SAN BERNARDO, Colli del (A. T., 17-18-19)
Il Gran San Bernardo. - Il Gran San Bernardo è un valico delle Alpi Occidentali, a oriente del massiccio del M. Bianco. Si apre, a 2467 m. s. m., tra il M. Drônaz (2950 m.) da una parte, il M. Mort (2867 m.) e la Tête Barasson (2964 m.) dall'altra, e mette in comunicazione la valle del Gran San Bernardo, percorsa da un subaffluente della Dora Baltea, con quella della Drance d'Entremont, affluente del Rodano. Il valico è utilizzato dalla carrozzabile da Aosta a Martigny-Ville, nella valle del Rodano. Il confine fra l'Italia e la Svizzera, segnato da un lastrone con le armi di Savoia e del Vallese, passa presso il margine della conca che forma il valico, lasciando questo con l'ospizio in territorio svizzero; la dogana italiana è a 4, 2 km. prima del passo, a 2217 m. s. m. Il famoso ospizio del Gran San Bernardo consta di due fabbricati, di cui uno, del secolo XVI, con la chiesa e l'ospizio propriamente detto, tenuto dai canonici regolari agostiniani della Congregazione ospitaliera del Gran San Bernardo, di nazionalità svizzera, l'altro, della fine del secolo XIX, adibito ad albergo; l'ospizio possiede una biblioteca e un museo, con cimelî romani rinvenuti nei dintorni. Nella conca che forma il valico si apre il profondo Lago del Gran San Bernardo, il Lacus Penus dei Romani, gelato per gran parte dell'anno; presso la sua riva s'innalza una grande statua di S. Bernardo di Mentone patrono degli alpinisti. Il valico, che è anche punto di partenza per parecchie escursioni, è molto frequentato dal traffico specialmente turistico. Vi ha sede un osservatorio meteorologico.
Il Piccolo San Bernardo. - Valico delle Alpi Occidentali che si apre a 2188 m. s. m., a S. del Monte Bianco, tra il M. Valezan (2892 m.) a SE. e il Bec des Rolses a NO. Il valico mette in comunicazione la Val d'Aosta con la valle dell'Isère ed è percorso dalla rotabile La Thuile-Bourg Saint-Maurice. A circa 1 km. dal valico a 2158 m., sorge l'ospizio che consta di due fabbricati, uno dei quali, il maggiore, è adibito a foresteria. Presso l'ospizio è il giardino sperimentale alpino, fondato nel 1893 dall'abate Chanoux, con annesso il museo e laboratorio di botanica e mineralogia alpina. Il confine italo-francese è a 2146 m., immediatamente a sud dell'ospizio.
V. tavv. cxxix e cxxx.
Storia.
Per il Piccolo e il Gran San Bernardo passava fino dai tempi romani una delle grandi vie di comunicazione tra l'Italia e la Francia che ad Aosta si biforca e conduce attraverso il primo a Martigny nel Vallese; attraverso il secondo a Moûtiers nella Tarentasia. Dapprima questi due passi furono chiamati rispettivamente Alpis Poenina e Alpis Graia; nel Medioevo Monte di Giove (Mont-Joux) e Monte della Colonna di Giove (Colonne-Joux e Mont-Jouver),nomi derivati dal culto di Giove Pennino (Iuppiter Poeninus), probabile interpretatio romana di una divinità celtica, e da una colonna che ivi si ergeva, creduta per molto tempo dedicata al dio Penn, riconosciuta poi di fattura romana, facente parte, forse, del pronao di un tempio di Giove. Presero il nome attuale da S. Bernardo di Mentone, il quale morì in epoca non sicuramente determinata ma secondo le maggiori probabilità nel 1081, dopo avervi fondato due ospizî per ricovero e conforto dei viandanti, a somiglianza di un altro precedentemente costruito sull'Alpe Pennina fin dal tempo di Augusto, funzionante ancora nell'alto Medioevo ma che ai tempi di S. Bernardo aveva cessato di esistere.
Entrambi i passi furono nell'antichità assai frequentati. Secondo una tradizione Annibale passò attraverso il Piccolo San Bernardo; si servirono di questi passi i Galli quando occuparono l'Italia settentrionale e i Romani quando si portarono a combatterli entro i loro confini; più tardi fecero altrettanto i barbari discesi alla conquista dell'Italia. Questi probabilmente distrussero il citato rifugio che fu poi ricostruito prima dei tempi di Carlomagno; ma quando i Saraceni si annidarono nella Provenza (v. Frassineto) effettuarono le loro devastazioni anche qui e vi s' insediarono, e solo dopo la loro cacciata S. Bernardo poté eseguire il suo disegno. Si ha memoria del passaggio attraverso il Gran San Bernardo dei papi Stefano II e Leone IX; della bombarda chiamata Gaudinette, fatta venire nel dicembre del 1434 da Thonon con altre artiglierie per battere la piazza di Chivasso, difesa, contro le milizie di Amedeo VIII, dalla moglie del marchese di Monferrato. Nel 1800 vi passò Napoleone, primo console, con l'esercito, mentre per il Piccolo San Bernardo va ricordato che nella campagna nel 1691 il marchese della Hoguette, Carlo Fortin, vi passò con alcune poche migliaia di uomini per saccheggiare la valle di Aosta fino a Bard e distruggendo alcuni monumenti antichi che ancora rimanevano.
L. Vaccarone, Le vie delle Alpi Occid. negli antichi tempi. Ricerche e studi pubbl. su docum ined., Torino 1884; J. A. Duc, À quelle date est mort S. Bernard de Menthon?, in Miscell. di storia ital., XXXI, ivi 1894.