MASCHERPA, Romualdo
– Nacque a Brembio, presso Lodi, il 7 febbr. 1781 da Abramo, appartenente a una famiglia di proprietari terrieri, e da Maria Domenica Padagnani.
Sulla scorta di L. Rasi e F. Regli, si è a lungo ritenuto che fosse nato a Casalpusterlengo nel 1785 e che la sua formazione umanistica andasse collocata sotto l’influenza diretta o indiretta del seminario di Lodi. Ma di questa permanenza non c’è traccia nei registri del seminario e nell’archivio della diocesi di Lodi: non conosciamo quindi l’ambiente culturale in cui egli si formò.
Secondo Rasi, si diede al teatro come attore dopo avere conosciuto una compagnia di giro. Ma le prime notizie certe su di lui riguardano la data del matrimonio, contratto nel 1818 con l’attrice Maria Buccinieri che rivestiva il ruolo di «servetta». Nella quaresima di quell’anno aveva costituito la sua prima compagnia comica, insieme con la moglie, con L. Velli primo attore, e con Carlotta Povaro prima donna, oltre che con F. Dones e G. Vismara. Le commedie che lo fecero conoscere al pubblico e stimare come interprete furono l’Abate della spada di J.N. Bouilly, Misantropia e pentimento di G. La Calprenéde, Cavaliere di spirito, Cavaliere di buon gusto e la Pamela nubile e la Pamela maritata di C. Goldoni.
Tali rappresentazioni furono messe in cartellone mentre in Italia proseguiva la tradizione girovaga delle compagnie, composte, oltre che di figli d’arte che si tramandavano l’esperienza della scena di generazione in generazione, anche di nuovi attori provenienti da ogni ceto. Questa circostanza permise a molti cospiratori politici di nascondersi alla polizia aggregandosi alle compagnie teatrali. Si determinò così un fenomeno di partecipazione politica, attuato con la scritturazione di attori politicizzati e con l’adozione di testi inneggianti al patriottismo, fenomeno definito da G. Modena «sfasatura».
Ne fu coinvolto anche il M., il cui nome comparve nel processo indetto nel 1818 dalla commissione speciale istituita a Modena contro le sette, in cui era imputato l’ex generale del Regno d’Italia Carlo Zucchi. Negli atti del processo si affermava che il M. era membro della massoneria con il grado di maestro.
Dopo i moti del 1820-21, fu ancora indagato dalla polizia del Regno lombardo-veneto, alla quale erano stati trasmessi da Modena i documenti a lui relativi.
Fortemente compromesso, il M., mentre si trovava a Venezia, fu costretto dalla polizia a sciogliere la propria compagnia e ad ammettere la sua attività carbonara. Alla fine del processo, il 21 dic. 1822, il M., pur prosciolto, dovette iniziare da capo e non fu semplice, controllato com’era dalla polizia di Stato e ridotto in gravi difficoltà economiche. Sembra che a uscire dalla crisi contribuisse nel 1825 il sostegno di un giovane autore, F. Regli, che scrisse per lui una commedia, Tradimento virtuoso, molto apprezzata dal pubblico. Riassestate le finanze, il M. scritturò per la sua compagnia alcuni attori segnalatigli da G. Modena, benché il rischio di finire sotto inchiesta non fosse cessato.
Non risulta, tuttavia, che nel 1831 prendesse parte alla campagna organizzata dal generale C. Zucchi contro gli Austriaci cui parteciparono gran parte degli attori patrioti, a cominciare dallo stesso Modena.
Dopo aver collaborato con varie compagnie (tra le tante importanti relazioni di lavoro vanno segnalate quella con la Ducale di Modena e, dal 1825, con la compagnia di Parma diretta da Gaetana Goldoni), proprio a Parma divenne capocomico con la compagnia Ducale (1826), apprezzata al punto di essere una fra le poche che all’epoca godettero il privilegio di una parziale sovvenzione pubblica.
Il contratto, datato 21 marzo 1826, attesta come con la sua direzione artistica il M. riuscisse ad assicurarsi uno stipendio annuo per le stagioni in cui, fino al 1846, la compagnia fu attiva nella capitale del Ducato. Le rappresentazioni in cartellone furono proposte anche ad altre platee, tra cui quella di Bergamo al teatro Donizetti; di Ferrara nel 1828; di Firenze al teatro del Cocomero; di Roma al teatro Valle dal 1831 al 1833 e ancora di Lucca al teatro del Giglio dal 1834 al 1842.
Ciò che spiega il successo e la considerazione di cui godé il M. come capocomico e organizzatore di spettacoli furono l’abilità e l’equilibrio con cui seppe dirigere gli attori, stimolando ciascuno a sviluppare al meglio il talento naturale; altro fattore di consenso e di lucro fu la scelta accorta del repertorio in cui, per evitare il pagamento dei diritti d’autore, spiccarono in prevalenza gli autori stranieri con nomi di spicco quali M.H.B. de Rougemont, G. Wasa, J.F.A. Bayard, J. de La Fontaine e V. Hugo; quanto agli autori italiani, piacque molto, nel 1841, la rappresentazione de Le disgressioni inopportune di G. Giraud.
Capocomico assai stimato, il M. dovette molto del suo successo alla capacità di scritturare i nomi più in vista del tempo, prima fra tutti Adelaide Ristori, proveniente dalla Compagnia Reale Sarda fondata da Vittorio Emanuele I (fu la Ristori, appunto, che gli fece instaurare un proficuo rapporto di lavoro con il commediografo fiorentino V. Martini), e poi Maddalena Pelzet, L. Carceri, G. Landozzi, L. Gattinelli e C. Venturosi. Altra caratteristica del M. fu quella di lavorare sui copioni accentuando le caratteristiche dei testi alfieriani col dare risalto al tema della libertà e dell’incitamento al patriottismo, all’eroismo e alla ribellione contro l’oppressione straniera.
Il M. si inserì anche in quella tradizione tutta italiana di far teatro e scuola al tempo stesso. Furono molti i giovani che appresero da lui il mestiere dell’attore, che comprendeva non solo la recitazione ma anche la capacità di promuovere la partecipazione attiva del pubblico e lo studio critico dei testi.
Il M. morì a Torino il 26 ott. 1847.
Fonti e Bibl.: Brembio, Arch. diocesano, fonti non ordinate; Sant’Angelo Lodigiano, Arch. privato famiglia Mascherpa; Roma, Biblioteca e raccolta teatrale del Burcardo, Locandine e programmi teatrali (consultabile presso www.burcardo.org); L. Rasi, I comici italiani, III, Firenze 1905, pp. 108-111; Epistolario di Gustavo Modena (1827-1861), a cura di T. Grandi, Roma 1955, pp. 67-69; Storia del teatro moderno e contemporaneo, diretta da R. Alonge - G. Davico Bonino, II, Il grande teatro borghese: Settecento-Ottocento, Torino 2000, p. 621; C. Meldolesi - F. Taviani, Teatro e spettacolo nel primo Ottocento, Roma-Bari 2003, pp. 115 n., 186 s., 232, 242, 252; A. Valoroso, Ricordi e studi artistici. Adelaide Ristori, Roma 2005, pp. 12, 36 s.; F. Regli, Diz. biografico dei più celebri poeti ed artisti… che fiorirono in Italia dal 1800 al 1860, Torino 1860, pp. 312 s.; Enc. biografica e bibliogr. «Italiana», N. Leonelli, Attori tragici, attori comici, II, pp. 71-73; Enc. dello spettacolo, VII, col. 247; Enc. Italiana, XXII, p. 496.