Rodolfo d'Asburgo Arciduca ereditario d'Austria-Ungheria
Arciduca ereditario d’Austria-Ungheria (Vienna 1858-Mayerling, Baden, 1889). Unico figlio maschio dell’imperatore Francesco Giuseppe I e di Elisabetta di Baviera, per il temperamento esuberante e indisciplinato si trovò presto in conflitto col padre e con l’ambiente di corte: contrasto che si accrebbe dopo alcuni viaggi, di cui pubblicò i diari (Fünfzehn Tage auf der Donau, 1881; Eine Orientreise, 1884), e nonostante il matrimonio (1881) con la figlia di Leopoldo II del Belgio, Stefania, che trascurò, dandosi ad avventure galanti. Assunse un atteggiamento di fronda verso la corte e le classi dirigenti, orientandosi verso il radicalismo e il più aperto anticlericalismo e scrivendo articoli anonimi nei giornali viennesi, grazie all’amicizia con Moritz Szeps, direttore del Wiener Tagblatt. Fu ammiratore entusiasta della Francia repubblicana, di Gambetta, di Clémenceau, imbevuto d’idee cosmopolite, e si compromise anche con l’opposizione liberale ungherese. La notte del 30 genn. 1889, nel padiglione di caccia di Mayerling, con due colpi di rivoltella uccise sé e l’amante, Maria Vetsera. Tentativi di soffocare o attenuare lo scandalo fecero sorgere infinite ipotesi e dicerie sulla sua fine, rimasta, per certi aspetti, oscura.