GIRONI, Robustiano
Nacque a Gorgonzola, presso Milano, il 24 ott. 1769, in un'umile famiglia della quale non si sa nulla, salvo che egli la sovvenne con aiuti pecuniari e che fu sua erede una nipote, Caterina Gironi (Milano, Arch. della Bibl. nazionale Braidense, Personale, C. 104, 11 nov. 1836 e 2 apr. 1838). Il G. effettuò i primi studi in vari seminari, soprattutto in quello arcivescovile di Milano, ed entrò giovanissimo nella Congregazione degli oblati di S. Ambrogio e S. Carlo, nella quale ebbe come confratelli G. Ferrario e A. Mai, il futuro cardinale.
Compiuti i corsi di studio, insegnò retorica nel collegio di Gorla, presso il lago di Como, dove rimase fino al 1796, quando passò col medesimo incarico al seminario arcivescovile di Milano; lì, grazie al suo impegno e alla sua cortesia, ottenne l'affetto e la riconoscenza di molti allievi, i quali, giunti in seguito a posizioni di responsabilità, contribuirono alla diffusione della sua fama letteraria e ai suoi avanzamenti di carriera. All'inizio del 1803 chiese e ottenne la dispensa dall'insegnamento, dichiarando però di "non voler distaccarsi in alcuna guisa dalla Congregazione cui appartiene e della quale intende di volersi professar membro e figliolo".
Nella nuova situazione esercitò dapprima mansioni di segretario presso il ministero dell'Interno della Repubblica Italiana, per entrare nel luglio 1803 nell'organico della Biblioteca di Brera, nel palazzo della quale risiedette dal 1807. Iniziò così la carriera dei pubblici uffici, con la qualifica di cooperatore al catalogo alfabetico; dal febbraio 1808 fu coadiutore assistente e dal 1810 custode facente funzione di bibliotecario. Nel 1813, alla morte del direttore L. Lamberti, il ministro dell'Interno del Regno d'Italia lo incaricò di reggere la biblioteca, e infine, dopo la Restaurazione, il 12 genn. 1817 fu nominato dall'imperatore Francesco I direttore bibliotecario (Arch. di Stato di Milano, Studi, parte moderna, cart. 66, fasc. 1, e cart. 67, fasc. 11). Grazie al successo di alcune sue opere e alla stima di cui era circondato, nel 1820 ottenne la dignità di consigliere imperial regio e nel 1834 l'ascrizione per acclamazione all'Accademia di belle arti; nel 1835 il viceré arciduca Ranieri gli affidò la carica di primo censore e di direttore dell'Imperial Regio Ufficio centrale di censura, con l'onorario di 500 fiorini, mansioni che peraltro egli esercitava di fatto da molti anni. Nel 1836 venne insignito dell'Ordine della Corona di ferro di terza classe.
Insomma, nel complesso una vita serena dedicata agli studi e una produzione letteraria che se non tramanda certamente nulla d'immortale è tuttavia sufficiente a giustificare la fiducia e la stima che gli dimostrarono tutti i governi succedutisi in Lombardia in quegli anni (il che non mancò di procurargli la taccia di voltagabbana).
Nell'ambito della biblioteca il G. si rese benemerito, oltre che per aver notevolmente incrementato e riordinato i fondi librari, anche per aver ottenuto dal governo importanti abbellimenti e ampliamenti dei locali (nel 1818 la decorazione pittorica della nuova aula; nel 1823-24 quella della sala detta di Maria Teresa; nel 1831 la costruzione a opera dell'ing. C. Caimi di un locale da adibire a sala manoscritti). Inoltre, dal 1819 al 1831 coinvolse F. Carlini e altri distinti astronomi nella costruzione di un grande globo terracqueo in scala, che divenne uno dei vanti della biblioteca, finanziando l'impresa con la vendita dei libri doppi, definita da alcuni "indiscriminata".
Il G. fu attivo collaboratore di periodici, quali Il Poligrafo e, soprattutto, la Biblioteca italiana, o sia Giornale di scienze, lettere ed arti, diretta fino al 1826 da G. Acerbi, della quale egli assunse quello stesso anno la direzione, contribuendovi con molti articoli, spesso anonimi, che dimostrano la sua multiforme erudizione. Fra questi lavori su riviste vanno ricordati il Sommario storicodell'I.R. Biblioteca di Brera (appendice XIV, Milano 1815, de Lo Spettatore, ovvero mescolanze, ossia varietà storiche… del signor Malte-Brun) e la Dissertazione sul vero autore dell'"Imitazione di Cristo" (in Biblioteca italiana, XIX [1834], t. LXXV), usata da G. de Gregory come prefazione della traduzione italiana del suo Codex de advocatis de Imitatione Christi (Paris 1835).
