scia
scìa [Voce onomatopeica per indicare la manovra con i remi contraria al remare] [MCF] (a) Perturbazione turbolenta dello stato di un liquido attraversato da corpi in moto, tipic. una nave (che appare in genere come traccia allungata e leggermente divergente lasciata lungo la traiettoria già percorsa); è caratterizzata dalla formazione di filetti liquidi, la cui velocità è minore di quella d'avanzamento del mobile, che danno luogo quasi sempre a strutture vorticose; (b) anche, la zona perturbata che un aereo lascia dietro di sé e che, nel caso di aerei partic. grandi e pesanti, consiste in vortici persistenti alle estremità delle ali; (c) per estensione, la traccia luminosa e ionizzata (quindi radarabile) di una meteora o di stella cadente; fenomeni di s. hanno luogo anche a valle di pianeti e satelliti investiti dal vento solare; per la Terra, il suo campo magnetico fa da ostacolo al vento e la s. s'estende a grandi distanze, formando la coda geomagnetica (v. magnetosfera: III 576 d). In termini generali, la s. si forma per il distacco dello strato limite dalle pareti del corpo. Tale distacco è provocato da un'azione frenante che si esercita sullo strato fluido aderente alle pareti medesime per effetto di resistenze destantisi tra solido e fluido, e generalm. anche per il fatto che la pressione che si esercita sulla massa fluida va crescendo man mano che si procede verso l'estremità del corpo a valle del verso di avanzamento (quello che nei natanti è la poppa). Nella zona del distacco si forma una corrente retrograda, vorticosa, detta corrente di regresso: la regione occupata da tale corrente è appunto la scia. Idealmente, la s. si può considerare delimitata da una superficie staccantesi dal contorno del corpo, attraverso la quale la velocità delle particelle fluide subisce una discontinuità; all'interno di essa il moto è perturbato, vorticoso e all'esterno è non perturbato (e con la possibilità quindi di essere irrotazionale). In realtà, il passaggio dalla regione di moto non perturbato a quella di moto perturbato avviene gradualmente attraverso una fascia di raccordo. Le diverse ipotesi che si possono fare sul moto del fluido, sulla forma del corpo, ecc., portano a configurazioni diverse della s., ricordate con il nome degli scienziati che per primi o più efficacemente le studiarono; tra esse ricordiamo: (a) s. di Bénard-Kármán: osservata per la prima volta da H. Bénard, e studiata poi da T. Kármán, è la s. che si forma a poppa di un solido cilindrico immerso in una corrente che si muova di moto uniforme con velocità normale all'asse del cilindro; nella zona di confine della s. si ha generalm. la formazione di una doppia serie di vortici; ogni serie risulta composta di vortici di pari intensità disposti regolarmente a distanza a l'uno dall'altro: le due serie di vortici, di intensità opposte, risultano sfalsate di a/2; (b) s. di Helmholtz e di Levi-Civita: è la s. che si forma in un fluido in moto traslatorio permanente rispetto a un solido in esso immerso; se il solido, in quiete, è investito da una tale corrente, si forma, nella regione del distacco, una zona di fluido stagnante; se viceversa è il solido a muoversi si deve ammettere che una coda fluida, la cosiddetta s. concomitante, in quiete rispetto al solido, venga da questo trascinata nel suo movimento; (c) s. di Oseen-Burgers: è la s. che si determina in un fluido a viscosità nulla perfettamente aderente alla parete con cui è a contatto (fluido limite); se un corpo si muove in un tale fluido di moto traslatorio con velocità costante v la s. viene a essere costituita dalla regione, a poppa del solido, che è delimitata dalle tangenti al contorno del corpo parallele a v e in cui il moto è vorticoso e il fluido aderisce al solido; all'esterno il moto è irrotazionale. ◆ [MCF] S. di condensazione: locuz. che traduce l'ingl. condensation trail "coda di condensazione", per indicare la traccia, in genere candida, lasciata nell'aria da un mobile (in genere un aereo, ma anche un'automobile partic. veloce), causata dal raffreddamento del vapore acqueo presente nei gas di scarico del motore, oppure dal raffreddamento adiabatico degli strati d'aria soprassatura sottoposti a locali riduzioni di pressione in seguito al moto vorticoso (soprattutto al-l'estremità delle ali o degli alettoni).