SALICE (fr. saule; sp. sauce; ted. Weide; ingl. willow)
Nome volgare delle numerose specie di piante appartenenti al genere Salix (Linneo, 1737): queste hanno i fiori diclini e dioici, meno il S. Medenii della Persia che è monoico e talune altre specie che talora presentano spighe androgine. Sono arbusti o alberi che vivono generalmente nei luoghi umidi o palustri, lungo i fossi, i canali, i fiumi, sulle sponde dei laghi; hanno sempre foglie intere, per lo più di forma ovale o lanceolata.
I rami giovani d'alcune specie sono pieghevolissimi e tenaci, e decorticati si prestano a lavori d'intreccio (v. vimini); a tale scopo si usano specialmente e si coltivano S. alba, triandra, purpurea, viminalis, incana, aurita, che appartengono anche alla flora italiana. I rami di S. alba e viminalis vengono anche usati per legare le viti o i tutori di giovani alberi. I grossi rami del S. alba si adoperano anche per fare pali e pertiche e il loro legno, leggiero e bianchissimo, tagliato con apposite macchine in sottili strice fornisce i trucioli, con i quali si confezionano lavori d'intreccio, anche colorati.
La corteccia del S. alba e di altre specie contiene una sostanza glucosidica amara, la salicina (che si trova anche nei fiori e nelle foglie), per cui veniva usata a scopo medicinale (cortex salicis) ed è tuttora iscritta in alcune farmacopee. Inoltre ha un elevato contenuto di tannino (13%) e quindi si usa per la concia delle pelli; e contiene anche una sostanza colorante gialla, analoga alla quercetrina, per cui ha applicazioni in tintoria.. In molti paesi e in Italia nella Val Padana si usa capitozzare i salici perché producano maggior numero di rami e queste piante conferiscono al paesaggio un aspetto caratteristico.
Il Salix babylonica L., volg. salice piangente, originario del Caucaso e dell'Asia orientale con i rami lunghissimi pendenti è coltivato come ornamento nei giardini e nelle ville presso i laghetti e le fontane.