Tuttavia fu detto che la Biblioteca italiana sotto la sua guida era "bien déchue de ce qu'elle était aux temps des Monti, des Perticari, des Giordani, et même de leur successeur Acerbi" (Valéry [A.-C. Pasquin], Voyage historique et litteraire enItalie, IV, Paris 1833, p. 144). Confermano questa affermazione giudizi di spietata severità sulla personalità del G. lasciati da alcuni fra i più qualificati suoi contemporanei; N. Tommaseo (in una lettera del 21 giugno 1838 a G. Capponi) commenta: anche il G. "è morto: il fut bien de ce monde / où les plus dures têtes / ont le destin meilleur, / et, bête, il a vecu ce que vivent les bêtes", e aggiunge (in Di G.P. Vieusseux, Firenze 1864, p. 27) che fu della Biblioteca italiana "ignobile direttore"; U. Foscolo, che pure gli era stato amico (ma già lo chiamava "quel povero cascavivo"), dopo aver letto su L'Aurora, giornale italiano di Londra, un articolo del G. ripreso dalla Biblioteca italiana, compose di getto l'epigramma del 1827 Contro due giornalisti, che inizia "Gracchia Giron, pretocolo in Milano / a' servigi di Franco Imperatore"; C. Cantù (V. Monti, Epistolario, VI, p. 167) ironizza sul fatto che al giornale "egli comandava l'incenso e i calci, e Francesco Ambrosoli li applicava"; infine C. Porta dà sfogo al suo risentimento per il G. (da lui ritenuto il suo accusatore segreto nell'affaire dell'attribuzione della Prineide, anonimo libello antiaustriaco), nella composizione n. 67 (Le poesie, a cura di C. Guarisco, I, Milano 1964, p. 353), che contiene l'invettiva: "ma con patt de trattà de bon soldaa / e d'omm d'onor, minga poggià e corr via / e mettes al sicur in sul sagraa / de la regia cesarea polizia. / Foeura, sciur vis de cazz, quel mostaccion / ch'el vegna a battes con un'arma pari / e minga col cortell de delazion". La successiva nomina del G. a censore imperial regio delle stampe sembra confermare i sospetti del Porta.
Fra le sue operette d'occasione si ricordano: Il concorso della bellezza, quadrodi Giuseppe Errante, piccolo saggio in versi sciolti (Milano 1807); Per la consacrazionedi mons. Stefano Bonsignori… (ibid. 1807); Ode saffica (ibid. 1813); Descrizione del nuovo sipario dell'imperiale e realeteatro della Scala (ibid. 1821). Dal 1802 al 1814 fu protagonista con l'amico G. Ferrario di un'importante impresa bibliografica, la "Collezione dei classici italiani", in ben 249 volumi, per la quale redasse anche la Prefazione degli editori, apparsa nel primo volume; il G. vi curò l'edizione delle Istorie fiorentine di G. Villani e vi inserì, traducendole in volgare dalle Vitae Italorum di A. Fabroni, la Vita di N. Fortiguerri (vol. 153) e la Vita di A. Tassoni, in appendice a La secchia rapita (vol. 230), con note. Molto diffusi e apprezzati furono i suoi testi di commento a La Pinacoteca del palazzo reale dellescienze e delle arti di Milano, tre ricchi volumi in folio pubblicati dall'incisore M. Bisi (ibid. 1813-23, con 130 tavole; poi ibid. 1853, con 248 incisioni, e Bologna-Milano 1882, con aggiunte). Tuttavia, le opere che gli diedero maggior rinomanza furono quelle erudite (ma con intenti divulgativi, grazie alla facile e accattivante esposizione), dedicate ai costumi e all'arte dei Greci antichi, con molte delle quali contribuì a un'altra impresa editoriale del Ferrario, varata nel 1817, che il Cantù definì "costosissima e inutilissima", Il costume antico e moderno.
Tra esse: Costumi de' Greci, della Spagna e del Portogallo (Milano 1819); Le nozze dei Greci (ibid. 1819, per le nozze di M. Vassalli con F. Ricci); Le danze dei Greci (ibid. 1820, per le nozze dell'arciduca viceré Ranieri); Saggio intornoall'architettura dei Greci (ibid. 1821, con 20 tavole); Saggio intorno alla musica deiGreci (ibid. 1822); Saggio intorno allascultura dei Greci (ibid. 1823, con 5 tavole); Saggio intorno alle costumanze civili deiGreci (ibid. 1823); Saggio intorno al teatrodei Greci (ibid. 1824). Il G. fu anche epigrafista apprezzato, richiestissimo da privati e dal governo. Le sue iscrizioni, per lo più in lingua latina (era buon latinista e grecista, e conosceva le principali lingue moderne), non furono solo sepolcrali, ma dedicate alle più svariate occasioni, anche se non risulta che siano state raccolte: è nota quella funebre del Monti, nel cimitero di S. Gregorio.
