TOMMASO apostolo, santo
Il suo nome è dato nelle liste degli Apostoli sia presso i Vangeli sinottici, sia presso Giovanni, XI, 16; XX, 24; XXI, 2; Giovanni aggiunge al suo nome la spiegazione "quello chiamato Δίδυμος", cioè gemello. Nell'ebraico biblico infatti occorre la forma tōămīm, "gemelli" (plur.), da un presunto sing. tō'ām, a cui corrisponde l'aramaico to'mā: la forma grecizzata di questo vocabolo è Θωμᾶς, che è il nome dell'apostolo. Delle pochissime notizie che di lui forniscono i Vangeli, la più notevole è quella del suo atteggiamento incredulo riguardo alla resurrezione di Gesù, circa la quale egli affermò di non volersi convincere se non toccando con le sue mani il corpo del risorto (Giovanni, XX, 24 segg.).
La tradizione cristiana è divergente circa i fatti successivi di T.; Eusebio (Hist. eccl., III,1,1), seguito da altri, lo dice evangelizzatore dei Parti; altri (Gregorio Nazianz., Oratio 33 ad Arian., 11; Niceforo, Hist. eccl., II, 40; ecc.) gli fanno predicare la fede e subire il martirio in India. Fin da tempi assai antichi si venerava la sua presunta tomba a Edessa.
La sua festa cade il 21 dicembre nella Chiesa latina, il 6 ottobre nella greca.
Sotto il nome di Tommaso vanno alcuni libri apocrifi (Vangelo, Atti, Apocalisse), per i quali v. apocalittica, letteratura, III, p. 661 e apocrifi, libri, III, p. 663.
Iconografia. - Rappresentato col libro fino al sec. XIII, poi talvolta con la spada, strumento del suo martirio, più spesso con la squadra d'architetto, in memoria del palazzo che doveva costruire in India per il re Gondoforo come narrano i romanzeschi ed apocrifi Atti di Tommaso composti in siriaco nel sec. III, che, sebbene condannati da S. Agostino, furono riassunti nella Leggenda aurea di Iacopo da Voragine e ispirarono le figurazioni delle storie di questo apostolo. Con la squadra appare già nella statua del portale orientale del duomo di Bamberga (circa 1230). La sua leggenda è rappresentata in una vetrata del sec. XIII della chiesa superiore di S. Francesco in Assisi; in affreschi del sec. XIV nella chiesa di S. Croce a Sassoferrato, ecc.
Prende parte nella leggenda di Cristo all'episodio dell'Incredulità (porta bronzea di S. Paolo in Roma, 1070, dove è anche la scena del martirio), e nella leggenda di Maria nell'episodio della donazione della Cintola (Raffaello, Coronazione della Pinacoteca Vaticana). Altra versione è quella della Madonna col Bambino il quale presenta la cintola all'apostolo (Viterbo, duomo).
Patrono degli architetti, degl'ingegneri e dei calzolai (per aver guarito il calzolaio Ariano feritosi con la lesina: Venezia, rilievo del sec. XV sul portale della Scuola dei Calegheri).
Bibl.: J. Dahlmann, Die Thomaslegende, ecc., Friburgo 1912; A. Väth, Der Heilige Thomas, der Apostel Indiens, Aquisgrana 1925; K. Künstle, Ikonographie der Heiligen, Friburgo 1926, p. 555.