sacrificio
Dono od omaggio degli uomini agli dei
Il sacrificio è un atto rituale molto diffuso nelle religioni. Esiste una notevole diversità tra le varie forme assunte da questo rito: tuttavia si può dire che in generale il sacrificio è un modo di porre in relazione il mondo degli esseri umani con quello delle divinità o delle potenze soprannaturali attraverso uno scambio, costituito da un’offerta o da una vittima sacrificale in cambio del benessere per la comunità
Il sacrificio può essere definito come un atto rituale che consiste nel dono di un oggetto (l’offerta) o di un essere vivente (la vittima) alle potenze soprannaturali. Le offerte (frutti, vegetali, beni preziosi) e le vittime (animali o addirittura esseri umani) vengono consacrate per essere poi distrutte, uccise o consumate collettivamente, servendo in questo modo da strumento di comunicazione tra il mondo degli uomini e l’aldilà.
I protagonisti principali del rito sono colui che compie il sacrificio, l’oggetto o l’essere da sacrificare, il destinatario del sacrificio (divinità, spirito, potenza) e infine la comunità che partecipa alle cerimonie o che trae benefici dal rito.
Il sacrificio assume forme molto diverse nelle varie tradizioni religiose. Molto diffusi sono i sacrifici delle primizie: nel mondo classico le prime spighe di grano venivano offerte alle divinità prima dell’inizio della mietitura. Presso alcuni popoli dell’Oceania, i primi tuberi di igname che giungono a maturazione sono oggi offerti al Dio cristiano. Altrettanto diffusi sono i sacrifici di comunione: in questo caso l’offerta o la vittima vengono consumati dal gruppo durante la cerimonia, un modo per rafforzare i valori comuni e la solidarietà del gruppo. Sacrifici espiatori sono invece quelli che si compiono per liberare la comunità da una colpa – un omicidio, un’offesa – o da una calamità che l’affligge – una carestia, un’epidemia, un prolungato periodo di siccità.
I sacrifici sono un argomento molto studiato da antropologi e storici delle religioni. Alcuni hanno concepito il sacrificio come un dono che gli esseri umani farebbero agli dei per ottenere in cambio benessere sotto forma di cibo, salute, felicità. Altri studiosi hanno osservato che, nelle epoche più recenti e nelle religioni universalistiche, il sacrificio si presenta come un omaggio o una rinuncia volontaria. Un celebre storico delle religioni, lo scozzese William Robertson Smith, scrisse che il sacrificio va analizzato in termini sociologici come un meccanismo rituale che crea unione e solidarietà nel gruppo (si pensi ai riti di comunione). I riti delle primizie in particolare sono stati interpretati come un modo rituale di garantire la continuità ovvero la riproduzione della vita: gli dei vengono ringraziati perché intervengono nel mondo umano, garantendo l’abbondanza dei raccolti e la nascita di nuovi esseri umani.
In un famoso libro, il francese René Girard mise in rilievo il rapporto stretto che spesso lega la violenza al sacrificio. In alcune società ritroviamo in effetti forme piuttosto violente di sacrificio, che possono comprendere sia la mutilazione di parti del corpo – per esempio il taglio delle falangi in occasione di riti funebri – sia l’uccisione di un essere umano. Il caso più celebre è quello degli antichi Aztechi, i quali sacrificavano giovani uomini e donne alle divinità strappando loro il cuore ancora pulsante. I sacrifici umani non sono solo un fenomeno proprio di società antiche o esotiche: la pena di morte – tuttora praticata in molti Stati, come la Cina e gli Stati Uniti – è considerata da alcuni studiosi come una forma moderna di sacrificio espiatorio. È un po’ come se la società potesse liberarsi dei mali e delle colpe che la affliggono immolando alcune persone condannate per i loro crimini.
Un’altra forma di sacrificio umano di cui molto si discute è quella dei terroristi suicidi (detti erroneamente kamikaze) che si imbottiscono di esplosivo per farsi poi esplodere in luoghi pubblici. La particolarità di questo sacrificio è che esso è allo stesso tempo un suicidio e un omicidio (ciò che difficilmente si ritrova in altre epoche e tradizioni religiose). In molte religioni contemporanee il sacrificio permane in una forma simbolica: l’Eucaristia cristiana, per esempio, è la riproduzione simbolica del sacrificio originario del Cristo, il quale diede la propria vita per la salvezza degli esseri umani.