IV, 1909-1915, c. 1008 ss., s. v.; A. B. Cook, Zeus, II vol., Cambridge 1925, pp. 627, 895; M. P. Nilsson, Geschichte d. griechischen Religion, Monaco 1941, p. 175; L. A. Stella, Mitologia greca, Torino 1956, p. 534 s.; Ch. H. Morgen, The Sculptures of the Hephaisteion, in Hesperia, XXXI, 1962, n. 73 a.