Savoia
Dinastia che deriva il suo nome dall’omonima regione in cui originariamente aveva i propri possedimenti. Regnò nel corso di circa un millennio sulla contea, poi ducato, di S., e sul Piemonte, sul regno di Sicilia, sul regno di Sardegna e infine sul regno d’Italia (➔ sabaudo, Stato). Ne è considerato il capostipite Umberto I (m. 1047 o 1048), detto Biancamano, di origine incerta, primo conte di Savoia. Suo figlio Oddone (1010 ca.-1057 ca.) ingrandì i domini sposando Adelaide, titolare della marca di Torino, che comprendeva vaste aree del Piemonte e della Liguria. Questi territori, insieme al titolo di conte, passarono agli eredi. Dopo aver perso gran parte dei loro possedimenti a causa dei contrasti con l’impero, Tommaso I (1178-1233) e Amedeo IV (ca. 1197-1253) li riottennero e li ampliarono. Dal 1232 la capitale fu posta a Chambéry. Tra il 13° e il 14° sec. i S. acquisirono il Vaud, la Bresse, Ivrea, parte del Canavese e Nizza. Nel 1416 Amedeo VIII ottenne dall’imperatore Sigismondo, per sé e i suoi successori, il titolo ducale, riunendo al Piemonte i possessi del ramo collaterale degli Acaia. Dalla metà del sec. 15° alla metà del 16°, la dinastia, coinvolta nelle guerre franco-spagnole, perse quasi tutti i suoi territori compresa la S. e parte del Piemonte. Emanuele Filiberto (1528-1580) ne tornò in possesso con il Trattato di Cateau-Cambrésis (1559) e trasferì la capitale a Torino. Carlo Emanuele I acquisì poi il marchesato di Saluzzo (1601), ma con il Trattato di Cherasco (1631), che concludeva la guerra per la successione di Mantova e del Monferrato, il ducato entrò nell’orbita francese fino al 1690, quando si schierò contro la Francia nella guerra della Lega di Augusta. I S., alleati dell’Austria nella guerra di Successione spagnola, ottennero con Vittorio Amedeo II la corona reale di Sicilia (1713), cui furono costretti a rinunciare in cambio di quella di Sardegna (1720), e l’ingrandimento dei confini in Italia con l’acquisizione del Monferrato e di altre province orientali. Con Carlo Emanuele III (1701-1773) i S. raggiunsero la linea del Ticino, in seguito ai successi ottenuti nelle guerre di Successione polacca e austriaca (Pace di Aquisgrana, 1748). Durante le guerre rivoluzionarie e napoleoniche i S. si schierarono contro la Francia; dopo la sconfitta, dovettero rinunciare (Pace di Parigi, 1796) alla S. e a Nizza. I francesi imposero l’abdicazione (1798) di Carlo Emanuele IV (1751-1819), che si ritirò in Sardegna, e la costituzione della Repubblica. Con la Restaurazione Vittorio Emanuele I acquistò i territori di Genova ma perse parte della S.; abdicò (1821), dopo i moti dei carbonari piemontesi, in favore di Carlo Felice (1765-1831), con il quale si estinse la linea primogenita di casa Savoia. Carlo Alberto, dei S.-Carignano, gli successe nel 1831 e concesse (1848) lo Statuto che instaurò la monarchia su base parlamentare. I S. si posero a capo delle guerre per l’indipendenza italiana, condotte a termine da Vittorio Emanuele II che, proclamato (1861) re d’Italia, aveva ceduto (1860) Nizza e la S. alla Francia. A Umberto I, ucciso (1900) dall’anarchico G. Bresci, succedette Vittorio Emanuele III, che condusse l’Italia nelle due guerre mondiali, senza opporsi all’ascesa del fascismo. La sua abdicazione in favore del figlio Umberto II non salvò le sorti dei S., esiliati dopo la proclamazione della Repubblica (1946); a suo figlio Vittorio Emanuele è stato concesso (2002) il rientro in Italia.