DUNCAN, Robert
Poeta americano, nato a Oakland, California, il 7 gennaio 1919. Esponente della scuola del "Black Mountain College" e della scuola di San Francisco, ne impersona nella sua opera gli aspetti sperimentali e in particolare la tendenza a una forma poetica aperta. E stato peraltro notato come, nonostante la sua difesa del 'verso proiettivo', la metrica di D. appaia piuttosto densa ed ermetica. Per lui, suggestivamente, poesia sarebbe "lo sforzo supremo della coscienza, che si raggiunge in un'organizzazione danzante tra identità personale e cosmica". La tematica di D., erotica e mistica, rivendica una vasta continuità di tradizione, da Dante a Blake, da Williams a Pound e dalla Stein ai suoi contemporanei Zukofsky, Olson, Creeley e Levertov, ma si ricollega soprattutto, anche tecnicamente, al patrimonio mitologico. Se Selected poems (1942-50) (1959) da già la prova della sua complessità ma anche dei suoi manierismi poetici, The opening of the field (1960) e il più noto Roots and branches (1964), continuano a sviluppare le tematiche centrali e ricorrenti di D.: l'immanenza, la mitopoiesi, l'amore omosessuale. Anche per questo poeta la guerra del Vietnam, come tema e come dilemma esistenziale oltre che come nodo politico, viene a rappresentare, anche a livello stilistico, uno spartiacque. Altre opere recenti: Poetic disturbances (1970); Poems from the margins of Thom Gunn's moly (1972).
Bibl.: A. K. Weatherhead, Edge of the image: Marianne Moore, William Carlos Williams and some other poets, Seattle 1968; R. H. Pearce, Historicism once more: problems and occasions for the American scholar, Princeton, N. J., 1969; S. Fauchereau, Lecture de la poésie américaine, Parigi 1969.