Attaccatissimo al suo lavoro nella biblioteca, pur essendo negli ultimi due anni la sua salute gravemente compromessa, non volle risparmiarsi: morì a Milano il 1° apr. 1838. Fu sepolto nel cimitero di Porta Garibaldi, dove il vicebibliotecario F. Rossi, che era stato suo allievo a Gorla, ne pronunziò l'elogio. Sullo scalone di Brera esiste un suo ritratto in bassorilievo con una lapide commemorativa.
Fonti e Bibl.: Milano, Arch. della Bibl. nazionale Braidense: Personale, C.104; Libri, da B.10 a B.15 (cartelle Censura); AC.XI, 23/16, 9 lettere del G., a F. Cherubini (novembre 1820 - maggio 1831), G. Bernardoni (febbraio 1822), all'imperial regio governo di Lombardia (26 luglio 1835), ad A.F. Stella (25 maggio 1815); Arch. di Stato di Milano, Studi, p. m., cartt. 54, f. 2; 55, ff. 1, 2; 65, f. b; 88, f. 5 (oltre quanto citato nel testo). Lettera del sig. consigliere Acerbi console generale di s.m.i.r.a. in Egitto al sig. cons. G.… intorno ad alcuni codici arabi portati d'Egitto…, in Biblioteca italiana, XVI (1831), t. LXI, pp. 289-298; G. Bernardoni, Utile giornale, ossia Guida di Milano per l'anno1837, Milano 1837, p. 217; necr. in Gazzetta privilegiata di Milano, 3 apr. 1838, n. 93, pp. 1 s.; in Biblioteca italiana, XXIII (1838), t. LXXXIX, pp. 283-286; F. Rossi, Elogio di R. G., Milano 1838 (opuscolo introvabile, anche presso la Biblioteca di Brera); Id., Cenni storici e descrizione dell'I.R.Biblioteca di Brera, Milano 1841, pp. 75, 84 n. 9 e passim; Milano e il suo territorio, Milano 1844, II, p. 206 (sul globo terracqueo di Brera); G. Corniani, I secoli della letteratura italiana dopo il suo risorgimento…, VIII, Torino 1856, p. 315; G.B. Passano, I novellieriitaliani in prosa indicati e descritti…, Torino 1878, ad vocem (breve nota biografica); V. Forcella, Iscrizioni delle chiese e degli altriedifici di Milano…, IX, Milano 1892, p. 171, n. 216; N. Tommaseo - G. Capponi, Carteggio inedito dal 1833 al 1874, a cura di I. Del Lungo - P. Prunas, II, Bologna 1914, p. 62 e n. 1; C. Antona Traversi - A. Ottolini, Ugo Foscolo, Milano 1928, pp. 326 s.; V. Monti, Epistolario, a cura di A. Bertoldi, VI, Firenze 1931, pp. 167 (il G. al Monti per chiederne la collaborazione alla Biblioteca italiana, 22 marzo 1826), 244 (il Monti a G.G. Trivulzio, ottobre o novembre 1826), 245 (il Monti a C. Tedaldi Flores, dicembre 1826), 354 (iscrizione del G. per la tomba del Monti); G.B. Fumagalli, Un poeta bergamasco immortalato dalPorta, Bartolomeo Secco Suardo, in Atti dell'Ateneodi scienze, lett. ed arti di Bergamo, XXVIII (1953-54), pp. 35-51 (circa la querelle sulla Prineide: sul G. p. 49); C. Cantù, Romanzo autobiografico, a cura di A. Bozzali, Milano 1969, p. 317 n. 1; S. De Stefanis Ciccone, La questione della lingua nei periodici letterari del primo Ottocento, Firenze 1971, pp. 28-31, 53-55; G. Acerbi - P. Zajotti, Carteggio, a cura di R. Turchi, Milano 1976, pp. 55-57; D. Squaquarini, La Biblioteca nazionale di Brera durante la Restaurazione austriaca, tesi di laurea, Università degli studi di Milano, facoltà di lettere e filosofia, a.a. 1985-86, relatore F. Della Peruta, pp. 225-233 e note alle pp. 290-296; Diz. biogra-fico universale, II, Firenze 1842, p. 1111; C. von Wurzbach, Biographisches Lexikon des Kaiserthums Österreich, V, pp. 198 s.; R. Eitner, Biographisch-bibliographisches Quellenlexikon der Musiker und Musikgelehrten…, Leipzig 1900-04, ad vocem (per il Saggio intorno alla musicadei Greci); C. Casati, Diz. degli scrittori d'Italia, III, Milano 1934, s.v.; Inventari dei manoscrittidelle biblioteche d'Italia, LV (Bassano delGrappa), Firenze 1934, p. 148 n. 3062 (lettera del G. del 22 luglio 1812 a B. Gamba); C. Frati, Diz. bio-bibliografico dei bibliotecari…, Firenze 1934, pp. 260 ss.; M. Parenti, Aggiunte al Dizionario di C. Frati, II, Firenze 1959, s.v.; Catal. dei libri italiani dell'Ottocento. Autori, III, p. 2193.