AMANDO, santo
, Venerato specialmente nelle Fiandre. Nato il 7 maggio 589 a Herbauges, nel regno di Aquitania, da nobile famiglia, cercò prima la solitudine, e prese dimora in un cenobio che sorgeva nell'isola Ogia (Île d'Yen), rinunciando all'eredità paterna. In seguito, si recò a Tours e sulla tomba di S. Martino prese risoluzione di darsi a vita ecclesiastica. Aveva 23 anni, quando, trovandosi a Bourges, si fece chiudere dentro una piccola cella, dove passò quindici anni. Andò poi a Roma in pellegrinaggio ed ebbe la visione di S. Pietro che gli comandò di ritornare nella sua patria a predicarvi il Vangelo tra i pagani. In quell'epoca, la popolazione dell'odierna Fiandra viveva ancora in fiera barbarie e nessun evangelista osava spingersi in mezzo ad essa. A., ottenute lettere da re Dagoberto e presi con sé due discepoli, si assunse il pericoloso ufficio. Affrontò pericoli mortali e più di una volta corse rischio di essere annegato nella Schelda; ma essendosi sparsa la voce che a Tournai egli avesse risuscitato un brigante condannato a morte e giustiziato, finalmente trionfò. Molti accettarono il battesimo ed A. eresse conventi e chiese come, verso il 631, la celebre badia a Gand, dedicata più tardi a S. Bavone; quella di Elnon (ora St. Amand-les-Eaux), ecc. Recatosi poi alla corte di re Dagoberto (631-638), ne fu bandito per aver ripreso aspramente la vita poco castigata del re; ma questi poi pentitosi lo richiamò, affidandogli l'educazione del figlio, il futuro san Sigeberto.
Tuttavia A. continuò la sua predicazione tra i pagani fiamminghi; e fu memorabile la conversione di Alovino, ferocissimo guerriero, più conosciuto sotto il nome di san Bavone e sempre onoratissimo nei Paesi Bassi. Dal 647 al 650, A. fu vescovo di Tongres e continuò a fondare chiese e romitaggi. Incaricato da papa Martino di raccogliere a concilio tutti i vescovi del regno dei Franchi, ne portò egli stesso gli atti a Roma; ma qui dichiarò di non poter continuare nella sua attività episcopale: un voto fatto nell'infanzia lo costringeva ad essere, durante la sua vita, un perpetuo pellegrino. Così si volse ancora a predicare il Vangelo tra i popoli selvaggi della Gallia e nei Pirenei. Passò gli anni dell'estrema vecchiaia nel monastero di Elnon presso Tournai, dove morì di quasi 90 anni, il 6 febbraio 679. (Secondo altri, A. nacque nel 594 e morì nel 684). La vita di A. fu narrata dal suo discepolo Baudemundo, e, in versi, da Milone di St. Amand prima dell'840. Di lui molti e grandi miracoli si narrarono in vita e dopo morto. Assai diffuso fu il suo culto; nel solo Belgio, 92 chiese vennero a lui dedicate.
Bibl.: Acta Sanctorum, 6 febbraio; J. Ghesquière, Acta Sanctorum Belgii, IV (1787), pp. 193-244; J. De Smet, Vie de St. Amand, Gand 1861; Destombes, Histoire de St. Amand, Lione 1850.