Scrittore cristiano (sec. 5º), forse di Treviri; laico, dopo alcuni anni di matrimonio si ritirò a vita ascetica a Lérins; quindi, divenuto sacerdote, visse a Marsiglia. Nel De gubernatione Dei (8 libri, 439-451) contrappose ai vizî dei Romani le virtù dei barbari, sostenendo che questi erano lo strumento della Provvidenza per colpire i trasgressori della sua legge. È uno scritto di grande importanza come tentativo di separare la causa della romanità da quella del cristianesimo e di facilitare l'avvicinamento delle popolazioni cristiane al nuovo ordine politico che si andava costituendo.