Sigla di reactive oxygen species, usata per indicare composti dell’ossigeno a elevata attività ossidante e con spiccata tendenza a donare atomi di ossigeno ad altre sostanze. I ROS sono rappresentati, per la maggior parte, da radicali liberi centrati sull’ossigeno (per es., il radicale idrossilico •OH, il radicale nitrossido NO•, l’anione superossido O-2; inoltre comprendono altre specie non radicaliche, come il perossido di idrogeno H2O2, l’ozono O3, l’ossigeno singoletto. La formazione, per via enzimatica o non, di alcuni ROS nell’organismo animale avviene di continuo durante i normali processi metabolici che coinvolgono macromolecole: lipidi, proteine, carboidrati, acidi nucleici. In particolare, durante l’ossidazione dei lipidi, la formazione di radicali liberi centrati sull’ossigeno è facilitata dalla presenza di doppi legami nella molecola degli acidi grassi. Pertanto gli acidi polinsaturi, sotto l’azione dei radicali liberi, risultano particolarmente suscettibili alla perossidazione, che può innescare una vera e propria catena di reazioni radicaliche. Se non vengono inattivati dai sistemi antiossidanti, i radicali liberi, con la loro vivace reattività chimica, possono danneggiare qualsiasi tipo di macromolecola cellulare, accrescendo il rischio di lesioni degenerative di natura neoplastica, aterosclerotica ecc. (➔ radicale).